Nazione: Italia
Anno: 1946
Durata: 109'


Questo film ispirato ad un episodio realmente accaduto, narra di un cantante ItaloAmericano arruolato nello "Special American Service", il quale viene lanciato con un paracadute nella campagna Napoletana nella notte tra il 18 e il 19 settembre 1943. Suo compito specifico è di entrare nell'E.I.A.R. di Napoli e trasmettere attraverso il canto le informazioni che il Primo Gruppo della Resistenza, col quale dovr` collegarsi, gli fornir`...
L'ItaloAmericano John Almerighi cade dal cielo su di una Napoli nuova, strana: rovine, tristezza, tedeschi, borsa nera. Il caso gli permetto di raggiungere Napoli su di un camion di borsari neri, i quali gli daranno ospitalit` nella loro casetta sita nella vecchia Napoli. John si collegher` con il Primo Gruppo della Resistenza, entrer` alla Radio, canter` trasmettendo così i primi messaggi prometter` al borsaro nero che lavorer` per lui, si innamorer` della sorella di questi che, fiore nel fango, far` di tutto per dissuaderlo a continuare la brutta strada della borsa nera, credendolo borsaro nero.
Tutto sembra facile per John in una Napoli così terribile, dove i Tedeschi continuano a fare retate ed a sfogare il loro istinto terribile. Ma alla Radio la bionda segretaria, informatrice dei Tedeschi, si accorge che il semplice John è meno semplice di quanto possa sembrare e lo fa pedinare. Una battaglia s'ingaggia fra le due spie: chi vincer`?... John continua a raccogliere le informazioni e la segretaria, facendolo pedinare, scopre il Centro della Resistenza e fa arrestare tutti mentre John, cantando "O' sole mio" trasmette le ultime, importanti informazioni...
Ma "O' sole mio" non è andato in onda poiché la segretaria ha fatto solamente incidere un disco. Terminato il concerto lo invita graziosamente a cena nel suo albergo: Clara si finge innamorata e finalmente riprendendo il suo fare brusco dice a John che sa tutto... che ha scoperto tutto e che il messaggio è solamente inciso in un disco. Clara cerca di ottenere la collaborazione di John in trasmissioni contro gli Alleati, ma con uno stratagemma John riesce a fuggire e corre verso il covo per salvare i compagni: troppo tardi!... Essi stanno gi` sul camion tedesco che li porter` alla Gestapo, dove Clara conta di trovarvi anche il cantante. Trover` invece la tragica improvvisata d'avere con le sue mani rovinata la vita del capo della Resistenza: suo fratello!!! E dopo un angoscioso interrogatorio, dopo una disperata scena fra fratello e sorella, dopo ore di incubo spasimante mentre il fratello sta per essere fucilato... Clara ritrova la via giusta e fa trasmettere il messaggio a John.
1 Tedeschi non risparmiano la vita alla traditrice e John riesce ancora a mettersi in salvo ed esce dalla Radio mentre scoppia l'insurrezione Napoletanta.
E dopo una sintetica visione delle gloriose "quattro giornate", il sole risplender` ancora una volta su Napoli finalmente libera, mentre John e Graziella si cercano fra la folla.

Documentazione stampa d'epoca


Mi hanno detto che, dopo Roma citt` aperta, anche O' sole mio è stato venduto in America. Piacer`. È una storia della resistenza a Napoli, e della battaglia che i napoletani hanno combattuto contro i tedeschi. Portar sullo schermo, come sulla scena, certi temi che ancora incombono su noi con la loro gloria e con la loro passione può essere pericoloso. Il dramma del singolo può sembrar inferiore, o difficilmente esprimibile davanti al largo dramma della collettivit`. L'avventura dell'ufficiale americano che si fa lanciare in paracadute vicino a Napoli, che raggiunge un nucleo di ufficiali della resistenza, e intanto si innamora di una bella ragazza del popolo e, per compiere la sua missione di informatore fa il cantante alla radio, è molto inferiore, sia umanamente che cinematograficamente, all'avventura del popolo, napoletano che si rivolta contro i tedeschi e che d` loro battaglia. È la parte bella, viva, umana, schietta del film, e tra vicoli, piazze, tetti, terrazze e "fondi", Gentilomo l'ha narrata con una calda tavolozza e con un ritmo serrato e trascinante. Più si vedono recitare le masse, e più si deve esser d'accordo che in Italia si è maturi per un film di popolo, che sia la rappresentazione della nostra umanit` collettiva. Inferiori, al confronto, i veri e propri attori, per quanto la Benetti abbia una grazia acerba nella parte della napoletanina, e Ninchi alcuni passaggi vigorosi, di una maschia semplicit`. Tito Gobbi è l'ufficiale paracadutista e baritono; e basta dir questo per capire come la parte sia ingrata, per far andar d'accordo eroismo e bel canto, cifrari e la naturale, la canzone napoletana e i messaggi segreti. Ma sul fronte della sua bella voce si passa senza troppi pericoli. Meglio di tutti, però, gli sconosciuti, gli anonimi della falange delle comparse, la folla ribelle, come al tempo di Masaniello, su e giù per i vichi che dovrebbero essere quelli di Santa Lucia e di Porta Capuana.

