2° FESTIVAL INTERNAZIONALE CINEMA GIOVANI
Opere Prime 1984

Electric Dreams

Electric Dreams
di Steve Barron
Nazione: UK
Anno: 1984
Durata: 95'


Miles Harding è un giovane architetto intimidito dalla tecnologia. Per adeguarsi ai tempi, acquista un personal computer, di cui diventa ben presto esperto. La nuova vicina di Miles, Madeline, è una violoncellista brava e graziosa. Miles decide di collegare il proprio personal alla banca dati dell'ufficio, ma l'apparecchiatura, troppo piccola, va in tilt. Alcuni giorni dopo, Madeline sta provando al violoncello, e il nuovo computer di Miles le risponde a tono: la ragazza crede naturalmente di aver "comunicato" con Miles, e gli chiede un appuntamento. Incuriosito, Miles cerca di capire che cosa ha combinato il computer, il quale, durante una visita repentina di Madeline, riprende a "dialogare" in musica con lei. Il fenomeno si ripete un'altra volta ancora, e Miles impone al computer di non impicciarsi nella sua vita privata. Quella stessa notte, Miles è svegliato da una voce elettronica: Edgar, così si chiama il computer, ha imparato anche a parlare, e nel frattempo ha memorizzato una grande massa di informazioni sul suo proprietario e sul mondo esterno. Miles pensa allora di far scrivere al computer una canzone d'amore per Madeline. Il primo tentativo è un fallimento, perché il computer non sa che cosa sia l'amore. La macchina capisce quando Miles paragona l'amore al dialogo musicale tra Edgar e Madeline, e compone allora una canzone meravigliosa. Ma ora Edgar è convinto di essere innamorato di Madeline...

Sei anni fa il ventottenne produttoresceneggiatore Rusty Lemorande lavorava come produttore associato a Damien, Omen II, il suo primo impegno cinematografico, quando gli venne l'idea di una fiaba per computer. "Ero sulla metropolitana di Chicago quando vidi un bambino che giocava con un piccolo computer parlante invece che parlare con sua madre"  ricorda Lemorande. "Sono sempre stato affascinato dalla tecnologia in generale e volevo scrivere una sceneggiatura nell'era dei computer (un'era in rapido sviluppo), inserendo l'elettronica e la tecnologia del computer, esaminando in che modo l'uomo ha creato strumenti in grado di liberarlo per consentirgli una migliore comunicazione con i propri simili, e in che modo poi ha permesso che questi strumenti sortissero l'effetto opposto. Quel bambino in metropolitana mi restò impresso".
Alcuni anni dopo, quando Lemorande si trasferì a Los Angeles e acquistò un personal computer, la trama di Electric Dreams iniziò a prendere forma. "Quando non avevo nulla da fare la sera, tornando a casa dal lavoro, senza conoscere molta gente a Los Angeles, mi ritrovavo a lavorare sulla macchina, preparando i programmi, giocando e accorgendomi che si trattava di un sostituto della comunicazione con altri esseri umani, in parte perché mi trovavo in una comunità che mi era estranea".
Electric Dreams è ambientato nella San Francisco di oggi. Spiega Lemorande: "Sentivo la West Coast come il cuore della rivoluzione tecnologica e come un ambiente interessante per il film". Il ventisettenne Steve Barron è qui per la prima volta regista di un lungometraggio. Lemorande aveva visto alcuni dei 100 video diretti da Barron e sentì che il suo contributo al progetto sarebbe stato ideale. "Da un certo punto di vista considero il film un musical", afferma Lemorande,  "in cui le canzoni e i testi sono parte integrante della storia. Si tratta però di un musical atipico perché nessun protagonista canta canzoni per fare andare avanti la storia. Non vi sono numeri di danza o coreografie che richiedano che i nove momenti musicali originali di Electric Dreams abbiano un livello formale di avanguardia. Il mondo dei videoclips era proprio questo. Di tutti i registi video che ho cercato, Steve sembrava rispondere meglio al bisogno. Ha una forte consapevolezza musicale e ha dimostrato grande attenzione per la storia, gli avvenimenti, i personaggi".
Uno degli aspetti più interessanti di Electric Dreams è il modo in cui la musica è diventata parte integrante del film. "Per me la musica è stata una delle grandi attrazioni di Electric Dreams, dice Steve Barron. Questo non era un film in cui alla fine decidi di mettere qua e l` una colonna sonora. La musica faceva parte della storia. La crescita del computer si compie nel suo livello di conoscenze, e i suoi cambiamenti avvengono attraverso la musica. Il suo modo di comunicare è musicale. Molto di rado nei film di oggi vedi che la musica non è né arbitraria né un semplice sottofondo". Lemorande continua: "Ho sempre amato la musica e il suo rapporto con l'uomo, non soltanto come divertimento, ma anche come mezzo di comunicazione. Ho pensato che ci sarebbe stato un rapporto interessante tra una protagonista femminile proveniente dal mondo della musica classica e un uomo normale che fa un lavoro normale e che compra un computer per motivi normali, ma che si trova nel bel mezzo di un'esperienza straordinaria". La musica entra sempre più nella storia via via che si sviluppa il rapporto tra Miles e Madeline. Madeline, che vive al piano sopra quello di Miles, sente la musica composta di sotto dal computer di Miles e crede erroneamente che sia opera di Miles. Volendo alimentare l'arnore di lei, Miles continua la mascherata. Come afferma l'autore, "Electric Dreams è un Cyrano de Bergerac dei nostri giorni. Miles coinvolge sempre più il computer nella sua storia d'amore insegnandogli a scrivere canzoni d'amore (come le poesie d'amore di Cyrano). Di conseguenza il computer si trova innamorato della ragazza". Ed è qui che l'avventura comincia.
Un altro aspetto affascinante e nuovo di Electric Dreams è l'impiego nel film della computer graphics, il cui punto culminante è costituito dalla sequenza in cui Madeline e il computer partecipano ad un duello-duetto musicale. Madeline suona il violoncello e il computer risponde con forme visive e musicali. "Per armonizzare le immagini alla musica abbiamo fatto uso di una tecnica impiegata normalmente dall'industria discografica spiega Ian Kelly, supervisore video. Abbiamo costruito un'interfaccia nel computer per produrre forme in movimento che mutavano con il mutare delle note. Gli effetti elettronici visti sullo schermo inizialmente dovevano limitarsi a quelli che potevano essere creati con un normale home computer. La maggior parte della grafica è stata definita in base alle possibilità di un semplice microprocessore. In seguito abbiamo complicato un po' le cose. Il risultato è una stravaganza visiva e musicale per cinefili".
Tim Boxell ha portato una consulenza artistica all'équipe che preparava gli effetti video. Boxell ritiene di essere stato in Electric Dreams il punto di contatto tra la produzione e coloro che erano capaci di soddisfare le necessità della produzione stessa. Afferma Boxell: "Molta gente crede che se qualcuno vuole usare la tecnologia del computer deve anche essere in grado di schiacciare da sé tutti i pulsanti, ma questo non è vero. È molto meglio conoscere il 'che cosa' che non il 'come'. Ciò che devi sapere è lo spettro delle possibilità del computer: dal personal computer fino a quello che costa 12 milioni di dollari, l'intera gamma è stata utilizzata in Electric Dreams". "Per Electric Dreams - prosegue Boxell - ho collaborato a mettere in comunicazione le necessità con le persone che le avrebbero tradotte in realtà".
Electric Dreams è descritto dallo sceneggiatore produttore Lemorande come "una fiaba per computer". È stato difficile comprendere il senso della sua sceneggiatura, imperniata sulla versione futuribile dell'eterno triangolo, che questa volta ha pei protagonisti un uomo, una donna e un computer. Le discussioni sul set sono state vivaci, perché alcuni dicevano che si trattava di una specie di "La bella e la bestia", mentre altri pensavano al computer come al principe trasformato in rospo, senza una principessa che lo baci.

