19° TORINO FILM FESTIVAL

LOTHRINGEN!

LOTHRINGEN!
by Jean-Marie Straub, Danièle Huillet
Country: France, Germany
Year: 1994
Duration: 21'


J.-M.S.: Sono lorenese, cresciuto in una famiglia imbevuta del «ricordo francese». Mio nonno aveva conosciuto l'occupazione del 1870. Nella biblioteca di famiglia non c'erano molti libri, ma c'era Colette Baudoche di Barrès. Un libro che, durante l'occupazione nazista, bisognava nascondere appena suonavano alla porta. Mio padre e mia madre lo avevano letto con venerazione. Quanto a me, mi ero rifiutato, mi infastidiva.
Qualche mese fa un tizio di Saarbrucken mi ha telefonato e mi ha detto: «So che lei è di Metz e per Arte abbiamo avuto l'idea di una serata a tema sulla Lorena». Ho cominciato a rispondergli che la Lorena non era un tema, che i loro temi li trovavo ridicoli e sempre più stupidi. Non mi andava. La Lorena l'ho amata troppo per dirne male e l'ho troppo odiata per dirne bene. Mi è costata undici anni di esilio. Sono stato condannato dal tribunale delle forze armate di Metz (per aver rifiutato di partecipare alla guerra in Algeria, ndr).
D.H.: Non era colpa della Lorena...
J.-M.S.: Non importa. Il modo in cui gli algerini si facevano trattare a Metz dopo il 1954... Beh, quel tale di Saarbrucken ha insistito. Gli ho risposto: «D'accordo, vi faccio un film sulla centrale nucleare di Cattenon, che fa tremare i tedeschi dall'altra parte della frontiera». Poi mi sono reso conto che avrei dovuto visitare quarantadue centrali nucleari in Francia per fare un paragone, lavorare con un fisico nucleare, che in altre parole avrei dovuto lavorare come un cane. Tanto più che non avevo voglia di finire in un fossato, trasformato in una pressa dalla mafia nucleare.
Dato che quel tizio insisteva ancora, gli ho detto: «Bene, farò qualcosa ma del tutto controcorrente rispetto all'idea di riconciliazione francotedesca e di celebrazione della bella Europa di Maastricht. Vi faccio un film di sette minuti». E lui mi d` sessantamila marchi, che hanno pagato una parte del film (che ne costa 400.000).
Ho letto Colette Baudoche. Ho fatto i conti di ciò che volevo mantenere. Non molto. L'ho dato a Danièle dicendole: «Scegli ciò che pensi di poter salvare». Eravamo d'accordo, di non conservare molto. E poi vi sono nel romanzo di Barrès delle informazioni che in seguito sono state rirnosse. La storia dell'esodo delle popolazioni lorenesi verso la Francia, per esempio: nessuno ne parla più.
D.H.: Oggi non si impara più a scuola quest'episodio della storia di Francia. Alla Cinémathèque a Parigi c'è stato un giovane che ha persino domandato se tutto ciò fosse vero.
J.-M.S.: Napoleone il piccolo aveva dichiarato guerra alla Prussia, che all'epoca non era una potenza tanto grossa, per salvare la sua posizione in Francia. Ma la cosa gli è andata male: il suo esercito si è fatto battere a Sedan. È questo che celebra il monumento al re di Prussia che si vede all'inizio del film. Al re di Prussia, vincitore, sono stati regalati lingotti d'oro, miniere di carbone e di ferro e per giunta lo hanno consacrato imperatore a Versailles.
La gente della Lorena - che si era messa in marcia gridando «Viva la Francia! Preferiamo fare i manovali che morire prussiani» - ha reagito come i parigini che hanno preparato la difesa della capitale. Non hanno capito perché i militari si erano arresi.
D.H.: Vi sono anche ragioni personali nel tuo interessamento al testo di Barrès.
J.-M.S.: Mi commuove perché in famiglia c'è stato un va' e vieni. Una delle sorelle di mio nonno è stata internata dalla Gestapo per aver aiutato a fuggire alcuni prigionieri francesi. Un'altra prozia aveva sposato un architetto di Francoforte, che in seguito si è stabilito a Metz e non ha voluto avere più nulla a che fare con i tedeschi. Passava persino le serate ad ascoltare Radio Londra.
E poi, un altro piccolo particolare. La prima volta che sono andato in Germania era nel 1956, per il nostro progetto su Bach. Vado a Stoccarda, vado nella Germania dell'Est, nella Svizzera tedesca per consultare dei musicologi. Ogni volta mi dicono: «Lei parla bene il tedesco», e io di rimando: «Insomma, non così bene». Allora mi chiedono dove sono nato, io rispondo a Metz. Allora esclamano: «Non c'è da meravigliarsi!». La cosa mi fa rabbia, la mia lingua è il francese. Non ho mai udito una sola parola tedesca prima dell'occupazione nazista. La gente era costretta a imparare quella lingua che si rifiutava di parlare. Significher` qualcosa!
Si può ben capire che la storia della proibizione dell'insegnamento del francese da parte dei prussiani in quattro villaggi della Lorena nel 1871 mi abbia colpito. Tanto più che non conoscevo questa storia prima di leggere Barrès. I tedeschi mettevano a punto un prototipo. Se la cosa fosse riuscita, avrebbero applicato questa misura a tutta la regione di Metz. Avrebbero fatto venire un maggior numero di tedeschi, rinforzato la loro colonizzazione in Lorena. L'avrebbero germanizzata. L'operazione è fallita.
D.H.: Bismarck non si faceva illusioni, pensava che Metz fosse troppo francese e che l'annessione avrebbe comportato solo dei guai.
J.-M.S.: Gli sarebbe bastato impadronirsi delle miniere.
D.H.: L'altro giorno la ragazza di Strasburgo, responsabile di questa trasmissione, ha detto a Jean-Marie: «Ah, sì! Quella piccola provincia...».
J.-M.S.: «... non molto importante ma molto piacevole».
D.H.: Il ducato di Lorena! Ma si rende conto! Il 18 agosto, sull'altopiano di Gravelotte c'erano 120.000 francesi contro 285.000 tedeschi. Costoro hanno attaccato per tre volte. Alle cinque del pomeriggio, cavalleria in testa, cadono 240 ufficiali, il fior fiore dell'aristocrazia, e 6.500 soldati. Alle 19 è la fanteria, i sassoni, il dodicesimo corpo che va all'attacco, senza successo. La sera l'artiglieria distrugge il villaggio. Brucia tutto. I sassoni e i prussiani attaccano allo stesso tempo, muoiono 12.000 francesi e 20.000 tedeschi. Una cosa insensata. Primo settembre, vittoria tedesca a Sedan. Il 4 settembre, viene proclamata la repubblica a Parigi, che viene assediata. Il 27 ottobre Metz capitola. 173.000 soldati, 3 marescialli, 50 generali, 1400 cannoni vengono consegnati ai tedeschi. Il 18 gennaio il piccolo re di Prussia viene proclamato imperatore, ed è in veste di imperatore che va a dare una mano per distruggere la Comune, che si installa il 18 marzo.
J.-M.S.: Oggi non insegnano niente di tutto ciò.
D.H.: A questo punto come si può pretendere che la gente si interessi a ciò che avviene In Jugoslavia? Ha l'impressione che si svolga sulla luna.
(«Libération», 12 gennaio 1995, trad. it. in in Il cinema di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet, a cura di Piero Spila, Bulzoni editore, Roma 2001)

