Mofe e Rosa vivono a Lagos, in Nigeria. Lui lavora in fabbrica, lei fa la parrucchiera. Entrambi progettano di emigrare all’estero per trovare una vita migliore. Il destino ostacola però i loro piani, e quando la realizzazione del loro sogno sfuma si vedranno costretti a riconsiderare anche la possibilità di costruire nel loro stesso mondo il futuro che desiderano. Dalla Nigeria un esordio potente in cui il dramma, ma anche la pazienza e la capacità di elaborare delle soluzioni, assumono le forme della quotidianità.
Biografia
regista

Arie Esiri
Arie Esiri (Warri, Nigeria, 1985) si è laureato in sceneggiatura e regia presso la Columbia University di New York e ha poi lavorato come produttore e regista di spot pubblicitari. A New York ha collaborato con il fratello gemello Chuko alla realizzazione di due cortometraggi: Goose (2015), co-diretto da entrambi e presentato al Los Angeles Film Festival, e Besida (2016), prodotto da Arie e diretto da Chuko e presentato in numerosi festival internazionali, tra cui il Festival di Berlino e il BFI London Film Festival. Eyimofe, primo lungometraggio dei gemelli Esiri, è stato selezionato al Forum di Berlino.
FILMOGRAFIA
Goose (coregia Chuko Esiri, cm, 2015), Eyimofe (This Is My Desire, coregia Chuko Esiri, 2020).

Chuko Esiri
Chuko Esiri (Warri, Nigeria, 1985) si è laureato in sceneggiatura e regia presso la New York University. A New York ha collaborato con il fratello gemello Chuko a due cortometraggi: Goose (2015), diretto da entrambi, e presentato al Los Angeles Film Festival, e Besida (2016), diretto da Chuko e prodotto da Arie e presentato in numerosi festival internazionali, tra cui il Festival di Berlino e il BFI London Film Festival. Eyimofe, primo lungometraggio dei gemelli Esiri, è stato selezionato al Forum di Berlino.
FILMOGRAFIA
Goose (coregia Chuko Esiri, cm, 2015), Besida (cm, 2016), Eyimofe (This Is My Desire, coregia Chuko Esiri, 2020).
Dichiarazione
regista
«Non vogliamo fare film per sostenere un determinato punto di vista o per persuadere qualcuno a pensare in un certo modo. Vogliamo raccontare una situazione specifica con il massimo di verità possibile, come si vive nel quotidiano qui a Lagos. Questo ha ripercussioni sul nostro modo di fare cinema, che è molto oggettivo, quasi documentaristico, proprio perché cerchiamo di trasmettere la verità della situazione». (A. Esiri) «Volevo solo che il pubblico avesse un’idea di questa parte di mondo che probabilmente non conosce o non ha mai visto. Che si riconoscesse nei personaggi, che empatizzasse con il loro viaggio emotivo. E anche che ricontestualizzasse ciò che ha sentito o meno sulle ragioni che spingono le persone a lasciare il loro paese». (C. Esiri)