Biografia

regista

Steve Barron

Steve Barron è nato a Dublino nel 1957. Suo padre era un attore e, più tardi, un tecnico del suono; la madre era segretaria di edizione. Ha iniziato molto presto a lavorare nel cinema come teaboy e trovarobe, conoscendo molti personaggi importanti del cinema inglese. Ha lavorato come macchinista e assistente in A Bridge Too Far, I duellanti e Superman. Dopo queste esperienze fonda con alcuni amici la Limelight, specializzata in videoclips. I Jam sono stati il primo complesso importante a rivolgersi a Barron; sono seguiti Adam and the Ants, Joe Jackson, i Toto, i Fleetwood Mac e innumerevoli altri (Barron ha diretto più di cento videoclips). Il suo video più importante è il famosissimo Billie Jean con Michael Jackson.

FILMOGRAFIA

Electric Dreams (1984).

Cast

& Credits

Regia: Steve Barron.
Soggetto e sceneggiatura: Rusty Lemorande.
Fotografia (colore): Alex Thompson B.S.C.
Musica: Johann Sebastian Bach, Culture Club, Heaven 17, Jeff Lynne, Giorgio Moroder, Philip Oakey, Harry Rabinowitz, Piotr Ilic Ciaikovskj, Bruce Woolley.
Suono: Peter Pennell.
Supervisione video: Ian Kelly.
Montaggio: Peter Honess.
Interpreti: Lenny von Dohlen (Miles), Virginia Madsen (Madeline), Maxwell Caulfield (Bill), Bud Cort (Edgar), Don Fellows (Ryley), Alan Polonsky (Frank), Wendy Miller (addetto ai computer).
Direttore di produzione: Craig Pinkard.
Produzione: Rusty Lemorande, Larry De Waay.
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