(...) La sortie en salle en complément de programme de Du jour au 1endemain, du court métrage Lothtringen tourné en 1994, outre qu'elle permettra de découvrir ou de revoir un beau film, invite, par le jeu naturel des comparaisons, ` réduire définitivement ` néant le cliché de monolithisme qui a cours ` propos de l'oeuvre des Straub. Il y a bien sûr en premier lieu la dissemblance de sujet et d'inspiration - tout de même relative, puisque les deux films sont traversés par le thème, essentiel chez Straub, de la fidélité, au couple ou ` la patrie (...). Il y a ensuite et surtout - c'est cet aspect-l` qui importe au plus haut point - deux traitements radicalement dissemblable de l'espace. Autant Du jour au 1endeimain travaille ` la segmentation d'un espace (le studio, l'appartement conjugal) qu'il nous a été donné, au premier pian, de contempler dans sa totalité, autant Lothringen! - parcourant Metz et ses environs, fait retour sur un autre espace (la Lorraine ou lotharinjie, Lothringen en Allemand) pour en organiser la recomposition. (...)
Reste cependant Colette Baudoche, la jeune fille du début du siècle, ` la quelle Lothringen! offre deux plans magnifiques. Dans l'un elle est de dos, dans l'autre de face, mais ` chaque fois immobile, en posture: de résistante. Au dernier plan du film, les Straub font surgir la composition (on pourrait parler de plan-tableau si l'on n'entendait pas déj` d'ici hurler Jean-Marie Straub) dans un film dévoué ailleurs ` l'enregistrement; par le jeu d'ombres et de lumières, Colette (Emmanuelle Straub), filmée en très légère plongée, se fond dans le paysage lorrain qui se tient dans son dos, et devient alors, le plus naturellement du monde, son porte-parole, son corps-étendard: brisant le charme du plan, elle relève la tête pour dire en face (c'est presque un regard-caméra qu'elle lance) son refus ` son fiancé : «Je ne peux pas être allemande. Ne m'en veuillez pas». Ni documentaire, quoiqu'on y voie la Lorraine comme nulle part ailleurs, ni film d'histoire, ni roman, quoique la fin soit enlevée par une vraie montée en puissance dramatique, Lothringen! est tout cela ` la fois, en vingt-et une minutes seulement.
(Emmanuel Burdeau, «Cahiers du Cinéma», n. 510, febbraio 1997)

