2° FESTIVAL INTERNAZIONALE CINEMA GIOVANI
Tematiche Giovanili 1984

Success Is The Best Revenge

Success Is The Best Revenge
di Jerzy Skolimoeski
Nazione: UK
Anno: 1984
Durata: 90'


Alex Rodak è un uomo di successo. Direttore di teatro e insignito della Legion d'Onore, vive ora a Londra con la famiglia: la moglie Alicia e i figli Adam e Tony. Ma benché sia festeggiato per il suo lavoro, la realta della vita di Rodak rivela lati illuminanti del suo carattere. L'uomo sensibile è insensibile all'alienazione di cui è vittima il suo primo figlio, Adam, preso in giro a scuola, in cerca di attenzioni in casa, ansioso di mettersi alla prova.
L'uomo che si preoccupa su larga scala ma che quasi non è capace di scendere al livello quotidiano. Per questo sua moglie e i figli hanno vissuto negli ultimi due anni in una casa in cui nulla funziona come dovrebbe.
L'uomo di successo, i cui problemi finanziari sono in un tale disordine che la direttrice della banca dispera addirittura di potergli spiegare che cos'è la vita finanziaria in generale.
Il film copre dodici frenetici giorni nella vita di Alex Rodak e della sua famiglia, nel corso dei quali Alex prepara uno spettacolo stravagante al West City Theatre per aiutare la Polonia.
Sono anche dodici giorni cruciali nella vita di Adam Rodak, poiché egli finalmente viene a patti con il proprio modo di essere. Il modo in cui lo fa è forse l'unico modo per costringere Alex Rodak a interrompere la propria fantasiosa creazione...
Il successo è la miglior vendetta.


Il film si basa su un racconto scritto da tuo figlio, vero?
Sì. Quell'estate portai la mia famiglia in Scozia. Stavo scrivendo una sceneggiatura su Tesla, l'inventore, un contemporaneo di Thomas Edison, e mi accorsi che Michael stava cercando di lavo rare a qualcosa di suo, una specie di fiaba. Naturalmente i ragazzi hanno sempre letto le mie sceneggiature, e di conseguenza hanno familiarità con le tecniche cinematografiche. Gli dissi: "Cerca di scrivere qualcosa di cui hai fatto esperienza", e gli ricordai una cosa che mi disse nel periodo in cui in Polonia c'era il razionamento alimentare, quando qualcuno a scuola si rivolse a lui dicendo: "In Polonia c'è rimasto soltanto un pesce!". Alla fine dell'estate mi diede circa 20 pagine. Una cosa molto fresca, con molte osservazioni interessanti, e con qualche suggerimento gi` di tipo cinematografico. Ci aveva messo anche gli stacchi e le dissolvenze tra una scena e l'altra. Così pensai, un bello spezzone di film, più o meno mezz'ora, che cosa posso farne? Ci volle ancora un mese prima che mi venisse l'idea di farne una storia sul rapporto tra padre e figlio. (...)

Come hai fatto a inserirci il rapporto padre figlio?E in che misura il film è autobiografico?
Quando stavo pensando a quali carte avessi in mano, mi venne in mente il mio amore per il calcio; avevo Michael che gioca piuttosto bene. Così potevo iniziare con un padre e un figlio che giocano a calcio. Poi pensai che naturalmente non potevo fare del padre un regista cinematografico. Non volevo parlare del fare film, di quanto sia difficile trovare i soldi ecc. Cercavo una metafora per i nostri sforzi, per la creazione artistica, per la divisione che separa nella vita della gente il lavoro e la vita famigliare. Mi è venuta subito l'idea degli autobus: lo spettacolo in movimento, l'happening. Lo sperimentalismo a teatro può spingersi così lontano? È importante se ciò sia possibile o no?

