2° FESTIVAL INTERNAZIONALE CINEMA GIOVANI
Retrospettiva - Nouvelle Vague

Lettre de Sibérie

Letter from Siberia
di Chris Marker
Nazione: Francia
Anno: 1958
Durata: 75'


L'avvicinarsi dell'inverno forse non è il momento ideale per filmare in Siberia. D'altra parte, quando si ha la possibilit` di andare in Siberia, e forse non si ripresenter` più, si può forse cavillare? E poi, quando la magnificenza di un treppiede nichelato vi consente di progettare un lungometraggio, quindi la possibilit` di dire di più, ci si può fermare con la preoccupazione (confermata dall'esperienza) di partorire un mostro, un cortometraggio di sette bobine? Ci siamo quindi imbarcati - Pierrard, Gatti, Vierny ed io - alla fine d'agosto nel 1957 in un'avventura da cui questo film e il libro di Gatti Sibérie-moins-zero-plus-l'infini riescono almeno a dare un'idea. La medaglia di scopritori aveva il suo rovescio una certa impreparazione sul lavoro dei quadri sui quali facevamo domande.
Inoltre noi non volevamo fare il gioco del documentario-sovietico-prima-del-ventesimo-congresso, la cui regola era: ogni immagine deve essere, come la moglie di Stalin, insospettabile. Positivo+positivo+positivo all'infinito, cosa che è per lo meno strana nel paese della dialettica. Da cui una certa incomprensione, che non fa che sottolineare l'eccezionale senso sportivo dei nostri ospiti, lasciandoci e aiutandoci a lavorare in un modo che non sempre comprendevano e forse disapprovavano.

C. Marker
(Commentaires, Ed. du Seuil, Paris 1961)


Come presentare Lettre de Sibérie? Prima di tutto in negativo, constatando che il film non assomiglia assolutamente a nulla di gi` visto finora in fatto di film documentari (a "tema"). Ma ora bisogna cercare di dire che cosa è. Detto in modo oggettivo e banale il film è il reportage cinematografico di un francese che ha avuto il privilegio di visitare liberamente la Siberia compiendo un viaggio di diverse migliaia di chilometri. Ma da tre anni in qua possiamo vedere qualche servizio filmato di viaggiatori francesi in Russia, e Lettre de Sibérie non assomiglia ancora a nessuno di questi. Stringiamo pifi da vicino la sua realt`. Proporrei la seguente definizione approssimativa: Lettre de Sibirie è un saggio in forma di reportage cinematografico sulla realt` siberiana passata e presenta. O ancora, adattando la formula di Vigo per A propos de Nice ("un punto di vista documentato"), dirò: un saggio documentato dal film. Essendo la parola-chiave saggio intesa come in letteratura: un saggio nello stesso tempo storico e politico ancorché scritto da un poeta.
In realt`, di solito, e proprio nel documentario "impegnato" o a tesi, l'immagine, vale a dire l'elemento propriamente cinematografico, costituisce la metria prima del film. L'orientamento è dato dalla scelta e dal montaggio, ed il testo completa, organizzandolo, il senso così conferito al documento. Con Chris Marker le cose vanno altrimenti. Direi che la materia prima è l'intelligenza, la sua espressione immediata è la parola e l'immagine non interviene se non in terza posizione, in riferimento a questa intelligenza verbale. Il procedimento è invertito. (…)
Devo ancora far sapere al lettore, per completare l'idea che può farsi di quest'esperienza senza precedenti, che Chris Marker non si limita a utilizzare i documenti filmati sul posto, ma tutto il materiale filmico adatto allo scopo, il documento fisso, naturalmente (stampe, foto, ecc.), e anche il disegno animato, senza esitare del resto, alla maniera di McLaren, a dire le cose più serie nel modo più buffo (la sequenza dei mammuth). Un solo comun denominatore a questo fuoco d'artificio di procedimenti: l'intelligenza. L'intelligenza e il talento.

A. Bazin
("France Observateur", 30 ottobre 1958)

Biografia

regista

Chris Marker

Chris Marker (pseudonimo di Christian François Bouche-Villeneuve; Neuilly-sur-Seine, Francia, 1921 - Parigi, Francia, 2012) nel 1953 ha realizzato con Alain Resnais il film Les statues meurent aussi. Si è poi dedicato al documentario con film come Lettre de Sibérie (1957) e Le joli mai (1963), e in seguito, nell’arco di una carriera lunga quasi mezzo secolo, ha realizzato diversi altri lavori, tra i quali i celebri La jetée (1962), Sans soleil (1983) e Le tombeau d’Alexandre (1993), affermandosi come uno dei più importanti registi militanti e sperimentali del cinema francese.

FILMOGRAFIA

filmografia essenziale/essential filmography

Olympia 52 (1952), Les statues meurent aussi (coregia/codirector Alain Resnais, cm, doc., 1953), Lettre de Sibérie (doc., 1957), ¡Cuba Si! (mm, doc., 1961), La jetée (cm, 1962), Le joli mai (doc., 1963), Loin du Vietnam (collettivo/collective, doc., 1967), La sixième face du pentagone (cm, doc., 1968), La bataille des dix millions (mm, doc., 1971), Vive la baleine (cm, doc., 1972, co-regia Mario Ruspoli), L’ambassade (cm, 1973), Le fond de l’air est rouge (doc., 1977), Junkopia (cm, doc., 1981), Sans soleil (doc., 1983), A.K. (doc., 1985), Mémoires pour Simone (doc., 1986), Le tombeau d’Alexandre (doc., tv, 1993), Level Five (1997), Chats perchés (mm, tv, 2004).

Cast

& Credits

Regia e sceneggiatura: Chris Marker.
Fotografia: Sacha Vierny.
Effetti speciali: Arcady.
Documentazione: Armand Gatti.
Assistenti: Marie-Claire Pasquier, Jasmine Chasney, Remo Forlani.
Montaggio: Anne Sarraute.
Musica: Pierre Barbaud.
Narratore: Georges Rouquier.
Produzione: Argos Films-Procinex.
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