Trentenne e in procinto di sposarsi, Lena è in crisi con il fidanzato e non riesce a
spiegarsi la sensazione di vuoto che la circonda. Grazie alla compagnia degli
amici mitiga in parte la propria insoddisfazione, ma alla lunga si stanca di
una vita fatta di studio, chiacchiere e serate fuori. Troverà rifugio solamente
nelle conversazioni telefoniche con uno sconosciuto, incontrato casualmente
durante un temporale estivo. Film simbolo della stagnazione dell’era Brežnev,
ritratto di una generazione di moscoviti persi nei propri sogni e privati di prospettive.
Biografia
regista

Marlen Khutsiev
(Tblisi, Georgia, 1925 - Mosca, Russia, 2019) si diploma presso il VGIK ed esordisce al lungometraggio nel 1956 con Primavera in via Zaréčnaja. Negli anni Sessanta trova il successo, così come gli ostacoli della censura, con Ho vent'anni (1965), premiato a Venezia, e Pioggia di luglioEppure credo..., rimasto incompiuto dopo la morte del maestro; in seguito, impegnato soprattutto in televisione, torna al cinema con i drammi Epilogo (1983) e Infinitas (1992), premio Alfred Bauer a Berlino. Nel 2015, nel corso di una retrospettiva completa dei suoi lavori, ha ricevuto il Pardo alla carriera dal Festival di Locarno.
FILMOGRAFIA
Gradostroiteli (cm, 1950), Vesnà na Zarécnoj ùlice (Primavera in via Zaréčnaja, 1956), Dva Fyodora (I due Fëdor, 1958), Mne dvadcat'let (Ho vent'anni, 1965), Iyulskiy dozhd (Pioggia di luglio, 1967), Byl mesyats may (Era il mese di maggio, tv, 1970), Alyy parus Parizha (The Scarlet Sail of Paris, tv doc, 1971), I vsyo-taky ya veryu... (Eppure credo..., coregia Michail Romm, Elem Klimov, doc, 1974), Poslesloviye (Epilogo, 1983), Beskonechnost (Infinitas, 1992), Lyudi 1941 goda (People of 1941, doc, 2001), Venice 70: Future Reloaded (ep. In perpetuum infinituum, cm, 2013).
Dichiarazione
regista
«Quello che cerco di restituire nei miei film sono le sensazioni che ricordo della Mosca prebellica. Ho sempre vissuto in centro e quando, dopo la guerra, sono finalmente tornato in città, ho ritrovato un altro mondo. Pioggia di luglio e Ho vent’anni nascono dalle passeggiate di quel periodo. Nel primo dei due volevo trasmettere la sensazione della distanza, come se l’attrice venisse colta casualmente nella folla e la macchina da presa cominciasse a seguirla come una passante qualsiasi».