2° FESTIVAL INTERNAZIONALE CINEMA GIOVANI
Retrospettiva - Nouvelle Vague

La nuit du carrefour

Night at the Crossroads
di Jean Renoir
Nazione: Francia
Anno: 1932
Durata:


Tre case al crocevia de Avrainville. La villa dell'assicuratore Michonnet, il garage del sig. Oscar, una vecchia casa in fondo a un parco, e che appartiene a due ricchi stranieri di origine danese, Carl Andersen e sua sorella Else.
Il commissario Maigret (Pierre Renoir), giunto per indagare sul furto dell'auto di Michonnet, scopre questa stessa auto nella rimessa di Andersen e al volante, un uomo assassinato: il commerciante di diamanti Goldberg. Carl Andersen, che nega qualsiasi partecipazione al crimine, è rilasciato per mancanza di prove. Si decide di sorvegliare l'incrocio. In piena notte, si ferma un'auto, dal finestrino si affaccia una donna; un altro sparo: la signora Goldberg è uccisa a sua volta. La notte dopo, il misterioso assassino ferisce gravemente Carl Andersen, mentre il commissario Maigret interroga Else, bella ragazza enigmatica e ambigua. D'altra parte, Maigret non è del tutto insensibile al suo fascino, quando improvvisamente, gli cade tra le braccia, vittima di un avvelenamento dal quale si salva a malapena. Ma, curandola, Maigret scopre una piccola cicatrice sul seno sinistro, piuttosto sorprendente per una giovane di buona famiglia, la cui esistenza, secondo le sue stesse affermazioni, è trascorsa nella calma di un castello danese.
A poco a poco, tutto diventa chiaro per il poliziotto, che capita a proposito nel mezzo di una lotta in cui Else stava tentando di uccidere Michonnet, un omino gracile ma che si aggrappa alla vita, e che, per difendersi, l'ha quasi strangolata. Maigret viene a sapere che la donna, che si faceva passare per una ricca ereditiera era invece figlia di un assassino giustiziato ad Amburgo e donna da marciapiede, ricercata dalla polizia danese per aver partecipato ad alcune rapine a mano armata. Carl Andersen non è suo fratello, bensì un gentleman innamoratosi di lei e che, aiutandola a sfuggire alle ricerche, ha tentato di riportarla sulla 61retta via". Non aveva fatto i conti con i bassi istinti della ragazza, più a suo agio tra i guappi del posto che con il suo ricco marito. È stata lei a far girare loro la testa, ad attirare Goldberg nell'agguato e ad armare la mano dell'assassino, un meccanico italiano del garage Oscar.

Jean Kress
(Renoir, a cura di A. Bazin, Ed. Champe Libre, Paris 1971)


Dopo un periodo di disoccupazione involontaria, che non era la prima né l'ultima, cedetti nuovamente alla tentazione di produrre io stesso un film. Il denaro mi veniva da fonti private. Nulla a che vedere con l'industria cinematografica. Il soggetto era un meraviglioso romanzo del mio amico Simenon, La nuit du carrefour.
Jacques Becker fu il direttore di produzione, mio nipote Claude Renoir l'assistente operatore, la script-girl era Mimi Champagne, Jo de Bretagne si occupava del suono, tutti amici insomma. Mio fratello Pierre interpretava la parte principale. Intorno a lui non c'erano che dei dilettanti, ad eccezione di alcuni attori amici. La banda comprendeva il musicologo Jean Gehret, il pittore Dignimont, il critico cinematografico Jean Mitry, l'autore drammatico Michel Duran. La mia ambizione era di rendere con l'immagine il mistero di questa storia rigorosamente misteriosa. Intendevo subordinare l'intrigo all'atmosfera. Il libro di Simenon evoca magnificamente il chiaroscuro di quel crocicchio situato a una cinquantina di chilometri da Parigi. Non credo che esista in terra un luogo più deprimente. Quelle poche case, perse in un oceano di nebbia, di pioggia e di fango sono descritte in maniera superba nel romanzo. Avrebbero potuto essere dipinte da Vlaminck.
Il mio entusiasmo per l'atmosfera che Simenon era riuscito a creare mi faceva una volta di più dimenticare le mie affermazioni sul pericolo di portare sullo schermo un'opera letteraria. Affittammo una delle case dell'incrocio che era abbandonata e vi stabilimmo la nostra sistemazione. Una buona parte dell'équipe dormiva per terra nella camera principale. Lì facevamo i pasti. Quando la notte era misteriosa a misura dei nostri desideri, svegliavamo gli addormentati e andavamo a girare. A cinquanta chilometri da Parigi facevamo una vita da esploratori in un paese perduto. Dal punto di vista del mistero, i risultati andavano oltre le nostre previsioni, aumentati dal fatto che, avendo perso due bobine, il film diventò per così dire incomprensibile anche al suo autore.
Marcel Lucien, l'operatore, riuscì a fotografare dei fantastici effetti di nebbia. Gli attori, professionisti o no, impressionati dal sinistro crocicchio, si erano identificati al "décor". Recitavano "misterioso", come se non avessero potuto farlo nell'atmosfera confortevole di uno studio. La nuit du carrefour resta un'esperienza completamente folle alla quale non posso pensare senza nostalgia. Ai nostri giorni, dove tutto è così ben organizzato, non si potrebbe più lavorare così.

