Nazione: Italia
Anno: 1949
Durata: 86'


A Napoli, Guglielmo (Amedeo Nazzari) è sposato da alcuni anni con Rosa (Yvonne Sanson) da cui ha avuto due figli, Tonino e Angela. Con loro vive la madre di Guglielmo, Anna (Teresa Franchini). Guglielmo ha una piccola officina di meccanico. Un giorno si presenta Emilio (Aldo Nicodemi) per una riparazione, e riconosce in Rosa la sua exfidanzata. Emilio vorrebbe riallacciare la vecchia relazione, ma Rosa non ne vuole sapere. Per continuare a vederla, Emilio stringe amicizia con Guglielmo, a cui promette un finanziamento per ampliare l'officina. Ma Emilio, che è coinvolto in un losco giro, deve lasciare la citt` e vuol portare con sé Rosa. Minacciandola di rivelare tutto a Guglielmo, la convince a venire nel suo albergo. Rosa, spaventata, accetta, ma solo per dirgli di desistere. Il figlio Tonino ha intuito quello che sta succedendo, e avverte il padre, che scopre la moglie e durante una colluttazione uccide involontariamente Emilio. Guglielmo è costretto a fuggire ed emigra in America; prima di partire costringe la madre a giurare di non far più entrare in casa "quella signora", ai suoi occhi ormai disonorata. Passa il tempo, Guglielmo viene rintracciato e costretto a rientrare in Italia. Durante il processo Rosa, su consiglio dell'avvocato difensore, afferma di essere stata effettivamente l'amante di Emilio, sicché Guglielmo viene assolto per "delitto d'onore". Sconvolta per il risultato della sua falsa testimonianza, che ha salvato Guglielmo ma in pari tempo glielo ha fatto perdere per sempre, Rosa tenta il suicidio: ma viene salvata all'ultimo momento da Guglielmo, a cui nel frattempo l'avvocato ha rivelato la verit`.

Adriano Apr`, Claudio Carabba, Neorealismo d'appendice, Guaraldi, Firenze 1976


Una donna sposata, madre di due figli, s'imbatte nel suo exfidanzato, e resiste alle di lui proposte sconce. Il marito crede che la moglie l'abbia tradito e ammazza il presunto rivale. I bambini, povere stelle, hanno capito tutto e vorrebbero riportare la pace in famiglia. La moglie, per non far condannare a trent'anni il marito, dichiara in tribunale di aver ceduto al morto e convalida così le attenuanti della difesa. E via di questo passo.
Sullo sfondo Napoli, Marechiaro, Roberto Murolo e le sue chitarrate. Più in evidenza, i seni di Yvonne Sanson, la voce (non altrettanto gradevole) di Amedeo Nazzari, le passioni lacrimogene e la trascuratezza comune a molti film italiani.
Tuttavia questo avr` successo presso un certo pubblico. Qualcosa, tutto sommato, vi succede.

"L'Unit`", 24 marzo 1950


Le innovazioni portate da Catene nei tradizionali schemi e tipologie narrative sono evidenti. La vicenda è ambientata ai giorni nostri, tra figure di lavoratori, con riferimento d'attualit` al tema dell'emigrazione; l'intervento del caso, la girandola delle rivelazioni e scene madri si sono fatti meno vorticosi; il comportamento dei personaggi denota uno sforzo di plausibilit`: potremmo quasi trovarci di fronte a un fatto di cronaca, del quale il risvolto romanzesco della falsa confessione sottolinea le caratteristiche nazionali in modo tutt'altro che inverosimile, secondo il costume dei crimini passionali e divorzi all'italiana. Richiamarsi ai nomi di Rossellini, De Sica, Visconti può apparire blasfemo. Nondimeno, Catene si riallaccia, a suo modo, all'insegnamento neorealista: segna il momento della massima diffusione e fortuna popolare dei moduli espressivi illustrati dalla scuola gloriosa. Gi` in passato non erano mancati film del tipo Tombolo, paradiso nero (1947), ispirati alle vicende sanguigne del più turbolento dopoguerra e volti a sfruttare in chiave scandalistica le formule adottate dai nostri maggiori registi. Ma si trattava di mistificazioni, nemmeno troppo fortunate commercialmente. Il caso Matarazzo è diverso. Dai neorealisti egli ha appreso a esplorare la realt` della vita, del costume popolare italiano, aderendo con simpatia non mentita alle pene dei personaggi di cui narra la storia.

Vittorio Spinazzola, Cinema e pubblico, Bompiani, Milano 1974

Biografia

regista

Raffaello Matarazzo

Raffaello Matarazzo (Roma, 1909-1966) esordisce come critico cinematografico su «Il Tevere» e «L’Italia letteraria» e lavora come aiuto regista per Mario Camerini. L’esordio alla regia avviene nel 1933, con Treno popolare, il cui insuccesso lo induce a orientarsi verso la commedia, con film come L’anonima Roylott (1936), L’albergo degli assenti (1939) e Giorno di nozze (1942). Dopo alcuni film girati in Spagna, dà inizio a una pluriennale collaborazione con la Titanus, da cui nasce la lunga serie di film interpretati da Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson e sceneggiati da Aldo De Benedetti (Catene, 1949, Tormento, 1950, I figli di nessuno, 1951, Chi è senza peccato…, 1952, Torna!, 1953, L’angelo bianco, 1955). Negli anni Sessanta torna alla commedia, per poi chiudere la carriera con il melodramma Amore mio (1964).

FILMOGRAFIA

Treno popolare (1933), Kiki (1934), Joe il rosso (1936), L’anonima Roylott (1936), Sono stato io! (1937), L’albergo degli assenti (1939), Giù il sipario (1940), Trappola d’amore (1940), Notte di fortuna (1941), Giorno di nozze (1942), Il birichino di papà (1943), La fumeria d’oppio (1947), Lo sciopero dei milioni (1948), Paolo e Francesca (1949), Catene (1949), Tormento (1950), I figli di nessuno (1951), Il tenente Giorgio (1952), Chi è senza peccato... (1953), Torna! (1953), Vortice (1953), La schiava del peccato (1954), L’angelo bianco (1955), La risaia (1956), L’ultima violenza (1957), Malinconico autunno (1958), Cerasella (1960), Adultero lui, adultera lei (1963), I terribili 7 (1964), Amore mio (1964).

Cast

& Credits

Regia: Raffaello Matarazzo.
Soggetto: Libero Bovio, Gaspare Di Majo.
Sceneggiatura: Aldo De Benedetti, Nicola Manzari.
Fotografia: Mario Montuori.
Scenografia: Ottavio Scotti.
Musica: Gino Campasi.
Montaggio: Mario Serandrei.
Interpreti e personaggi: Amedeo Nazzari (Guglielmo), Yvonne Sanson (Rosa), Teresa Franchini (Anna), Aldo Nicodemi (Emilio), Roberto Murolo, Aldo Silvani, Amalia Pellegrini, Giulio Tommasini, Lilly Marchi e i bambini Gianfranco Magalotti (Tonino) e Rosalia Randazzo (Angela).
Produzione: LaborTitanus.
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