Nazione: Francia
Anno: 1962
Durata: 29'


Il racconto è di una perfetta semplicit`, classico per un lettore di fantascienza. In una Parigi devastata dal futuro, degli uomini, nascosti in alcune grotte, sperimentano su prigionieri di guerra dei sistemi che permetteranno loro di viaggiare nel tempo. Si tratta di allenarsi viaggiando dapprima nel passato: bisogna quindi trovare una "cavia" che abbia nella memoria un ricordo particolarmente vivo, che gli servir` come punto di riferimento. Il soggetto scelto ha visto, prima della guerra, quand'era bambino, sulla grande terrazza dell'aeroporto di Orly, una ragazza con un viso meraviglioso, e un uomo che improvvisamente muore ai suoi piedi. È di questo ricordo che sar` utilizzato come punto di riferimento; lunghi e pazienti esperimenti lo proiettano nel passato, verso. questa fanciulla che ama, che incontra anche in periodi di tempo sempre più lunghi, sempre interrotti dal ritorno al presente, ai suoi cavalletti e alle sue droghe. Quando ha sufficientemente incontrato la donna, ed è sicuro del reciproco amore, viene interrotto l'esperimento: è pronto per il viaggio nel futuro, Nel futuro trova aiuto: gli uomini dell'avvenire gli offrono una fonte di energia che egli porta via con sé. Diventato inutile sta per essere liquidato; ma gli esseri del futuro (possono viaggiare anch'essi nel tempo) gli propongono di unirsi a loro. Lui rifiuta; vuole ritrovare la donna che ama. Viene esaudito, ed è proiettato sulla terrazza di Orly dove corre verso la donna; ma è inseguito dai suoi carcerieri e viene ucciso sotto gli occhi terrorizzati di un bimbo che è lui stesso. (…)

P.L. Thirard
("Positif', n. 64-65, 1964)


Un'osservazione, per alcuni famosa, di Platner, dice: "Per il nato cieco, il tempo ha la funzione dello spazio". La jetée di Chris Marker è il film di un cieco poiché i personaggi sono privati dello spazio e tutto si gioca grazie al tempo, per i protagonisti e per lo spettatore. Tutte le scene del film (o quasi tutte) sono delle fotografie filmate a scene fisse. La scena fissa e il modo di essere fisso all'interno di questa scena (o, in Marker, si tratta di fissit` integrale) sono una riconquista del cinema moderno; ancora non si sa dove può condurre, sono piuttosto degli esperimenti. E infatti il "fotoromanzo" di Marker passa per un film sperimentale. Offre infatti tutto il repertorio classico dei reali esperimenti (niente in comune quindi con i coraggiosi balbettii che questi tempi ci propongono sotto la stessa etichetta). La jetée è anche, come si dice, science-fiction. Ma il film si collega al nostro presente, non solo perché esce ora, ma per il suo schema. (…)
Si nota come il film pone all'inizio i problemi attuali, ma parlando della nostra epoca come di un ricordo. Marker descrive la difficolt` di comunicare, i rapporti spazio-tempo-movimento, l'Incontro, il nulla, problemi la cui urgenza ci tocca, come se si trattasse di processi gi` compiuti, che permettono l'insediamento del futuro. Bisognerebbe forse parlare piuttosto di una critica della fantascienza, perché è un problema dell'epoca attuale vista in flashback in un'opera che sembra collocarsi nel futuro e che tratta del futuro di questo futuro.
E non è solo qui l'interesse, diciamo teorico, di La jetée. Alla fine, le opere hanno un valore se sono belle: è sufficiente intendersi su questa bellezza. Quello che è bello, qui, è che abbiamo a che fare con un film sentimentale fatto da un intellettuale: i sentimenti sono presenti in secondo piano. Avveniristico o no, è un film d'amore sui ricordi e un film di ricordi sull'amore: La parte del ricordo è la fotografia, questi frammenti fissi che sono sopravvissuti (Cortázar, al quale si pensa quando si vede La jetée, scriveva: "Un modo, tra i molti, di combattere il nulla, è quello di fare delle fotografie"). La parte dell'amore, è la bellezza di un viso e delle sue espressioni, si guarda con tale attenzione questo volto che questo si scosta bruscamente: gli occhi, la bocca si muovono. E se gli animali di un museo di storia naturale sembrano rivivere, i piccioni su una piazza sembrano impagliati. La morte e la vita sono l`, come per sbaglio. La bellezza così commovente degli incontri dell'uomo e della donna, nel punto di intersezione della memoria e del sogno, è il punto centrale del film. E mi piace che questa bellezza sia controllata da un inquietante saggio.

F.W.
("Cahiers du Cinéma", n. 146, 1963)

Biografia

regista

Chris Marker

Chris Marker (pseudonimo di Christian François Bouche-Villeneuve; Neuilly-sur-Seine, Francia, 1921 - Parigi, Francia, 2012) nel 1953 ha realizzato con Alain Resnais il film Les statues meurent aussi. Si è poi dedicato al documentario con film come Lettre de Sibérie (1957) e Le joli mai (1963), e in seguito, nell’arco di una carriera lunga quasi mezzo secolo, ha realizzato diversi altri lavori, tra i quali i celebri La jetée (1962), Sans soleil (1983) e Le tombeau d’Alexandre (1993), affermandosi come uno dei più importanti registi militanti e sperimentali del cinema francese.

FILMOGRAFIA

filmografia essenziale/essential filmography

Olympia 52 (1952), Les statues meurent aussi (coregia/codirector Alain Resnais, cm, doc., 1953), Lettre de Sibérie (doc., 1957), ¡Cuba Si! (mm, doc., 1961), La jetée (cm, 1962), Le joli mai (doc., 1963), Loin du Vietnam (collettivo/collective, doc., 1967), La sixième face du pentagone (cm, doc., 1968), La bataille des dix millions (mm, doc., 1971), Vive la baleine (cm, doc., 1972, co-regia Mario Ruspoli), L’ambassade (cm, 1973), Le fond de l’air est rouge (doc., 1977), Junkopia (cm, doc., 1981), Sans soleil (doc., 1983), A.K. (doc., 1985), Mémoires pour Simone (doc., 1986), Le tombeau d’Alexandre (doc., tv, 1993), Level Five (1997), Chats perchés (mm, tv, 2004).

Cast

& Credits

Regia e sceneggiatura: Chris Marker.
Fotografia: Jean Chiabaud.
Montaggio: Jean Ravel.
Musica: Trevor Duncan e il coro della Cattedrale di St. Alexandre Newsky.
Narratore: Jean Négroni.
Interpreti: Hélène Châtelain, Davos Hanich, Jacques Ledoux, André Heinrich, Jacques Branchu, Pierre Joffroy, Etienne Becker, Philibert Von Lifechitz, Lydia Borowcyk, Janine Klein, Bill Klein.
Produzione: Argos Films.
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