PLOT POINT

I ben noti scenari reali dei polizieschi americani, con le macchine
della polizia che passano a sirene spiegate, le uniformi, le
ambulanze e le strade trafficate, si trasformano in una perfetta
scenografia che mette in discussione il confine tra la realtà
e la finzione, ma anche le regole della narrazione cinematografica
(suspense, climax, plot point), giocando con le aspettative dello
spettatore. E gli sguardi dei poliziotti e delle persone colti nella
strada sembrano costruire un mistero che alla fine, però, rimarrà
irrisolto.

«La mia idea originaria era di realizzare un semi-documentario,
una sorta di reality show con protagonisti i poliziotti. Questa è la
ragione per cui sono andato a New York. Ho spiegato ai poliziotti
che ero un artista e che volevo ritrarli giocando con i codici del
cinema. Quello che mi interessa è analizzare e mettere in
discussione il fenomeno cinematografico, i suoi vari elementi,
la sua influenza e le sue convenzioni. Il mio lavoro è una
riflessione sulla grammatica del cinema e sulla relazione tra
le arti visive e l’esperienza cinematografica».