Jean Renoir
(Ma vie et mes film, Flammarion, Parigi 1974)


È un film abbastanza diverso da molti altri film; anzitutto avevamo molto poco denaro per fare questo film e le circostanze mi hanno costretto a lavorare in certe condizioni. Jacques Becker era il mio assistente e avevamo tanti compagni che erano cari amici e che, d'altronde, mi hanno aiutato in molti altri film; siamo andati tutti insieme a vivere in una specie di grangia a questo crocicchio. Questo crocicchio è a 40 km da Parigi, o 30, 35, su una strada del Nord; c'era una specie di locanda abbandonata e siamo andati a vivere l` dentro. Ci facevamo fare un po' di cucina, un po' di caffè caldo, dormivamo sulla paglia; di tanto in tanto, quando non eravamo troppo stanchi, ci svegliavamo, provavamo alcune scene, non c'erano di mezzo leggi sindacali, potevamo lavorare quando volevamo, quando l'équipe non era troppo stanca; allora uscivamo e lavoravamo nella nebbia, sotto la pioggia, ed è evidente che ciò che si disponeva davanti alla macchina da presa dipendeva tanto dall'improvvisazione degli attori quanto dalla mia volont`; ma, infine, eravamo tutti penetrati dal soggetto… È evidente che il risultato è un film un po' incoerente; d'altronde non è stato possibile terminarlo per mancanza di denaro, ma, infine, questa incoerenza, che gli è stata tanto rimproverata, deriva, io credo, soprattutto dal metodo impiegato per girarlo, cioè da questa specie di "commedia dell'arte".

Jean Renoir
("Cahiers du Cinéma", n. 155, 1964)


È il suo film più misterioso. Mistero forse involontario, poiché Jean Mitry perdette tre bobine alla fine della lavorazione e il montaggio si dovette fare senza di quelle. Purtuttavia, l'una cosa non esclude l'altra. Personaggi dostoevskiani nell'ambiente di un tenebroso affare. Simenon è Dostoevskij + Balzac, gridano senza falsa vergogna i fanatici del commissario Maigret. Rispondiamo: sì, ma La nuit du carrefour prova che questa equazione non è "vera" che in quanto Renoir "la rende vera". E Tre camere a Manhattan (il film che Renoir vuol girare) se si far`, lo proverò, una seconda volta, come l'hanno gi` abbondantemente provato per assurdo gli altri film tratti da Simenon, da oscuri o illustri cottimisti della pellicola. Trasportando per lo schermo La nuit du carrefour, Renoir ha saputo fare del romanziere di Suicidi e Turisti di banane quello di Mouchette e Un delitto (Bernanos). Si prova paura davanti a questo film strano e poetico. Una paura che non è ancora la paura e che ne è tuttavia gi` la spiegazione. Pierre Renoir-Maigret trova la soluzione del problema prima ancora che venga presentato. E noi comprendiamo finalmente l'esclamazione che Simenon mette in bocca a Maigret alla fine di ogni inchiesta: "da bambini!, come mai non ci ho pensato prima!". Nel "chiaro-scuro" si fa "chiaro". Grazie a Renoir, si entra in questa evidenza sullo stesso piano. I colpi di fucile che risuonano nella notte, il rombare di una Bugatti lanciata all'inseguimento dei trafficanti (sublime carrellata in avanti soggettiva attraverso le stradine del villaggio addormentato), Faria stordita, tonta o viziosa degli abitanti del borgo sperduto sulla nazionale, l'accento inglese di Winna Winfried e il suo inconsueto erotismo di russa morfinomane e filosofante, l'occhio di falco di Pierre Renoir, l'odore della pioggia e dei campi immersi nella rfebbia, ogni particolare, a ogni secondo, a ogni inquadratura, fa di La nuit du carrefour il solo grande film poliziesco francese secondo me il più grande film francese d'avventura.

J.-L. Godard
("Cahiers du Cinéma", n. 78, 1957)

Biografia

regista

Jean Renoir

Cast

& Credits

Regia: Jean Renoir.
Soggetto: dal romanzo omonimo di Georges Simenon.
Sceneggiatura: Jean Renoir, Georges Simenon.
Fotografia: Marcel Lucien Asselin.
Scenografia: William Auget, Jean Castanier.
Interpreti e personaggi: Pierre Renoir (commissario Maigret), Georges Terof (Luca, suo assistente), Winna Winfried (Else Andersen), Georges Koudria (Carl Andersen, suo fratello, gioielliere), Dignimont (Oscar), G.A. Martin (Grandjean), Jean Gehret (Émile Michonnet), Jane Pierson (signora Michonnet), Michel Duran (Jojo), Jean Mitry (Arsène), Max Dalban (il dottore), Gaillard (il macellaio), Boulicot (un gendarme), Manuel Raabi (Guido), Lucie Vallat (signora Oscar).
Produzione: Europa Films.

Lunghezza originale: 2000 metri
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