19° TORINO FILM FESTIVAL
Omaggio a Jean-Marie Straub e Daniele Huillet

DANIÈLE HUILLET JEAN-MARIE STRAUB CINÉASTES - OÙ GÎT VOTRE SOURIRE ENFOUI?

DANIÈLE HUILLET JEAN-MARIE STRAUB CINÉASTES - OÙ GÎT VOTRE SOURIRE ENFOUI?

Anno: 2001
Durata:


(…) Così come Pedro Costa ha filmato per due anni la vita di Vanda [in No quarto da Vanda], così egli si è ritrovato a filmare i gesti dei suoi cineasti prediletti: Danièle Huillet e Jean-Marie Straub. Un'altra stanza, dunque. Al suo interno: una moviola. Straub-Huillet sono alle prese con una versione di Sicilia!. L'approccio filmico è identico: cambiano i protagonisti, cambiano i toni. Si resta sempre a dovuta distanza, e si attende che qualcosa abbia luogo. E ciò che avviene in questi novanta minuti di film è commovente, irresistibilmente comico, altamente istruttivo. Chiunque desideri fare cinema deve vedere questo film. Magari solo per capire banalmente che cosa significa amare il cinema: o forse più seriamente, per rendersi conto che il cinema ha a che fare con l'architettura (durante le riprese) e con la scultura (durante il montaggio). Significa capire che esiste una materia a cui bisogna dare forma. E che quest'operazione nasconde nei migliori dei casi un lato sensuale. (…) Ovvero, morale, politica, libert` e bellezza: semplicemente l'essenza del cinema
(Rinaldo Censi, «Cineforum», novembre 2001)

(…) Ripensando al grande film di Pedro Costa su Danièle Huillet Jean-Marie Straub cinéastes visto ieri, doppia attesa di epifanie da un punto iperbolico all'interno della fabbrica cinema, la moviola degli autori di Sicilia!. Epifania delle immagini che i due animano bloccano tagliano sulla moviola, e epifania di loro due, esempio enorme di binocularit` conflittuale, di regia discrepante rispetto all'integrale parzialit` dell'immagine, di lotta dura sull'impiego e sulle piegature del tempo, sulle minime configurazioni dello spazio. Implacabili e comici nel rimbrottarsi, nel marcarsi a vicenda come schermi reciproci e ulteriori (e c'è l'amore anche, dichiarato…) su cui proiettare la resistenza delle immagini, la materialit` delle idee che dissolve anche l'illusione dell'inquadratura, che proprio mentre lo lavora fotogramma per fotogramma disputando spazio al tempo della morte e della chiusura sgretola l'aseit` del cinema, riportandolo non alla costruzione ma appunto all'attesa anche di sé, dicendo l'assurdo del «montare la vita». E: «ma nella vita non ci sono le inquadrature» (ribatte esasperata Danièle a Jean-Marie che dice spesso «è come nella vita»); oppure: «il tempo non è denaro», non è sommabile a piacimento, smontabile/rimontabile. Mai visto così intensamente l'intelligenza artificiale che è il cinema passare attraverso gli autori, nel loro gesto materiale che si pensa si contesta ribadisce corregge mentre i fotogrammi slittano bruciano attendono in «surplace». Più ancora della flagranza dei luoghi e dei percorsi (…), colpisce nel film di Costa, oltre alla «regia» aggiunta messa in atto da Huillet e Straub verso il film che si gira con essi, il ribadirsi di una presenza/resistenza dell'immagine fissa. (…)
(enrico ghezzi, «L'Unit`», 6 settembre 2001)

(…) Il y a entre les films des Straub et les derniers films de Costa, même si leurs fabrications sont très différentes (les premiers conçus avant le tournage, les autres après) une préoccupation commune, vitale et déterminante: faire cinéma sans lui être dévoué, exprimer par le cinéma ce qui ne le lui appartient pas exclusivement. C'est dire aussi, plus concrètement, que chacune des opérations de fabrication d'un film n'a pas le caractère lamentable et ridicule des productions classiques. (…) Le film documentaire est le lieu privilégié de ces abérrations et de ce schématisme. On pense, tourne, monte, avec en tête une forme de cinéma. On n'est pas tenu ` rien et inexorablement on manque de tenue. On veut la forme avant l'idée, or c'est précisément ce qu'il ne faut surtout pas. Straub est d'ailleurs ferme sur ce sujet au début de Où gît votre sourire enfoui?: «On ne peut pas dire ceci ou cela, la chose est claire, d'abord il y a l'idée. De la rencontre de l'idée et de la matière naît la forme». (…) Costa fait son cadre, fixe, compose son plan, éclaire mais le moins possible pour ne pas gêner, connaît de mieux en mieux la mise en scène du lieu et essait d'anticiper la situation de montage, pense aux divers angles, n'oublie pas de faire de «petits plans», ne saute pas sur toutes les situations croustillantes, accepte de perdre beaucoup pour ne pas saboter ce qu'il filme. C'est un peu la ciné-transe de Jean Rouch.
(Thierry Lounas, catalogo del festival di Porto, «O olhar de Ulisses», 26 ottobre - 2 novembre 2001).

Biografia

regista

Pedro Costa

Pedro Costa (Lisbona, Portogallo, 1959) ha abbandonato la facoltà di storia per seguire il corso di montaggio tenuto da António Reis alla scuola di cinema del Conservatório Nacional. Nel 1989 ha realizzato il suo primo lungometraggio, O Sangue, presentato alla Settimana della critica di Venezia, cui ha fatto seguito Casa de Lava. Con Ossos ha vinto l’Osella d’oro alla Mostra del cinema di Venezia nel 1997 e nel 2000 No Quarto da Vanda ha ottenuto il premio della giuria al Festival di Locarno. Nel 2001 ha girato il documentario Où gît votre sourire enfoui? I film Juventude em Marcha e Ne change rien hanno partecipato al Festival di Cannes e sono stati presentati entrambi al Torino Film Festival. Vitalina Varela ha vinto il Pardo d’oro al Festival di Locarno.

FILMOGRAFIA

Cartas a Júlia (cm, 1987), É Tudo Invenção Nossa (cm, 1984), O Sangue (1989), Casa de Lava (1994), Ossos (1997), No Quarto da Vanda (2000), Danièle Huillet et Jean-Marie Straub cinéastes (doc., tv, 2001), Où gît votre sourire enfoui? (doc., 2001), 6 bagatelas (cm, 2003), Juventude em Marcha (2006), O Estado do Mundo (ep. Tarrafal, cm, 2007), Digital Sam In Sam Saek 2007: Memories (ep. The Rabbit Hunters, cm, 2007), Ne change rien (doc., 2009), Our Man (cm, 2010), Centro Historico (ep. Sweet Exorcist, cm. 2012), Cavalo Dinheiro (2014), Vitalina Varela (2019).

Cast

& Credits

Regia: Pedro Costa.
Soggetto: Pedro Costa, Thierry Lounas.
Fotografia: Pedro Costa, Jeanne Lapoirie.
Montaggio: Dominique Auvray.
Suono: Mathieu Imbert.
Produzione (Francia): AMIP (Xavier Carniaux), con Arte France, INA e la partecipazione del CNC.
Coproduzione (Portogallo): Contracosta (Francisco Villa Lobos) con la partecipazione di ICAM e RTP.

Il film fa parte della serie «Cinéma, de notre temps»
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