Nazione: Italia
Anno: 1969
Durata: 4'


Un ritratto di un’amica, Nelda. Un film esposto-sviluppato nel continuo spontaneo, atto di amore. Percepisco Nelda: donna-materia-energia, o la sua Unità… Esclamo: oh! la conoscenza di essere il reale presente scisso, oh! la presenza divenuta frazione biocosmica nel flash della meraviglia, oh! si è accesa una lampada, le vibrazioni che scuotono il mio essere, oh! il sussulto la pulsazione… oh! la modulazione dei battiti cardiaci il cuore organo musicale, oh! io sono felice! Ho perso il corpo amandolo… È il film che fino a oggi mi è costato più fatica per ripresa e sviluppo… Un anno fa, di pomeriggio, dopo pochi minuti trascorsi nel mio studio a parlare con Nelda, a tempo di flash l’intero film mi balenò davanti agli occhi (in proiezione il film non è che la dilatazione spazio-temporale di quel flash). Dopo aver rivisto mentalmente una per una le immagini iniziai con Nelda, su Nelda, a filmarle, montando l’intero film in macchina sequenza per sequenza, e all’interno di queste dovevo ricordare la numerazione del contafotogrammi per ciascuna serie di start-stop, per ottenere le sovrimpressioni al punto giusto, e per l’esatto numero di fotogrammi necessari; mentre Nelda doveva a volte rimanere immobile agli stop o ritrovare esatte posizioni antecedenti, e così per due ore di seguito (durata complessiva della ripresa). Per Nelda lo sviluppo è il continuo, in uno con la ripresa, cioè tournage e sviluppo indicano i relativi strumenti impiegati, che espressivamente agiscono e sono Unità indivisibili, e l’uno è l’altro e il suo continuo, sono punto focale dell’atto d’amore tra Piero e Nelda. La tecnica di sviluppo deriva da quella sperimentata per Trasferimento di modulazione, qui puntualizzata, applicata con coscienza scientifica responsabile, cioè sperimentale. A distanza di due mesi dalla realizzazione mi sono proiettato Nelda, provocando in me una serie di esclamazioni utilizzate per questa scheda. Pochi giorni dopo la proiezione ho inviato il film come atto di saluto e amore ad Adriano Aprà, un carissimo amico. (P. Bargellini)

Il film è girato in 16mm invertibile, ed esiste quindi in copia unica positiva (senza negativo). Bargellini è intervenuto in fase di sviluppo con tecniche di arresto del tempo di sviluppo e di illuminazione di porzioni dell’immagine, secondo un principio analogo a quello adottato nel suo Trasferimento di modulazione. (Adriano Aprà)

Biografia

regista

Piero Bargellini

Pierfrancesco Bargellini (Arezzo, 1940-1982), per tutti Piero, a 20 anni compra la prima cinepresa e la punta sulle sue passioni giovanili: automobili e moto da competizione. Pochi anni dopo conosce Marco Melani che diventa suo compagno di cinema, nonché attore dei suoi film. Comincia a farsi notare nel mondo dei cineamatori e al Festival di Montecatini vince un premio. Uno dei membri della giuria è Massimo Bagicalupo, tra i fondatori della Cooperativa cinema indipendente, che lo invita a entrare nell’area del nascente cinema underground italiano. Continua a fare film nei ritagli di tempo che gli lascia il suo impiego come agronomo presso l’Ente irrigazione Val di Chiana, ma poco dopo, segnalato e supportato dal gruppo della rivista «Cinema & Film» e da «Filmstudio 70», lascia il lavoro e si trasferisce a Roma. Qui, agli inizi degli anni ’70, lavora saltuariamente per la Rai e continua la sua attività come regista indipendente nell’ambiente underground della capitale. In questo periodo ha anche inizio una serie di disavventure con la legge che lo portano a fuggire in Turchia con la moglie Oriana e la figlia Rebecca nel 1975. Tornato in Italia continua i suoi esperimenti, annotando le sue scoperte in una serie di quaderni e tentando inutilmente di farsi finanziare alcuni progetti per programmi sperimentali della Rai. Bertolucci e Storaro lo consultano durante la preparazione di La Luna (1981) per risolvere il problema di alcuni effetti speciali. Ma progressivamente Bargellini perde i contatti col cinema e poco dopo ricomincia il calvario con la legge. Viene ritrovato morto, ufficialmente per overdose, all’alba del 10 luglio 1982.

FILMOGRAFIA

Il teschio; La fiera dei sogni; L’incompiuta; Club 3P Battifolle (1965), Anno 2000 (1965), La striscia (1966), ...vi prego di accettare questo semplice bouquet di parentesi appena sbocciate ((())) (1966), Questo film è dedicato a David Riesman e si intitolerà «Capolavoro» (1967), Morte all’orecchio di Van Gogh (1968), Fractions of Temporary Periods I parte: Ovvero Plans- Séquences per una bambina (1965-1968), 360° di cinediario (1968), Tempo-Tempio-Ritratto (1968), Macrozoom (1968), Baraccone (1968), Water-Closet ovvero attesa per una defecazione (1968), Stricnina (1969- 1973), Fractions of temporary periods II parte: Due ore pomeridiane della bambina (1969), Trasferimento di modulazione (1969), Nelda (1969), Un ottofilm di Pierfrancesco Bargellini (1969), Zukie (1970), Gasoline (1970), Bacino Casa del lupo o di Tonino Massimo e Piero (1970, esiste solo in stato di frammento/only fragments), Oracolo (1970-1971, distrutto dall’autore nel 1974/destroy by the director in 1974), Erinnerung an die Zukunft (1970, non terminato/unfinished), Due silenzi e un’armonica (1971), Dove incominciano le gambe (1974)

Dispersi/Lost: Saluto (gennaio/January 1968, 8-16mm, 18fts, sonoro/sound, 3’30’’, bn/bw), Relazione filmata (1968-1970, 8mm, 24fts, sonoro/sound, 13’, col.); Abbandonate ogni illusione, preparatevi alla lotta (co-regia/co-director Marco Melani, Stefano Beccastrini, 1969, 16mm, 24fts, 40’, col.-bn/bw)

Cast

& Credits

regia/director Piero Bargellini
Menu