Ai zai bie xiang de ji jie

Primavera 1988. Provincia di Guangdong (Cina).
Dopo ripetuti rifiuti da parte del Consolato americano e un anno dopo la nascita del primo figlio, Li riesce finalmente a ottenere un visto come studente per gli Stati Uniti. Il suo piano è quello di acquisire, una volta in America, lo status d'immigrato, di lavorare sodo e di farsi poi raggiungere dal marito, Zhou, e dal figlio. Per la sua generazione, cresciuta durante l'epoca post-Rivoluzione culturale, l'America ha sempre rappresentato il paradiso, il paese della libertà. In primavera Li parte dunque per gli Stati Uniti, piena di speranze. Un anno dopo spedisce una lettera a Zhou, chiedendogli il divorzio.

Primavera 1989. New York City (USA).
Zhou è entrato illegalmente negli Stati Uniti alla ricerca disperata di Li. Con l'aiuto di Jane, una prostituta sinoamericana di quindici anni, Zhou inizia un viaggio nel mondo sotterraneo dell'immigrazione. Ma di Li nessuna traccia. Senza più speranze, l'uomo si attacca a Jane, diventandone in seguito il protettore. Alcuni mesi dopo, quando Zhou ha quasi scacciato dalla mente il fantasma di Li, il passato si impadronisce nuovamente di lui. La coppia si incontra del tutto fortuitamente alla fine dell'estate del 1989...

"Ragazza cinese suicida in Giappone questo il titolo di un articolo che mi capitò sotto gli occhi nell'aprile del 1988. Dato che rimasi molto turbata, cominciai a pormi una serie di domande. Che cosa aveva spinto la ragazza a suicidarsi? Era malata, a corto di denaro, distrutta da una storia d'amore o era perseguitata per ragioni politiche? E cosa ne era della sua famiglia d'origine in Cina? Aveva forse un amore, o un marito, o anche dei figli? L'articolo mi fece ricordare molti amici cinesi che avevo conosciuto quando studiavo all'estero. Per ragioni certo diverse avevano deciso di stabilirsi in un paese straniero, in esilio volontario. Alcuni avevano avuto successo, altri riuscivano a malapena a sopravvivere.
Un tempo i cinesi vivevano con una mentalità contadina. Erano tranquilli, passivi e fatalisti; attribuivano ogni cosa alla volontà divina. Ciò cui aspiravano era condurre una vita pacifica nel loro paese. Poi, la ricerca di una vita migliore fuori dalla loro patria è diventata la preoccupazione di molti cinesi. La strage di Tiananman, del giugno 1989, ha determinato per molti versi una svolta. Quali alternative, quali libertà di scelta sono rimaste?
Dover rifarsi una vita fuori dal proprio paese può essere triste, ma non sentirsi a casa nel proprio paese è ancor più triste. Cosa si può fare se si riesce a trovar dimora da qualche parte, ma si è incapaci di non sentire nostalgia per la propria patria? Ho tentato di affrontare in Ai zai bie xiang de ji jie proprio questo paradosso, che mi affascina e mi inquieta." (Clara Law)

Regia: Clara Law.
Sceneggiatura: Fong Lingching.
Fotografia: Jingle Ma.
Scenografia: Mary Beth Lee.
Musica: Jim Shum.
Montaggio: Ma Kam.
Interpreti e personaggi: Maggie Cheung (Li), Tony Leung (Zhou), Hayley Man (Jane), Liu Chin, Lester Chan, Hsu Liangfong, Lam Tat, Alex Pang, Song Lampo, Shirley Tam, Jody Choy, Ma Sinjee, Vinny Colon, Chester Eng, Chun Hung, Cheryl Kain, Nena Segal, Herb Klinger.
Direttore di produzione: Anthony Chow.
Produzione e vendita all'estero: Friend Cheers Ltd, Block D, Ground Floor, 3 Kent Road, Kowloon, Hong Kong. Tel. 8523365191, Fax 8523384520.