Nazione: Italia
Anno: 1949
Durata: 1949


Totò, impiegato statale, rimasto senza casa, in seguito alla guerra, vive alla meglio con la famiglia, in un'aula scolastica. Un giorno crede di aver risolto il problema, essendosi impadronito, in ufficio, di un foglio, col quale si assegna un appartamento a chi occupa un certo posto di custode. Ma si tratta di un posto di custode al cimitero e Totò vi passa tanti guai che decide di ritornare alla scuola. Qui però sono venuti gli scolari e dopo varie avventure, Totò, coi suoi, ne viene cacciato. Il fidanzato della figlia li sistema nello studio, momentaneamente vuoto, d'un suo amico pittore, ma anche di lì se ne devono andare dopo spiacevoli episodi. Rimasta senza tetto, la famigliola si trasferisce in un pubblico monumento e quando stanno per essere sfrattati anche di qui, capita, inaspettata una grossa vincita. Finalmente possono prendere possesso d'un lussuoso appartamento; ma i guai non sono finiti. Vittime d'un imbroglione, scoprono troppo tardi che l'appartamento è stato affittato contemporaneamente a vari inquilini.

Segnalazioni cinematografiche C.C.C., vol. XXVII, 1950


Totò cerca casa, opera di due soggettisti passati alla regia, Steno e Monicelli, è una specie di storia illustrata del cinematografo comico: un'antologia dei principali stili, alimentata da frequenti richiami alla farsa teatrale. Comincia come un film del secondo dopoguerra, applicando la comicit` al neorealismo: prosegue con la rarefazione dell'assurdo, accentuando la caricatura sino alle esasperazioni surrealistiche, e conclude come un film del primo dopoguerra, alla maniera di Ridolini. Ispirato ad una commedia napoletana (Il custode, di Moscariello) il film racconta di un impiegato comunale che, rimasto senza alloggio con la famiglia, si acconcia come può pur di avere un tetto, adattandosi a far da custode a un cimitero o rifugiandosi in una soffitta, o facendosi imbrogliare da un tale che gli vende un appartamento gi` abitato da altri. Ognuna di queste situazioni offre possibilit` infinite di equivoci: Totò è scambiato sempre per quello che non è, scolaro prima e poi pittore e infine dinamitardo. E finanche gli riesce possibile di ripetere una delle sue "macchiette" da rivista, nella fin troppo nota imitazione della gallina che starnazza e fa l'uovo. Due o tre sequenze sono particolarmente azzeccate: come quella che satireggia la burocrazia con la moltiplicazione dei timbri e documenti. (Ma l'avevamo incontrata nel recente film tedesco Berlin ballade). Il finale è vorticoso, con la corsa pazza di un'auto che sfonda le case e demolisce i monumenti; quello, appunto, che si rif` alle comiche di trent'anni fa. In definitiva è più il risaputo che il nuovo.

Lan. [Arturo Lanocita], "Corriere della sera", 15 dicembre 1949


Il primo film comico "neorealista" fu Totò cerca casa, perché prima, i film comici erano più surreali o di epoca. Totò cerca casa, proponendo la tematica del problema degli alloggi e degli sfollati, fu il primo film comico a trattare un argomento reale, di attualit`. Da quel momento il film comico cominciò ad avere molti agganci con la realt`, anche se non decadde neppure il genere puramente fantastico. lo e Steno con i nostri Totò cerca casa, Totò e i re di Roma, Guardie e ladri, Totò e Carolina facemmo delle pellicole che avevano indubbiamente una matrice neorealistica.

Mario Monicelli in L'avventurosa storia del cinema italiano, a cura di F. Faldini, G. Fofi, Feltrinelli, Milano 1979


Lo sketch del cimitero in Totò cerca casa fu tutta una invenzione di Totò. Il soggetto, invece, ci nacque da alcune vignette che faceva Metz per un giornale e che intitolava La famiglia Sfollatini, erano le avventure di una famiglia di sfollati che cercava alloggio. A questo spunto, Totò si ricordò che esisteva un atto unico di non rammento più quale scrittore napoletano su una famiglia che andava ad abitare al cimitero. Così vennero pagati i diritti a questo scrittore e Totò lo rielaborò alla maniera sua.

Steno in L'avventurosa storia del cinema italiano, a cura di F. Faldini, G. Fofi, Feltrinelli, Milano 1979

Biografia

regista

Stefano Vanzina (Steno)

Mario Monicelli

Mario Monicelli (Viareggio, Lucca, 1915) ha esordito alla regia nel 1934 con il cortometraggio Cuore rivelatore, per poi dirigere nel 1937 con lo pseudonimo di Michele Badiek il suo primo lungometraggio, Pioggia d’estate. Con Steno ha cosceneggiato e diretto numerosi film, tra cui Totò cerca casa (1949). Nel 1958 ha vinto il Nastro d’argento per la sceneggiatura con I soliti ignoti e l’anno seguente ha ottenuto il Leone d’oro ex aequo alla Mostra del cinema di Venezia con La grande guerra. Ha girato più di sessanta film e ha lavorato con i più importanti attori e attrici
del cinema italiano come Sordi, Totò, Mastroianni, Gassman, Tognazzi, Volonté, la Loren, la Vitti e la Magnani.

FILMOGRAFIA

filmografia essenziale/
essential filmography
Cuore rivelatore (cm, 1934), Pioggia d’estate (1937), Totò cerca casa
(coregia/codirector Steno, 1949), Guardie e ladri (coregia/codirector
Steno, 1951), Totò e Carolina (1955), I soliti ignoti (1958), La grande guerra
(1959), Risate di gioia (1960), I compagni (1963), L’armata Brancaleone (1966), La ragazza con la pistola (1968), Brancaleone alle crociate (1970), Romanzo popolare (1974),Amici miei (1975), Un borghese piccolo  piccolo (1977), Il Marchese del Grillo (1981), I picari (1988), Parenti serpenti (1992), Panni sporchi (1999), Le rose
del deserto
(2006), Vicino al Colosseo c’è Monti (cm, doc., 2008).

Cast

& Credits

Regia: Steno [Stefano Vanzina], Mario Monicelli.
Sceneggiatura: Age, Monicelli, Scarpelli, Steno.
Fotografia: Giuseppe Caracciolo.
Scenografia: Carlo Egidi.
Musica: Carlo Rustichelli.
Montaggio: Otello Colangeli.
Interpreti e personaggi: Totò (Beniamino Lomacchio), Ada Mangini (la moglie), Lia Molfesi (la figlia), Mario Gattari (il figlio), Aroldo Tieri (Cecchino, il fidanzato), Mario Castellani (il truffatore), Marisa Merlini (patronessa), Luigi Pavese (capo ufficio), Cesare Polacco (vice custode), Mario Riva (proprietario agenzia), Alfredo Ragusa (bidello), Mario De Vico (il cinese), Folco Lulli (il turco), Ilario Fiorin (il vedovone), Giacomo Furia (signore apprensivo), Enzo Biliotti (il sindaco).
Produzione: Silvio Clementelli per ATA.
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