Nazione: RFT
Anno: 1962
Durata: 17'


Il primo cortometraggio di Straub si basa sulla satira Haupstädtisches Journal di Heinrich Böll apparso nel 1956 in occasione della ricostituzione dell'esercito tedesco. Il colonnello Machorka-Muff è inviato a Bonn dal Ministero della Difesa, reintegrato e promosso generale. Sposa l'amata Inniga von Zaster-Pehnutz e può realizzare il suo progetto preferito: l'Accademia per la memoria militare, in cui ogni ex soldato, dal grado di maggiore in poi, dovr` avere la possibilit` di scrivere le proprie memorie parlando con i camerati e collaborando con l'Ufficio per la storia bellica del Ministero. (Karsten Witte)

Siccome dalla satira di Böll ho forgiato un'arma nuda per i molti che non sono né «militaristi» (l'antimilitarismo, come il ridere, è un narcotico per privilegiati) e per chi - come gli amanti del western - ha occhi e orecchie per ciò che il mio vecchio maestro Robert Bresson chiama «matière cinématographique», il distributore Atlas, i suoi cosidetti consiglieri artistici e alcuni altri che fungono da intellettuali (persino di sinistra) siedono davanti a Machorka-Muff come chi si aspettava una pornografia e invece gli si mostra una Venere di marmo!
Inoltre M.-M. è dedicato all'autore di La resistibile ascesa di Arturo Ui e a quello di Jack Diamond gangster, ed è costruito sull'equazione M=M (Militär=Mörder, Militare=Assassino)
(Jean-Marie Straub, «Filmkritik», aprile 1964)

Voi stessi sapete bene che avete preso il cammino difficile. È perciò che vi scrivo, affinché sappiate che avete compiuto un buon lavoro. Nel campo dello spirito non conta l'abbondanza, ma la verit` e l'efficacia creatrice. Il soggetto è preso dal nostro presente. È vero, preciso, universalmente valido. Colui che biasima la eccessiva acutezza non sa nulla della necessit` artistica, di affidare un'idea all'estremo, affinché essa tocchi veramente. Date a dei tali brontoloni dei drammi greci o Shakespeare da leggere. Ciò che nel vostro film mi ha interessato soprattutto è la composizione del tempo, proprio al film come alla musica. Avete realizzato delle buone proporzioni di durata fra le scene dove gli avvenimenti sono quasi in movimento - sorprendente, in un tale film ristretto su una durata relativamente corta, il coraggio delle pause, dei tempi lenti! E quelle dove essi sono estremamemente rapidi - scintillante l'idea di scegliere giustamente per quello scopo gli estratti di giornali in tuttte le posizioni angolari sulla verticalit` dello schermo. In più, la relativa densit` dei cambiamenti nei tempi è veramente buona… Lasciare venire ogni elemento al suo momento insostituibile, che sarebbe impensabile di togliere; nessun ornamento. «Tutto è essenziale», diceva Webern in simili casi (soltanto ogni cosa a suo tempo, si dovrebbe aggiungere). Altrettanto buone la franchezza, la riflessione che continua nella testa dello spettatore, la rinuncia a ogni atto d'apertura e atto finale. Potrei aggiungere ancora molto: nessuna pretesa di «insegnare», migliorare il mondo, illudere, simbolizzare falsamente «Come se»: non ne avete avuto bisogno e al loro posto avete scelto dei fatti; non certo quelli di un piatto reportage ma giustamente per questo affinamento, questa condotta stranamente folgorante della macchina da presa nelle strade, l'hotel (benissimo, i muri della camera d'albergo che restano lungamente vuoti, dalla cui nudit` non ci si può staccare), alla finestra… E ancora la condensazione «irreale»del tempo, senza che si abbia fretta, in questa linea tagliente fra la verit`, la concentrazione e l'affinamento (che penetra bruciando nella percezione del reale), il progresso sar` possible. Da nessuna parte altrove. Oggi sappiamo bene che anche l'illusione fatta a pezzi è un'illusione. Voi non volete «cambiare» il mondo, non incidere in esso la traccia della vostra presenza e da lì dire che avete visto, che avete aperto una parte di questo mondo, come essa vi si d`. Questo mi è piaciuto. Aspetto con impazienza il vostro lavoro a venire…
(Karlheinz Stockhausen, Colonia, 2 maggio 1963, da «Film», n. 2, 1963)