Il protagonista comunque è un regista polacco, un artista polacco che vive all'estero, in esilio, a Londra. E sta realizzando uno spettacolo che è tutto sulla Polonia, la polizia, la lotta, gli scioperi, e che è anche metaforico, con tutti quegli autobus rossi, con soprascritto "victoria"... Che cosa significa per il protagonista tutto ciò?
(...) Vedi, il problema è: che tipo di arte impegnata è possibile? Come si fa a mantenerla all'interno di una forma artistica, e quando inizia invece a diventare una semplice azione politica? E neppure vuoi fare una semplice affermazione negativa, che non aiuta nessuno. Vuoi indicare almeno una possibilità che faccia essere ottimisti. Così ho utilizzato la cosiddetta "guerra delle croci" (Polonia, marzo 1984), in cui gli studenti protestarono perché le croci vennero allontanate dalle scuole. In questo fatto è racchiusa l'intera relazione tra le autorità statali e la chiesa. Un compromesso doveva essere trovato. (...)

Lo spettacolo che il protagonista del film allestisce è una serie di immagini, non c'è nessuna storia. C'è la polizia, la milizia che attacca gli operai, c'è una discussione al loro interno; e poi ci sono gli autobus rossi.
C'è della gente negli autobus, che scatta fotografie: è il mondo che guarda alla Polonia, dall'esterno, at sicuro dietro i vetri, "coprendo la notizia"per l'Occidente, mettendo la Polonia in prima pagina, poi in terza pagina, poi in quinta, e poi la Polonia scompare dai giornali!

Il personaggio della moglie è cosciente di questo fatto. Forse ciò spiega il perché del suo essere isterica e irritabile quando dice che la Polonia non interessa più a nessuno.
Mia moglie impersona nel film la tipica patriota polacca, arrabbiata perché il resto del mondo non si interessa alla Polonia. Così dice a suo marito: "Non darti troppo da fare cercando di attirarli con le tue idee mistiche e con i tuoi sentimenti sulla Polonia". Lei preferirebbe eliminate lo spettacolo, lo trova privo di senso. Preferirebbe l'azione politica. Sono questi i tipici personaggi polacchi in un dramma polacco: i radicali, e coloro che cercano di dare voce alle speranze degli oppressi.

Il modo in cui il film si sviluppa fa pensare ad un'invenzione continua, a molta improvvisazione: come se si inventassero le scene in base allo stato d'animo. Si sente che non vi era alcuna sceneggiatura prima dell'inizio delle riprese, come se lo spettatore inventasse il film con te.
È esattamente come dici. Il film è davvero nato di fronte alla macchina da presa. Per esempio non so quali scene siano importanti e quali no, e il mio solo criterio di valutazione era il grado di entusiasmo. (...)

II titolo del film si riferisce sia al padre sia al figlio?Il film finisce e nessuno sa se il successo arrider` al padre o al figlio.
Credo che il destino del film dar` una risposta al titolo. Se il film avesse successo, questo sarebbe la miglior vendetta per tutti gli ostacoli e i problemi e le persone difficoltose che ho incontrato! Se invece ciò non accadrà, il titolo sarà un commento ironico a tutto questo agitarsi.

Che importanza ha il dialogo?
Non do un'importanza particolare a nessuna battuta. Vedi, tutto il dialogo è recitato in modo "sporco"; ci sono molti effetti sonori che interrompono con violenza il dialogo.

La gente intorno a Rodak costituisce un ostacolo in un mondo ostile. Egli combatte in una società ostile.
Ma la società non è sempre ostile? Rodak si d` un'aria coraggiosa, non è vero? Di fronte a loro non puoi startene a soffrire. Te la giochi come a carte: puoi perdere un po', e poi ancora un po', ma forse alla fine delta partita hai la carta migliore!

Che effetto credi che il film abbia avuto sul tuo rapporto padre-figlio?
Un giorno, vedendo mio figlio da solo sotto la pioggia, mentre aspettava degli amici che non sarebbero mai venuti, pensai: Mio Dio, ho preso questo ragazzo dal suo paese, dove aveva il suo ambiente naturale e dove era abbastanza felice, e l'ho portato qui, a Londra, e adesso che ci stiamo a fare? Per che cosa stiamo lottando? Non posso neppure offrirgli un ambiente in cui crescere naturalmente. E tutto è nato così, in modo piuttosto naturale, dal bisogno o dall'istinto del padre che lo spingeva a fare qualcosa per suo figlio. In questo senso, penso, il successo è la miglior vendetta.

