36° TORINO FILM FESTIVAL
JEAN EUSTACHE

LA ROSIÈRE DE PESSAC 79

LA ROSIÈRE DE PESSAC 79
di Jean Eustache
Nazione: Francia
Anno: 1979
Durata: 67'


A undici anni dal primo documentario, Eustache torna a filmare, a colori, il rito della sua città natale. Ancora un’indagine, una risalita emozionale verso i simulacri e le radici della tradizione. Ancora volti, che riannodano di lontano gli sguardi di tutti i personaggi osservati e amati dei suoi film, in una memoria inarrivabile di sé e dell’altro.

Biografia

regista

Jean Eustache

Jean Eustache (Pessac, Francia, 1938 - Parigi, Francia, 1981) trascorre l’infanzia nel paese natale, accudito dalla nonna materna. Sarà questo un periodo della vita che influenzerà profondamente la sua filmografia, segnata da una forte componente autobiografica. Al principio degli anni Cinquanta si trasferisce a Narbonne con la madre per stabilirsi infine a Parigi, dove lavora come operaio nelle officine delle ferrovie francesi. Nella capitale Eustache frequenta con passione i cineclub e la redazione dei «Cahiers du cinéma», in cui entra in contatto con i protagonisti della Nouvelle vague. Gira il cortometraggio La soirée (1963), ma il suo vero esordio da regista è Les mauvaises fréquentations (1963-1964), breve racconto dedicato alla domenica di due giovani balordi parigini. Il film sarà distribuito nelle sale nel 1967 insieme al secondo lavoro di Eustache, Le Père Noël a les yeux bleus (1965-1966). Nell’anno clou delle rivolte studentesche il regista torna al paese di origine per girare La Rosière de Pessac (1968), esempio di una via «intima» alla rappresentazione del reale che caratterizzerà anche Le cochon (1970) e soprattutto Numéro zéro (1971), dedicato all’amata nonna, ripresa mentre racconta al nipote la propria storia. Il cinema come atto di rielaborazione del proprio vissuto è alla base anche del suo capolavoro più conosciuto, La maman et la putain (1973), pellicola che sa intercettare lo spirito di disillusione della generazione postsessantotto. Il relativo successo del film, vincitore del gran premio della giuria a Cannes, permette al regista di girare il suo secondo lungometraggio, Mes petites amoureuses (1974), racconto di formazione ancora una volta ispirato alle sue esperienze reali. Il film è un insuccesso. Gli ultimi anni sono segnati da sperimentazioni per la televisione e da numerosi progetti incompiuti, ma anche da una condizione esistenziale sofferta che lo spinge all’isolamento. Eustache si suicida all’età di quarantadue anni, sparandosi al cuore nel suo appartamento di Parigi.

FILMOGRAFIA

La soirée (cm, 1963), Les mauvaises fréquentations (mm, 1963-1964), Le Père Noël a les yeux bleus (mm, 1965-1966), La Rosière de Pessac (I) (doc., 1968), Le dernier des hommes: postface (cm, doc., tv, 1968), La petite marchande d’allumettes: postface (cm, doc., tv, 1969), Le cochon (coregia/codirector Jean-Michel Barjon, mm, doc., 1970), Numéro zero (doc., 1971), La maman et la putain (id., 1972-1973), Mes petites amoureuses (1974), Une sale histoire (mm, 1977), La Rosière de Pessac (II) (doc., tv, 1979), Le jardin des délices de Jérome Bosch (mm, doc., tv, 1979), Les photos d’Alix (cm, doc., 1980), Offre d’emploi (cm, tv, 1980).

Cast

& Credits

regia, soggetto/director, story
Jean Eustache
fotografia/cinematography
Robert Alazraki, Jean-Yves Coïc, Armand Marco, Philippe Théaudière
montaggio/film editing
Chantal Colomer, Jean Eustache
suono/sound
Gérard Barra, Bruno Charier, Gérard de Lagarde, Georges Prat
interpreti/cast
gli abitanti di/inhabitants of Pessac, i tecnici dell’équipe di ripresa/technicians of the film crew
produzione/production
INA (Institut national de l’audiovisuel), ZDF (Zweites Deutsches Fernsehen), Médiane Films

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