Mrs. Fairytale e Mrs. Emerald: due amiche che si confidano segreti, ricette e insoddisfazioni all'interno di una casa modello americana anni 50. Vetrate e tramonti alla Douglas Sirk (e Todd Haynes), abiti, acconciature e ambiguità alla Grace Kelly nella versione cinematografica della commedia del 2015 di Filippo Timi, anche qui interprete (in abiti femminili), insieme a Lucia Mascino. Tour de force della regia di Sebastiano Mauri, humor che si tinge di dramma (e viceversa), la forza di vivere la propria vita.
Il ruolo di maschio alfa di un intellettuale arrogante va in crisi quando, dopo un alterco in strada, un motociclista molesta sua moglie, e lui non è in grado di reagire. La vendetta diverrà la sua ossessione, ma sarà anche l’inizio di un incubo peggiore. Dal regista di The Man with the Orange Jacket, presentato al TFF32, un teso thriller psicologico che scava con intelligenza nelle paure maschili e fa perdere i punti di riferimento allo spettatore.
Un gioco da tavolo, il Game of Death, ha un’unica regola: se non uccidi qualcuno, ti esplode la testa, entro 20 minuti. Sette ragazzi vi partecipano ignari, a loro spese. Pensate a Jumanji giocato in stile Battle Royale e Assassini nati – Natural Born Killers, con frequenti e abbondanti spruzzate di sangue che vengono dritte dagli anni ’80: un horror sveltissimo, violentissimo e cinico, tour de force per appassionati in vena di splatter furibondo.
Flying Lotus, musicista e rapper californiano, debutta con un film che non mancherà di far scalpore. In una Los Angeles post-Big One, seguiamo le vite parallele di alcuni sopravvissuti, tra insetti giganteschi e da incubo, decomposizioni organiche, ossessioni scatologiche, mutilazioni genitali. Un body horror ossessionato dalla pop art, che cita, ingloba, digerisce ed espelle il cinema di Cronenberg, Tsukamoto, Korine, Švankmajer, i Quay Brothers.
Un gruppo di sopravvissuti deve affrontare un’apocalisse zombie nelle campagne del Quebec, tra boschi, prati, e case isolate. Il canadese Robin Aubert, alla sua opera quinta, firma uno degli zombie-movie più riusciti, intelligenti e spaventosi degli ultimi anni, mescolando idee nuove e regole fondative, giocando con le sospensioni, i suoni, il gore, l’umorismo e una metafisica quasi alla Antonioni. In equilibrio tra The Walking Dead e The Wicker Man.
Giovane, bella, e senza un soldo in quel di New York, la spagnola Luciana accetta uno strano lavoro: presentarsi a una misteriosa festa in abito da sera solo e soltanto per farsi guardare. Sul posto le cose si faranno inquietanti e pericolose. L’esordiente Ana Asensio scrive, dirige e interpreta questo thriller psicologico targato Glass Eye Pix, ovvero Larry Fessenden. Tra il Polanski di Repulsion e il Kubrick di Eyes Wide Shut, con in più un tocco di naturalismo sociologico.
Una ragazza, Jen, giovane, sexy, lolitesca. Il suo amante, Richard, ricco, sposato, macho. Una modernissima villa tutta specchi e luccichii sperduta in mezzo a un deserto. All'arrivo di due amici cacciatori di Richard, il weekend d'amore si trasforma in un festino indesiderato. E cruento. Revenge movie al femminile, scatenato e ironico, diretto da Coralie Fargeat sulla scia dell'horror francese grandguignolesco e percorso dalla "mutante" Matilda Lutz. Per riscattare il sesso debole.
I Mancini sono una famiglia potentissima che gestisce il malaffare in un quartiere alla periferia di Roma. Quando Riccardo torna a casa "guarito" dalla clinica psichiatrica dov'è vissuto per anni, si scatena una sanguinosa lotta per il potere. Su tutti domina la temibile Regina Madre. Massimo Ranieri e Sonia Bergamasco nella rilettura psichedelica e in musica di Riccardo III, la più gotica e feroce delle tragedie di Shakespeare. Roberta Torre dirige con piglio dark e avvolgente.
Un solitario appassionato di videogame vintage s’imbatte quasi contemporaneamente nella ragazza che gli fa perdere la testa e in un misterioso e ipnotico arcade che potrebbe fargli perdere la vita. La nostalgia per i videogiochi a 8-bit degli anni Ottanta si mescola al rimpianto per il cinema tecno-carnale del Cronenberg di Videodrome e eXistenZ, in questa opera prima indie capace di mescolare amore e incubi almeno quanto organico e inorganico.