Un orco vorrebbe ripudiare la moglie per sposare una nobildonna che tiene prigioniera. Cattura due bambini che aspettano il momento fatale in cui verranno uccisi per diventare la sua cena e soddisfare così il suo appetito. Intanto due cavalieri si mettono in cammino verso direzioni differenti: uno dei due, Nicolas, lascia la casa paterna senza una meta precisa e durante il viaggio incontra il secondo cavaliere, partito insieme a un leone dalle sembianze meno feroci di un labrador. «Si tratta di un film su alcuni degli aspetti più seri ed essenziali della condizione umana: ho infatti sempre creduto che le cose spiacevoli possano essere raccontate in modo leggero. Nella storia ci sono anche i personaggi di due bambini e, se il film potrà essere apprezzato da un pubblico infantile, ne sarò soddisfatto. Se infatti lo avessi realizzato per mostrare certi aspetti della vicenda come desidero – i combattimenti, il passaggio tra la vita e la morte, fino al leone interpretato da un Labrador – vorrebbe dire che avrei fatto la scelta giusta».
Biografia
regista
Eugène Green
(New York, Usa, 1947) si è trasferito nel 1969 a Parigi, dove nel 1977 ha fondato il Théâtre de la Sapience, con cui ha messo in scena diverse pièce barocche e moderne. Ha esordito come regista con Toutes les nuits, Prix Delluc per la miglior opera prima nel 2001. Ha quindi diretto Le nom du feu, presentato a Locarno nel 2002 e distribuito in coppia con Le monde vivant, che ha partecipato nello stesso anno alla Quinzaine des réalisateurs. Con Correspondances si è aggiudicato nel 2007, insieme a Harun Farocki e Pedro Costa, il premio speciale della giuria a Locarno, dove è tornato in concorso nel 2009 con A Religiosa Portuguesa e nel 2014 con La sapienza, girato tra la Svizzera e l'Italia. Nel 2011 il TFF gli ha dedicato una retrospettiva e ha poi in seguito proseguito a programmare diversi suoi film, come il documentario girato nei Paesi Baschi Faire la parole (2015), Le fils de Joseph (2016), presentato in anteprima alla Berlinale, e il film laboratoriale En attendant les Barbares (2017). Nel 2020 è tornato nei Paesi Baschi per girare Atarrabi et Mikelats, presentato a San Sebastian. All'attività di regista affianca inoltre quella di scrittore e poeta.
FILMOGRAFIA
Toutes les nuits (2001), Le nom du feu (cm, 2002), Le monde vivant (2003), Le pont des arts (2004), Les signes (mm, 2006), Digital Sam in Sam Saek 2007: Memories (ep. Corrispondences, mm, 2007), A Religiosa Portuguesa (2009), La sapienza (2014), Faire la parole (doc., 2015), Le fils de Joseph (2016), En attendant les Barbares (2017), Como Fernando Pessoa salvou Portugal (cm, 2017), Lisboa revisitada (cm, 2019). Atarrabi et Mikelats (2020), Le mur des morts (2022).
Cast
& Credits
regia, sceneggiatura/director, screenplay
Eugène Green
fotografia/cinematography
Raphaël O’Byrne
montaggio/film editing
Cheng Xiao Xing, Benoît De Clerck
scenografia/production design
Pierre Bouillon
costumi/costume design
Agnès Noden
musica/music
Christina Pluhar, Damien Guillon
suono/sound
Dana Farzanehpour
interpreti e personaggi/cast and characters
Christelle Prot (Pénélope), Alexis Loret (il cavaliere con il leone/Lion Knight), Adrien Michaux (Nicolas), Laurène Cheilan (la nobildonna/Milady), Achille Trocellier (il bambino più grande/Bigger Child), Marin Charvet (il bambino meno grande/Less Big Child)
produttore/producer
Martine de Clermont-Tonnerre
produzione/production
Les Films du Fleuve, Mact Productions
coproduttori/coproducers
Claude Berda, Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne
coproduzione/coproduction
AB3
vendita all’estero/world sales
Mact Productions