Dal realismo della crisi che attanaglia il Portogallo dal 2008 all'inaspettata esplosione del musical: quando gli operai di una fabbrica di ascensori si accorgono che l’amministrazione sta smantellando macchinari e materie prime, si organizzano per opporsi alla delocalizzazione e decidono di occupare le loro postazioni a vuoto, senza lavoro da eseguire. Un ritratto del post-capitalismo che sta fra agit prop, documentario, dramma e commedia psicologica e musical. Esordio di un giovanissimo, complesso, vitale, ironico.
Ogni anno all’Università di Saint-Denis viene eletto il miglior oratore. Partecipano al concorso gli studenti di una classe multirazziale, un professore li istruisce ai segreti del linguaggio e all’arte dell’espressione. In gioco c’è il piacere di prendere la parola, per esistere sulla scena del mondo ma anche per cambiarla con la potenza delle idee. Film folgorante sul futuro da costruire, sulla democrazia, sul valore dell’educazione, sul potere travolgente delle parole e delle idee. Oggi, ancora.
La storia di una ragazza anoressica e di un suonatore di tuba fuori di testa, fra reparti psichiatrici e centri di riabilitazione alimentare. S'incontrano per caso e s'innamorano a modo loro, ma la speranza di una vita normale è ostacolata da mille fattori, familiari e sociali. Follie vegane e acute frecciate sociali per un dramma in forma di commedia, disperato e leggero, feroce e romantico, illuminante spaccato della realtà israeliana, del suo malessere e della sua complessa identità.
Un preside teme che nel suo istituto possano entrare oggetti pericolosi e passa le sue giornate a controllare gli zaini delle studentesse. In quello di una giovane ribelle trova una siringa, usata per praticare iniezioni sulle labbra delle compagne. Dopo un incidente, la ragazza è affidata all’uomo che, malvolentieri, deve accudirla per un giorno. Un thriller sulla responsabilità, gli abusi, i sospetti sociali, limpido, serrato, dallo stile asciutto e dal ritmo sospeso, con attori che esprimono al meglio la carica repressa dei personaggi.
Un ombrello rosso cade dal cielo. Lui vede i fantasmi, lei no, e le cose vanno male. Poi lui incontra una ragazza col suo stesso potere, ancora più impaurita di lui. Un punto a capo nella storia del J-Horror, un’opera prima affascinante e misteriosa, dove la cura formale si sposa al minimalismo, il bizzarro all’ironia, l’oscurità di temi e situazioni con la limpidezza delle intenzioni. Fino a un finale sorprendente e letteralmente gigantesco, che mette di fronte alla (ir)realtà delle cose e al potere dell'immaginazione.
Catherine non ha mai fatto la madre e sua figlia Alba, ora adolescente, è cresciuta con la nonna. Dopo anni di assenza la donna si presenta non per recuperare un ruolo che sa di non poter ricoprire ma, semplicemente, per passare un po’ di tempo con la ragazzina. Tre generazioni di donne a confronto in un film nervoso, tutto al femminile, che sospende il tempo, rimescola le carte di affetti e delusioni, si arrabbia, si distende, gioca sulla reale relazione madre-figlia che lega Isabelle Huppert alla protagonista Lolita Chammah.
Moll ha 27 anni, è all'apparenza mite, ma in realtà insofferente della famiglia conformista e snob e della madre opprimente. Un pomeriggio abbandona arrabbiata il proprio party di compleanno, va a ballare e, nella notte, incontra Pascal, un giovane cacciatore, ombroso, intrigante. Mentre tutta la zona è in subbuglio per una serie di omicidi di adolescenti, decide di andare a vivere con questo misterioso sconosciuto. Ambientato nell'isola di Jersey, un thriller psicologico in cui si confrontano attrazione e sospetto.
Un fratello e una sorella, un legame morboso, un’eredità, un conflitto col padre e un gesto folle e studiato che li fa fuggire assieme. Già assistente di Matteo Garrone (qui in veste di produttore), Andrea Tagliaferri esordisce raccontando una storia d’ordinaria immoralità, una fiaba nera figlia dei nostri tempi, un mondo noioso dal quale riscattarsi anche con l'orrore, dove psicologie, personaggi e luoghi sono stilizzati e studiati con cura entomologica e con uno sguardo preciso, tagliente e originale.
Daphne è un’emancipata trentenne londinese: lavora come cuoca in un ristorante chic, vive da sola, ha una vita sessuale disinibita e un rapporto tormentato con la mamma, legge Žižek, ostenta lingua lunga e un cinico distacco verso il mondo. Un giorno, però, un avvenimento casuale sembra infrangere il suo maniacale controllo sulla realtà. Un mystery dell'anima che disegna un ritratto femminile preciso e inquieto, con un senso spiccato per la descrizione degli ambienti umani, urbani e sociali, in una Londra alienante e attraente.
Scivolano sul ghiaccio, aeree, prendono il volo, a volte cadono: un gruppo di pattinatrici quindicenni affronta un quotidiano fatto di amicizie, competizioni, innamoramenti, difficoltà, dubbi, scelte, conflitti familiari. Domina il durissimo allenatore, ai limiti del sadismo. Opera prima di due documentariste, un atipico racconto di formazione che coglie le sfumature della crescita, non dà giudizi morali, si mette nei panni delle ragazze protagoniste e ammira la loro strabordante, contagiosa vitalità.