(intervista raccolta da Simon Mizrahi).

Biografia

regista

Jerzy Skolimowski

(Lodz, Polonia, 1938), regista, sceneggiatore, produttore e attore, dopo studi irregolari ed esperienze come pugile e poeta, si avvicina al cinema grazie ad Andrzej Wajda, che lo spinge a iscriversi alla Scuola di cinema di Lodz. Scrive con Polanski la sceneggiatura di Il coltello nell'acqua (1962) ed esordisce nella regia con Rysopis - Segni particolari nessuno (1964), che con il successivo Walkower (1965) lo rivelano come una delle più grandi personalità della Nouvelle Vague internazionale degli anni '60. Nel 1967 con Il vergine vince l'Orso d'oro a Berlino, ma nello stesso anno si vede proibire dalla censura un altro film, Mani in alto (che uscirà solamente nel 1981) spingendolo a non realizzare più film nel suo Paese. Ricca di avventure produttive rischiose e grandi capolavori, la carriera internazionale di Skolimowski si svolge attraverso diversi paesi (Cecoslovacchia, Italia, Germania, Inghilterra, Stati Uniti): dopo l'insuccesso di Un ospite gradito per mia moglie trascorre tra l’Inghilterra e la Polonia un lungo periodo di inattività, a cui segue il grande successo dei film inglesi L'australiano (1978) e Moonlighting - Cittadini di nessuno (1982). Nel 1985 dirige il suo primo film interamente americano, Lightship - La nave faro, e si trasferisce negli Stati Uniti. Di ritorno nel suo paese, gira nel 1991 il primo film polacco dopo Mani in alto, Thirty Door Key/Ferdydurke, e prosegue poi negli anni a lavorare nel cinema, scrivendo e producendo il film dei due figli Józef e Michal The Hollow Men (1993). Dopo una lunga assenza dal cinema è tornato a dirigere un film nel 2008 con Quattro notti con Anna, presentato alla Quinzaine des réalisateurs di Cannes, a cui sono seguiti Essential Killing (2010), Premio speciale della giuria a Venezia, 11 minuti (2015) e EO (2022), premio della giuria a Cannes.

FILMOGRAFIA

Rysopis (Rysopis - Segni particolari nessuno, 1964), Walkover (1965), Bariera (Barriera, 1966), Le Départ (Il vergine, 1967), The Adventures of Gerard (Le avventure di Gerard, 1970), Deep End (La ragazza del bagno pubblico, 1970), König, Dame, Bube (Un ospite gradito... per mia moglie, 1972), The Shout (L'australiano, 1978), Ręce do gory (Mani in alto, 1981), Moonlighting (Moonlighting - Cittadini di nessuno, 1982), Success Is the Best Revenge (Il successo ad ogni costo, 1984), The Lightship (Lightship - La nave faro, 1985), Torrents of Spring (Acque di primavera, 1989), Thirty Door Key/Ferdydurke (1991), Cztery noce z Anną (Quattro notti con Anna, 2008), Essential Killing (id. 2010), 11 minut (11 Minutes, 2015), EO (2022).

Cast

& Credits

Regia: Jerzy Skolimowski.
Sceneggiatura: Jerzy Skolimowski, Michael Lyndon.
Fotografia (colore): John Golding.
Musica: Stanley Myers.
Suono: Clive Winter.
Scenografia: Stefan Roman.
Montaggio: Barrie Vince.
Interpreti: Michael York (Rodak), Anouk Aimée (Monique), Michel Piccoli (ufficiale francese), Joanna Szczerbic (Alicia), John Hurt (Montecurva), Jane Asher (la direttrice della banca), Michael Lyndon (Adam), George Skolimowski (Tony).
Direttore di produzione: Simon Bosanquet.
Produzione: Jerzy Skolimowski.
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