Regina, una ragazza di quindici anni che ha perso la madre anni prima, sogna di fare la cantante. Il padre, Luigi, che rappresenta ormai tutta la sua famiglia, crede molto nel talento della figlia e non smette mai di supportarla. D'altra parte Luigi la capisce bene perché lui stesso ha dovuto rinunciare alla propria carriera musicale proprio per stare vicino alla figlia. Il loro legame sembra fortissimo, indissolubile, almeno fino a quando, un giorno, un evento imprevedibile cambierà le loro vite.
Biografia
regista

Alessandro Grande
(Catanzaro, Italia,1983), laureato in scienze e tecniche dello spettacolo all'Università di Tor Vergata, è un regista, sceneggiatore e docente di cinema. Dopo i primi lavori, con In My Prison (2010) raggiunge la notorietà nel circuito dei cortometraggi: il film, vincitore del Premio Amnesty International, è stato presentato e premiato in numerosi festival cinematografici in tutto il mondo. Anche i successivi Margherita (2013) e Bismillah (2018) vengono molto apprezzati e quest'ultimo viene premiato ai David di Donatello come miglior cortometraggio. Regina è il suo primo lungometraggio.
FILMOGRAFIA
Torno subito (cm, 2007), Io. Indifesi (cm, 2009), In My Prison (cm, 2010), Margherita (cm, 2013), Bismillah (cm, 2018), Regina (2020).
Dichiarazione
regista
«Sono partito dal saggio di Massimo Recalcati Il complesso di Telemaco, nel quale l’autore affronta l’assenza e la scomparsa della figura del padre. Telemaco, infatti, lo attende per poter ristabilire in casa quella che Recalcati chiama “la legge della parola”, la capacità di svolgere una funzione educativa verso i propri figli. L’arrivo di un padre maturo e pronto all’ascolto è un bisogno fondamentale per le generazioni dei figli di ogni tempo. Sin dai primi momenti della fase di scrittura ho sentito l’opportunità di fare un film sincero e universale, che potesse arrivare al cuore dello spettatore raccontando una storia sospesa fra il film di genere e il romanzo di formazione, in una Calabria insolita e personale».