13° FESTIVAL INTERNAZIONALE CINEMA GIOVANI
Cinemacento - Autori

Joseph von Sternberg. D'un silence à l'autre

Joseph von Sternberg. D'un silence à l'autre

Nazione: Francia
Anno: 1967
Durata: 50'


Dopo un lungo estratto dalla Saga di Anatahan, Joseph von Sternberg ricostruisce la sua concezione del cinema a partire dai problemi posti dalla realizzazione del film: non basta che i suoi film vengano giudicati "belli" o "brutti", ma devono lasciare un ricordo nel pubblico, bisogna che si senta che esiste una ricerca, ed è per questo motivo che "i miei film sono moderni". In una coerente esaltazione della finzione scenica, Sternberg descrive la reinvenzione dell'isola di Anatahan in un magazzino di Kyoto: panorami dipinti, un aereo sospeso a un filo, montagne disegnate, una mitragliatrice di legno, un albero rovesciato con l'intrico delle radici a far da rami per meglio rendere l'idea della giungla: "Tutto è artificio! Ecco come bisogna fare i film. Solo l'oceano è reale, e mi dispiace di non essere riuscito a ricreare anche l'acqua". Sternberg continua spiegando la grande importanza che ha per lui il suono, che- deve servire da contrappunto all'immagine ("il suono è nato il giorno in cui si è sentito un uccello che non si vedeva sullo schermo, che stava fuori campo"); parla dei suoi tentativi di abolire il vuoto tra l'obiettivo e il soggetto, della necessit` di dare uno stile omogeneo all'immagine (truccando i paesaggi come si fa con i volti), dell'importanza della luce e della Fotografia: il cineasta deve conoscere profondamente la tecnica, altrimenti resta egli stesso sorpreso da ciò che trover` nell'immagine che ha filmato. E tra gli "strumenti" a disposizione del regista, particolarmente importanti gli attori: "inutile che conoscano la sceneggiatura, con me i grandi attori si sono sempre accontentati di fare quel che gli dicevo". "Per fare il regista - conclude Sternberg - ci vuole un talento speciale: conosco molti che sono degli idioti, eppure sono anche dei grandi registi. Bisogna avere una visione del mondo."

Biografia

regista

André S. Labarthe

André S. Labarthe (Oloron-Sainte-Marie, Francia, 1931 - Parigi, Francia, 2018), critico dei «Cahiers du cinéma», negli anni Sessanta idea e produce con Janine Bazin la serie Cinéastes de notre temps, che, interrotta nel 1972 e ripresa poi nel 1988 con il titolo Cinéma, de notre temps, ha raccolto le testimonianze dei massimi autori contemporanei. È stato inoltre autore di documentari su Hitchcock, Rohmer e Scorsese.

FILMOGRAFIA


Mathieu Amalric, l’art et la matière (mm, doc., 2018, co-regioa Quentin Mével).

Cast

& Credits

Regia: André S. Labarthe.
Fotografia: Alain Levat, Joseph von Sternberg.
Montaggio: Noël Burch.
Mixaggio: Jean-Louis Bottin.
Produzione: ORTF.
Riedizione: La Sept/ARTE, AMIP, INA.
Serie diretta da: Janine Bazin, André S. Labarthe.
Estratti da: La saga di Anatahan, L'angelo azzurro, L'imperatrice scarlatta.

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