Nazione: Ungheria
Anno: 1964
Durata: 88'


Il giorno della laurea in Ingegneria, Janos e i suoi quattro amici hanno grandi progetti per il futuro. Trascorse le vacanze, la quotidianità del lavoro sembra però smentire le loro aspettative. Janos ha una storia d'amore con una ballerina piuttosto disinvolta, poi con una simpatica pattinatrice. Ma nella sua memoria rimane il volto di Éva, una dottoressa in legge intravista per un attimo alla cerimonia di laurea. Un giorno i due si incontrano a un veglione di Capodanno e tra loro nasce la passione. Ma la morte per leucemia di uno degli amici del gruppo originario deprime profondamente Janos. Intanto Éva, che lavora in tribunale, soffre la propria impotenza di fronte alle miserie del mondo. Fatalmente, il loro rapporto ne risente. Janos e Éva decidono allora di vedersi più di rado, per mettersi alla prova. Ma anche un estremo tentativo di riconciliazione si conclude col fallimento.

Biografia

regista

István Szabó

Budapest, 1938.
Ancora liceale realizza con successo un reportage radiofonico, rivelando un promettente talento. Dopo il diploma si iscrive alla Scuola Superiore di teatro e Cinema di Budapest, nel celebre corso di regia diretto da Félix Máriássy, presso il quale si sono formati i maggiori cineasti ungheresi degli anni '70. A partire dal saggio di diploma, "Koncert" ("Concerto", 1961) e anche ben oltre l'esordio nel lungometraggio, avvenuto nel 1964, realizza una nutrita serie di corti:Variációk egy témára (1961), Te (1963), Kegyelet (1966), Budapest, amiért szeretem (1971) e Várostérkép (1977).
Tra gli innumerevoli allori ottenuti in carriera, ci limitiamo a segnalare l'Oscar di "Mephisto" e le nomination di "Fiducia", "Colonnello Redl" e "Hanussen-La notte dei maghi".
Artista emerito della Repubblica Popolare d'Ungheria, Szabó ha ricevuto i premi Béla Balázs e Kossuth.

FILMOGRAFIA

Álmodozások kora (L'età delle illusioni, 1964), Apa (Il padre, 1966), Szerelmesfilm (Film d'amore, 1970), Tűzoltó utca 25. (Via dei pompieri 25, 1973), Budapesti mesék (I racconti di Budapest, 1976), Bizalom (Fiducia, 1980),
Der Grüne Vogel (L'uccello verde, 1980), Mephisto (1981),Katzenspiel (Gioco di gatti, 1982), Bali (1983); Redl ezredes (Colonnello Redl,1985),Hanussen (Hanussen - la notte dei maghi,1988), Meeting Venue (La tentazione di Venere,1991), Édes Emma, drága Böbe (Dolce Emma, cara Böbe, 1992).

Dichiarazione

regista

Per me la funzione dell'artista è di produrre delle opere. Vengo da una famiglia in cui molti erano medici. Si può discutere a lungo, si possono dire tante belle cose sulla professione del medico e sul suo ruolo sociale. Ma quando il telefono squilla a mezzanotte, allora non si sta a discutere, si va e si opera. Se qualcuno fa un film, credo lo debba fare proprio così: come un medico che visita ed opera il malato, come un professore che insegna o un ingegnere che costruisce. L'arte mi interessa quando tratta problemi vitali. Amo l'arte che mi chiarisce i problemi fondamentali dell'esistenza, quelli che mi sono ancora sconosciuti. Amo l'arte che mi rivela rapporti e relazioni che non sono ancora capace di scorgere. Ecco cosa mi preme: le relazioni dell'uomo, la sua posizione nella vita e nella storia. In "L'età delle illusioni", ad esempio, i cinque amici costituiscono una piccola comunità che ha un suo modo di porsi, di rapportarsi, di agire, di giudicare. Ed il protagonista, mentre cerca un rapporto di amicizia con i suoi compagni, finisce per stabilirlo invece proprio con l'anziano, aborrito ingegnere. Il mio proposito, insomma, è di far conoscere attraverso i miei film, agli spettatori, storie, eventi e sorti umane 


(István Szabó, intervista in Bruno De Marchi, István Szabó, La Nuova Italia, Firenze 1977).

Cast

& Credits

Regia, soggetto, sceneggiatura e scenografia: István Szabó.
Dramaturg: János Herskó.
Fotografia: Tamás Vámos (bianco e nero).
Montaggio: Sandor Zakonyi.
Musica: Péter Eötvös.
Interpreti e personaggi: András Bálint (Janos), Ilona Béres (Eva), Judit Halász (Habgab), Káti Solyom (Annie Klinger), Béla Awalos (Laci), Tamás Eröss (Matyi), László Murányi (Gergely), Cecília Estergályos (Agi, la ballerina), Miklós Gábor (l'ingegnere capo Flesch).
Produzione: Studio 3 Matilm, Budapest.
Premio "Vela d'argento" per l'opera prima al Festival di Locarno 1964.
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