Questo cortometraggio di un quarto d'ora, liberamente ispirato a Heinrich Böll, girato da un giovane francese esiliato da qualche anno oltre il Reno, non potrebbe essere, molto semplicemente, il primo (piccolo) film d'autore di tutta la produzione tedesca del dopoguerra? L'ambizione del regista era di mettere in scena un «carattere» (qui, quello di un ufficiale nazista che ritrova poco per volta una collocazione nella societ` adenaueriana), cioè qualcosa di più di un ritratto, «descrizione che si fa dall'esterno del carattere di una persona». Per seguire, con Jean-Marie Straub, la citazione (di Marmontel): «Quando si dipinge un tipo umano, come l'avaro, il geloso, l'ipocrita, il perbenista, la coquette, non si tratta più di un ritratto, ma di un carattere; e questo è ciò che contraddistingue la satira…». Questa era l'ambizione di Straub; e nel film essa è pienamente realizzata, con una densit` e un equilibrio dei rapporti interni che suggeriscono di ricorrere al bagaglio delle metafore musicali.
(Jacques Rivette, «Cahiers du Cinéma», n. 145, luglio 1963)

Biografia

regista

Jean-Marie Straub

Jean-Marie Straub (Metz, Francia, 1933) ha lavorato, come assistente, per registi come Robert Bresson, Abel Gance, Jean Renoir o Jacques Rivette, esordendo nel 1963 insieme a Danièle Huillet, che da quel momento sarà sua compagna di vita e di lavoro, con il cortometraggio Machorka - Muff, tratto da un racconto di Heinrich Böll. Hanno realizzato il loro primo lungometraggio, Cronaca di Anna Magdalena Bach, nel 1968. Da allora hanno diretto una trentina di film, confrontandosi con autori come Friedrich Hölderlin o Cesare Pavese. Nel 2006 sono stati omaggiati, a Venezia, di un Leone speciale per l’innovazione del linguaggio cinematografico.

FILMOGRAFIA

 filmografia essenziale/essential filmography

Machorka - Muff (coregia/codirector Danièle Huillet, cm, 1963), Chronik der Anna Magdalena Bach (Cronaca di Anna Magdalena Bach, coregia/codirectorDanièle Huillet, 1968), Moses und Aaron (Mosè e Aronne, coregia/codirectorDanièle Huillet, 1975), Dalla nube alla resistenza (coregia/codirector Danièle Huillet, 1979), Der Tod des Empedokles (La morte di Empedocle, coregia/codirector Danièle Huillet, 1987), Lothringen! (coregia/codirectorDanièle Huillet, cm, 1994), Sicilia! (coregia/codirector Danièle Huillet, 1999),Une visite au Louvre (coregia/codirector Danièle Huillet, 2004), Corneille-Brecht (cm, 2009), O somma luce (2010), Jeonju Digital Project 2011 - Un héritier (cm, 2011).

Cast

& Credits

Regia: Jean-Marie Straub.
Sceneggiatura: Danièle Huillet, Jean-Marie Straub, dal racconto Hauptstädtisches Journal (Diario della capitale) di Heinrich Böll.
Fotografia: Wendelin Sachtler.
Suono: Janos Rozner, Jean-Marie Straub.
Musica: Johann Sebastian Bach, François Louis.
Montaggio: Jean-Marie Straub, Danièle Huillet.
Interpreti: Erich Kuby (Erich von Machorka-Muff), Renate Lang (Inn), Johannes Eckardt (il prete), Rolf Thiede (Murcks-Maloche), Günter Strupp (Heffling), Heiner Braun (il ministro), Gino Cardella (il cameriere), Julius Wikidal (il muratore).
Produzione: Straub-Huillet, Atlas Film (Duisburg), Cineropa-Film (Monaco).
Direttore di produzione: Hans von der Heydt.
Riprese: 3 settimane a Bonn e Monaco, settembre 1962.
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