Nazione: Italia
Anno: 1948
Durata: 87'


Mentre funge da giudice in un concorso di bellezza, il prof. Totò s'innamora perdutamente di una collega della giuria e la chiede in moglie. Per levarselo dai piedi, essa mette una condizione al proprio consenso: lo sposer` solo se sar` vincitore nel Giro d'Italia. Totò, che non ha mai inforcato una bicicletta, è disperato e grida che venderebbe l'anima al diavolo, pur di vincere il giro. Ed ecco che il Diavolo gli appare: accetta il mercato e gli presenta un contratto, ch'egli firma. Il prof. Totò s'iscrive al giro e vince una tappa dopo l'altra sbaragliando gli avversari. Mancano solo due tappe, quando il Diavolo gli appare, esortandolo a prepararsi al trapasso: una clausola del contratto stabilisce infatti che trascorsa un'ora dalla vittoria, Totò gli debba consegnare l'anima. Totò è di nuovo disperato e d'accordo con la fidanzata, che ora ricambia il suo amore, fa il possibile per non vincere; ma non gli riesce. Intanto il Diavolo va ad aspettare a casa sua, dove sotto gli occhi della madre, allinea tre pupazzetti sopra un tavolino, asserendo che il professore sar` in testa finché lui, il Diavolo lo penser` così. Ma l'astuta donna mesce al Diavolo un sonnifero e rovescia il pupazzetto, che simboleggia Totò. Nello stesso istante questi cade e viene eliminato. L'anima di Totò è salva.

Segnalazioni cinematografiche C.C.C., vol. XXV, 1949


È facile immaginare che cosa Totò possa rendere in comicit` con la sua bazza, i suoi lazzi, la sua compassata buffoneria, nella parte di un professore che, fatto un patto col diavolo, si iscrive per amore al giro ciclistico d'Italia e sbalordisce tutti vincendo donchisciottescamente tutte le tappe meno l'ultima, poiché il gioco non vale più. Non bisogna sottilizzare e tanto meno dimenticare che si tratta di una farsa affidata al grottesco e alle trovate, inserita tra gli autentici episodi della competizione. Infatti a Totò fanno ancora corona non solo Isa Barzizza e miss Italia 1948, Walter Chiari e Baseggio, ma gli autentici assi del pedale: Bartali, Coppi, Magni, Schotte, Cottur e tutta una popolazione di autentici personaggi sportivi, Consolini e Nuvolari compresi. Qualcuno anzi si presta a dire battute e a cantare strofette. Il film, diretto da Mattoli, cerca il suo successo nell'amenit` dei casi, ma anche nell'interesse dei tifosi per i loro beniamini.

"Corriere della sera", 15 gennaio 1949


Totò al Giro d'Italia, ci pare un'operazione, se non più ambiziosa certo più robusta e complessa del solito. Tanto che per essa ci pare si possa parlare di farsa multimediale, nel senso della organizzazione di una miriade di materiali spettacolari, anche se riconducibili al linguaggio "materno" del teatro di rivista. In altri termini, anziché ad una struttura "libera", affidata agli estri e all'inventiva di Totò, sembra di trovarsi di fronte ad una struttura "chiusa", che assume, articolandolo, un immaginario eclettico e anarchicheggiante. Insomma, anziché come un testo appuntato e poi detto, il film si presenta come un testo in piena regola che ha raccolto e organizzato l'appunto e l'improvvisazione. [...]
La cornice esplicita, potenziandola, quella che potremmo chiamare pomposamente la programmatica disponibilit` a "far vedere" di Mattoli, che, ne siamo certi, sarebbe stato il primo a schermirsi se non a negare. Dante e Nerone salgono su una specie di osservatorio, off rendo allo spettatore un potentissimo "iperocchio", capace di perforare le pareti, e perfino di penetrare nel più riposto segreto dei sogni. Pur rientrando, beninteso, questo "potenziamento della visione" nelle caratteristiche costitutive del mezzo cinematografico, intendiamo qui affermare l'intenzione di Mattoli (e di Metz, Marchesi, Steno) di offrire una quantit` di informazione frammentata di stampo pretelevisivo, delegando all'affabilit` della maschera del grande comico il compito di ricostruire e ricucire ambienti e situazioni altrimenti vissuti, attraverso il quotidiano sportivo, il rotocalco, il cinegiornale o la radio. [...] Mattoli realizza una sorta di film radiofonico. Da un lato, con una telecamera mobile ante litteram, offre immagini ad avvenimenti di massa molto conosciuti ma assai poco "visti", dall'altro, d` peso spettacolare al mondo sportivo nel suo insieme: non solo ai campioni del pedale che partecipano al Giro, ma ai corridori d'auto, ai pugili, ai calciatori. [...] Provocatoriamente, si potrebbe affermare che, come nel quarto d'ora iniziale de Il bandito di Lattuada, c'è molta più Italia dell'immediato dopoguerra in Totò al Giro d'Italia che in dieci film neorealisti DOC.

Tullio Masoni, Paolo Vecchi, "Cineforum", n. 279, 1988

Biografia

regista

Mario Mattoli

Cast

& Credits

Regia: Mario Mattoli.
Sceneggiatura: Vittorio Metz, Marcello Marchesi, Steno.
Fotografia: Tino Santoni.
Scenografia: Piero Filipponi.
Musica: Nino Rota.
Montaggio: Giuliana Attenni.
Interpreti e personaggi: Totò (il professor Totò), Giuditta Rissone (sua madre), lsa Barzizza (la giurata), Walter Chiari (il giornalista), Carlo Ninchi (Dante), Catoni (Nerone), Mario Castellani (Renato Stella, l'allenatore), Carlo Micheluzzi (il diavolo), Fuivia Franco, Alda Mangini, Ughetto Bertucci, Mario Riva, Vinicio Sofia, Luigi Pavese, Eduardo Passarelli e Gino Bartali, Fausto Coppi, Louison Bobet, Frank Kubler, Fiorenzo Magni (nella parte di se stessi, con altri campioni di vari sport).
Produzione: PEG Film - Enic.
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