Biography

film director

Jean-Marie Straub

Jean-Marie Straub (Metz, France, 1933) worked as an assistant to the film directors Robert Bresson, Abel Gance, Jean Renoir and Jacques Rivette. In 1963, he and Danièle Huillet, who became his companion in life and work, made their first film together, Machorka - Muff, based on a story by Heinrich Böll. They made their first feature-length film, Chronicle of Anna Magdalena Bach, in 1968. Since then, they have directed over thirty films, taking on writers like Friedrich Hölderlin and Cesare Pavese. The 2006 Venice Film Festival awarded them a special Lion for innovation in film language.

FILMOGRAFIA

 filmografia essenziale/essential filmography

Machorka - Muff (coregia/codirector Danièle Huillet, cm, 1963), Chronik der Anna Magdalena Bach (Cronaca di Anna Magdalena Bach, coregia/codirectorDanièle Huillet, 1968), Moses und Aaron (Mosè e Aronne, coregia/codirectorDanièle Huillet, 1975), Dalla nube alla resistenza (coregia/codirector Danièle Huillet, 1979), Der Tod des Empedokles (La morte di Empedocle, coregia/codirector Danièle Huillet, 1987), Lothringen! (coregia/codirectorDanièle Huillet, cm, 1994), Sicilia! (coregia/codirector Danièle Huillet, 1999),Une visite au Louvre (coregia/codirector Danièle Huillet, 2004), Corneille-Brecht (cm, 2009), O somma luce (2010), Jeonju Digital Project 2011 - Un héritier (cm, 2011).

Danièle Huillet

Danièle Huillet was born in Paris on May 1, 1936. She grew up in the country and returned to Paris around 1948. She studied at the Jules Ferry high school. She prepared for the IDHEC, but refused to write about the film Menèges by Yves Allégret, which she held to be unfit for an exam.

Cast

& Credits

Director: Jean-Marie Straub, Danièle Huillet.
Plot: dal romanzo Colette Baudoche di Maurice Barrès.
Director of photography: Christophe Pollock.
Sound: Louis Hochet.
Music: Franz Joseph Haydn.
Editor: Jean-Marie Straub, Danièle Huillet.
Cast and characters: Emmanuelle Straub (Colette), Dominique Dosdat (la nonna di Colette), André Warynski.
Production company: Straub/Huillet, Pierre Grise, Saarländischer Rundfunk.
Riprese: Lorena, giugno 1994.
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