Cosa succede quando una scuola deve chiudere per un’emergenza sanitaria? La comunità scolastica si ritrova a modificare azioni e pratiche, riconfigurando i suoi stessi ruoli. Spesso arrivando dove altre istituzioni non riescono ad agire. Questo è il racconto di quanto è avvenuto in alcune scuole di Torino: raccoglie voci e materiali realizzati durante la chiusura degli istituti da studenti e docenti; è al tempo stesso una cronaca, una testimonianza e una verifica sui temi che l’emergenza ha messo in luce. Un racconto corale, la storia di una scuola che ha voluto essere più vicina, perché nessuno si sentisse escluso. E anche una riflessione su quello che potrebbe essere, in un futuro che non è mai stato così vicino.
Biografia
regista

Alberto Momo
Alberto Momo (Torino, 1972), filmmaker e autore di documentari d’architettura, ha presentato i suoi lavori nei principali festival internazionali, tra cui Venezia, Locarno, Rotterdam e Montréal. Con Donatello Fumarola ha fondato la casa di produzione Zomia e pubblicato il libro di conversazioni Atlante sentimentale del cinema. Ha collaborato con Rai 3 e Rai 4 e curato la sezione cinema alla Biennale di architettura 2014, con una grande installazione all’Arsenale. Con Eliorama ha vinto il premio per il miglior documentario italiano al Torino Film Festival 2006.
FILMOGRAFIA
Todos os dias (cm, 1995), L’amorosa traccia (cm, 1997), Un’aria scura (cm, 2000), Il paese delle rane (cm, 2001), Liquido Atlante (cm, 2002), Ponti sospesi (cm, 2003), Fiaba nera (2005), Eliorama (coregia/codirector Maicol Casale, doc., 2006), Cut people/Amir Naderi (coregia/codirector Donatello Fumarola, doc., 2007), Ombre di Tosca (cm, 2008), Un canto lontano (doc., 2008), Playtime (coregia/codirectors Maicol Casale, Federico Ercole, ep., tv, 2010), Game Over (coregia/codirector Federico Ercole, cm, 2011), Un’architettura in movimento (doc., 2012), Casa Cattaneo a Cernobbio (cm, 2012), Bormida (doc., 2018), La scuola prossima (doc, 2020).
Dichiarazione
regista
«Video lezioni, home movie da smartphone, videoconferenze. Il film tesse materiali diversi avvicinandosi alla loro natura, con la speranza e l’attesa che si riveli la loro vita. Mostra modi di comunicare, provando a restituire un ambiente, uno stato emotivo particolare dei giorni vissuti. Lo vedo come un canto collettivo, un coro, un gesto d’amore e di cura verso la scuola e chi la vive».