36° TORINO FILM FESTIVAL
JEAN EUSTACHE

UNE SALE HISTOIRE

UNE SALE HISTOIRE
di Jean Eustache
Nazione: Francia
Anno: 1977
Durata: 50'


Un uomo racconta com’è diventato voyeur guardando da un buco nella toilette delle signore. La narrazione è duplice: in forma di finzione, affidata a Michaël Lonsdale, e di documentario, narrato in prima persona da Jean-Noël Picq. Messa in scena della parola, gioco di vero e falso, illusione che mito, memoria, cinema preesistano alla realtà: come un foro nella porta, un buco nero da cui scorgere l’origine del mondo.

Biografia

regista

Jean Eustache

Jean Eustache (Pessac, Francia, 1938 - Parigi, Francia, 1981) trascorre l’infanzia nel paese natale, accudito dalla nonna materna. Sarà questo un periodo della vita che influenzerà profondamente la sua filmografia, segnata da una forte componente autobiografica. Al principio degli anni Cinquanta si trasferisce a Narbonne con la madre per stabilirsi infine a Parigi, dove lavora come operaio nelle officine delle ferrovie francesi. Nella capitale Eustache frequenta con passione i cineclub e la redazione dei «Cahiers du cinéma», in cui entra in contatto con i protagonisti della Nouvelle vague. Gira il cortometraggio La soirée (1963), ma il suo vero esordio da regista è Les mauvaises fréquentations (1963-1964), breve racconto dedicato alla domenica di due giovani balordi parigini. Il film sarà distribuito nelle sale nel 1967 insieme al secondo lavoro di Eustache, Le Père Noël a les yeux bleus (1965-1966). Nell’anno clou delle rivolte studentesche il regista torna al paese di origine per girare La Rosière de Pessac (1968), esempio di una via «intima» alla rappresentazione del reale che caratterizzerà anche Le cochon (1970) e soprattutto Numéro zéro (1971), dedicato all’amata nonna, ripresa mentre racconta al nipote la propria storia. Il cinema come atto di rielaborazione del proprio vissuto è alla base anche del suo capolavoro più conosciuto, La maman et la putain (1973), pellicola che sa intercettare lo spirito di disillusione della generazione postsessantotto. Il relativo successo del film, vincitore del gran premio della giuria a Cannes, permette al regista di girare il suo secondo lungometraggio, Mes petites amoureuses (1974), racconto di formazione ancora una volta ispirato alle sue esperienze reali. Il film è un insuccesso. Gli ultimi anni sono segnati da sperimentazioni per la televisione e da numerosi progetti incompiuti, ma anche da una condizione esistenziale sofferta che lo spinge all’isolamento. Eustache si suicida all’età di quarantadue anni, sparandosi al cuore nel suo appartamento di Parigi.

FILMOGRAFIA

La soirée (cm, 1963), Les mauvaises fréquentations (mm, 1963-1964), Le Père Noël a les yeux bleus (mm, 1965-1966), La Rosière de Pessac (I) (doc., 1968), Le dernier des hommes: postface (cm, doc., tv, 1968), La petite marchande d’allumettes: postface (cm, doc., tv, 1969), Le cochon (coregia/codirector Jean-Michel Barjon, mm, doc., 1970), Numéro zero (doc., 1971), La maman et la putain (id., 1972-1973), Mes petites amoureuses (1974), Une sale histoire (mm, 1977), La Rosière de Pessac (II) (doc., tv, 1979), Le jardin des délices de Jérome Bosch (mm, doc., tv, 1979), Les photos d’Alix (cm, doc., 1980), Offre d’emploi (cm, tv, 1980).

Cast

& Credits

regia, sceneggiatura/director, screenplay
Jean Eustache
fotografia/cinematography
Jacques Renard, Pierre Lhomme, Michel Cenet
montaggio/film editing
Chantal Colomer
suono/sound
Roger Letellier, Bernard Ortion
interpreti e personaggi/cast and characters
Michaël Lonsdale, Jean Douchet, Douchka, Laura Fanning, Jean-Noël Picq (narrator/narrator), Elisabeth Lanchener, Françoise Lebrun, Virginie Thévenet, Annette Wademant, Jean Eustache (interlocutori/interlocutors)
produttori/producers
Jean Eustache, Pierre Cottrell
produzione/production
Les Films du Losange
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