SZERELEM

Budapest, 1953. La signora è molto vecchia. Giace in una stanza arredata con mobili del secolo scorso, la cuffia nera sul cuscino bianco, luci e ombre che fanno venire in mente un quadro di Rembrandt. La signora è molto malata, ma vuole vivere. La speranza la tiene viva. Aspetta suo figlio. Ogni giorno arriva la nuora, a portarle fiori, denaro, generi di conforto e un sorriso che si sforza di non tradire l'angoscia. La signora crede che il figlio, in carcere per motivi politici, sia in America a girare un film, e la nuora le porta delle lettere piene di bellissime menzogne, alle quali lei crede perché vuole credervi. In effetti, la donna è stata licenziata dal lavoro, deve vendere i suoi pochi beni e fatica sempre più a portare questa maschera. Poi la signora soccombe a un attacco di polmonite. Poco dopo, il figlio viene liberato dalla prigione. Esitante, si avvia verso casa, dove la moglie lo attende.

"Szerelem, anche come film, supera se stesso, ha la stessa carica magnetica del racconto letto, la stessa capacit` di commuoverci, di impressionarci, di imprimersi nella nostra memoria. Eppure il regista narra la storia con semplicit`, ripete fedelmente il dialogo, non si distacca dall'apparente 'inconcludenza', ci aggiunge soltanto quello che non è narrabile per iscritto, che si può comunicare esclusivamente attraverso l'immagine: le immagini commemorative degli eroi." (Istvan Orkény, "Filmkultura", 6/1970)

Regia: Karoly Makk.
Sceneggiatura: Tibor Déry.
Fotografia: Janos Toth.
Musica: Andras Mihaly.
Interpreti e personaggi: Lili Darvas (la vecchia signora), Mari Torocsik (la nuora), lvan Darvas (il figlio).
Produzione: MaFilm (Studio 1), Budapest.