Tre “astronauti” vagano tra silenti e imponenti montagne innevate. Attraverso forme, colori e scene ritmate, il paesaggio diventa materia di sperimentazione. In soli quaranta minuti, il regista di Muere, monstruo, muere compone un’affascinante opera esistenzialista che trasforma lo schermo in una tela, e il mondo in una sorta di pianeta congelato.
Biografia
regista
Alejandro Fadel
(Argentina 1981) ha conseguito la laurea presso la Universidad del Cine di Buenos Aires, dove ha realizzato anche i suoi primi cortometraggi. Ha poi diretto video musicali e diretto il film El amor - Primera parte (2005) con Martin Mauregui. Successivamente ha lavorato come sceneggiatore per il cinema e la tv, collaborando in particolare con Pablo Trapero. Con Los salvajes (2012) ha debuttato nel lungometraggio, mentre con il successivo Muere, monstruo, muere (2018) ha partecipato al Certain Regard di Cannes.
FILMOGRAFIA
La familia Peterson (cm, 1999), ¿Qué hacemos con Pablito? (cm, 2000), Sábado a la noche, domingo a la mañana (cm, 2002), Moreno 342 (cm, 2002), Bolero (cm, 2002), Felipe (cm, 2002), El amor - primera parte (coregia Martin Mauregui, 2005), Los salvajes (2012), Gallo rojo (coregia Zamo Mkhwanazi, cm, 2016), South Africa Factory (cm, 2016), Muere, monstruo, muere (2018), El elemento enigmatico (cm, 2020).
Dichiarazione
regista
«Come il suo protagonista, il film offre un viaggio verso un luogo sconosciuto. I movimenti del personaggio sono seguiti da vicino, guidano lo spettatore in un luogo sorprendente e nuovo. Lo sguardo è condotto fino al punto in cui si sente il bisogno di fermarsi, per riflettere su ciò che sta vedendo e per trovare piacere in questo smarrimento».