Orio Vergani, "Film d'oggi", n. 14, 6 aprile 1946


Forse troppo si è abusato, nel passato recente e in quello remoto, a non voler dare ai nostri film uno sfondo autentico che li sollevasse dalle futili e inverosimili banalit` della farsetta senza epoca e della commediola senza precisa localit` di svolgimento: si che molto del nostro cinematografo risultò amorfo, staccato da quella realt` quotidiana che sì spesso dona genuina emozione, palpitante interesse, aspra verit` al miglior film americano o francese. Ma anche in Italia, finalmente, si mira a togliere il cinema dal suo assenteismo nei confronti del tempo che si vive o che si è vissuto: ed è così, appunto, che da appassionanti avvenimenti di ieri è tratto l'argomento di questo film recentissimo, diretto da Giacomo Gentilomo. O' sole mio, difatti, si ispira alle gloriose giornate dell'insurrezione partenopea del settembre 1944: quell'insurrezione sanguinosa ed epica, nella quale rifulsero eroismi stupendi e perirono martiri oscuri. Essa fu come una diana di riscossa per il popolo italiano: fu il principio di quell'anelito di libert` che doveva scagliare contro gli oppressori nazisti la parte migliore della nostra gente.
Su questo vermiglio e tumultuante sfondo, il regista Gentilomo ha portato, in O'sole mio, una vicenda d'amore ispirata al dramma realmente vissuto di un ufficiale paracadutista americano: dramma insolito e commovente nei suoi sviluppi che la fantasia dei soggettisti ha sagacemente collegato con gli storici e gloriosi eventi della epica realt`. Il film è altresì avvolto in una suggestiva atmosfera musicale, determinata dalla presenza, fra gli interpreti, e in una parte impegnativa e fortissima, del baritono Tito Gobbi, che colla sua voce ben modulata e potente ci far` ascoltare pagine di Verdi e Leoncavallo, canzoni partenopee di Tagliaferri ed altri, nonché un'inedita romanza che non sar` facilmente dimenticata per la sua incantevole orecchiabilit`. Un attore efficacissimo, Carlo Ninchi, e due belle e popolari attrici, Adriana Benetti e Vera Carmi, sono gli altri protagonisti di questo film significativo nel quale la fantasia s'intreccia alla storia e la dolcezza d'un tema d'amore rasserena la cupa atmosfera degli ansiosi giorni che precedettero la fulgida ora della riscossa.

"Cine teatro", n. 7, 1 novembre 1945


Il film, a parte l'intreccio, non era affatto brutto. Era inframezzato da pezzi di documentario girati subito dopo la liberazione di Napoli che erano molto validi. Il film lo girammo al Pallonetto di Santa Lucia, un quartiere di Napoli, e io diventai amico di un ragazzo il quale mi diceva sempre: "Io da grande sarò qualcuno!". Si chiamava Giugiù, ed era il nipote di "Coppola Rossa", un famoso guappo napoletano di Monte di Dio. Difatti poi divenne qualcuno davvero, diventò uno dei più grossi guappi napoletani. La gente si assiepava alla finestra per vederci lavorare, tra commenti ed esclamazioni, come per una partita di football.

Vittorio Caprioli in L'avventurosa storia del cinema italiano, a cura di F. Faldini, G. Fofi, Feltrinelli, Milano 1979


Con un gran senso dello stile, Gentilomo sembra impegnato in una partita contro il neorealismo che in qualche modo sa di aver perso in anticipo. O' sole mio è il tentativo di salvare il salvabile del vecchio cinema: gli attori carismatici nei loro ruoli tradizionali, l'attaccamento alla trama, gli inserti musicali, gli stilemi narrativi. Ma il film registra anche l'irruzione incontenibile della realt`: i veri vicoli e panorami di Napoli, la fila per l'acqua, le retate, il fervore del dialetto, l'utilizzazione di attori occasionali. Vedendo o rivedendo il film di Gentilomo si capisce meglio il tessuto su cui operò la rivoluzione di Rossellini, Zavattini e De Sica. E il regista si comporta come uno di quei politici moderati che si trovano al centro di una situazione rivoluzionaria: da una parte vorrebbero innovare, dall'altra conservare, e in definitiva durano poco, vengono travolti dai tempi nuovi. Questo fu forse il destino di Gentilomo, ma il kitsch di O' sole mio ha oggi qualcosa di gradevolmente attuale.

Tullio Kezich, "La Repubblica", 14 agosto 1985

Biografia

regista

Giacomo Gentilomo

Cast

& Credits

Regia: Giacomo Gentilomo.
Soggetto: Mario Amendola, Vincenzo Rovi.
Sceneggiatura: Amos Tolnay, Mario Sequi, Gaspare Cataldo.
Fotografia: Anchise Brizzi, Tonino Delli Colli.
Scenografia: Alberto Boccianti.
Musica: Ezio Carabella.
Montaggio: Guido Bertoli.
Interpreti e personaggi: Tito Gobbi (John), Adriana Benetti (Clara), Vera Carmi, Carlo Ninchi, Lilli Granado, Ernesto Almirante, Vittorio Caprioli, Salvatore Cuffaro, Arnoldo Fo`, Cesare Polacco.
Produzione: Luciano Doria per Rinascimento Film.
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