Una giovane donna musulmana fugge dalla casa degli zii in cerca di una nuova vita, ma si trova a dover sopravvivere per strada. Quando incontra un ragazzo gentile ma squilibrato di Coney Island che vuole vendicarsi dello speculatore edilizio che ha sfrattato i suoi nonni, il suo futuro è segnato. Emarginati in una città in continuo cambiamento, i due si lanciano in un'odissea di quartiere che li spingerà verso il pericolo, l’amore e la tragedia.
Biografia
regista

Tim Sutton
(Usa) vive con la moglie e i due figli a Brooklyn, dove lavora come regista ed educatore. Ha dato avvio al ciclo di laboratori di educazione audiovisiva Video Kid Brooklyn con il sostegno della New York City Youth. In passato ha lavorato come film art director per l’agenzia fotografica Getty Images. Con Pavilion (2012), sviluppato presso il Narrative Lab dell’Independent Filmmaker Project e la Emerging Vision Conference della Film Society del Lincoln Center, ha esordito nella regia e partecipato in concorso al Torino Film Festival. In seguito ha diretto Memphis (2013), Dark Night (2016), presentato alla Mostra di Venezia, e Donnybrook (2018), presentato a Toronto.
FILMOGRAFIA
Pavilion (2012), Memphis (2013), Dark Night (2016), Donnybrook (2018), Funny Face (2020).
Dichiarazione
regista
«Il destino e l'amore sono al centro del film, influenzato sia da classici del genere "amanti in fuga" come Gangster Story e La rabbia giovane, sia da film più recenti e psichedelici, come Requiem for a Dream e Solo gli amanti sopravvivono. Saul e Zama sono uniti dalle circostanze e da una profonda fede l'uno nell'altro ma anche minacciati da un mondo che gli sfugge. [...] Allo stesso tempo, è un noir newyorkese nella tradizione di Taxi Driver, Il cattivo tenente o Ultima fermata Brooklyn, tutti film che usano lo spazio urbano come labirinto, attraversando strade di pericolosa bellezza».