La calda estate di un quartiere popolare di Bologna: il ritmo e la reiterazione dei silenzi, i grilli pomeridiani e i suoni antichi accompagnano la desolazione e il coraggio delle persone che vi abitano. Tra il saggio visivo e il documentario musicale, uno sguardo umanista e divertito che usa l'afa estiva, la periferia assolata e le vecchie canzonette per elaborare una serie di appunti tragicomici sulla solitudine.
Biografia
regista
Fabio Donatini
(Faenza, Italia, 1979) ha studiato semiotica del cinema e musica all'Università di Bologna e ha poi lavorato per la Cineteca di Bologna, per Articolture, per la Bottega Finzioni e Bottega Produzioni, per la Mammut Film e la Zarathustra Film. Ha inoltre organizzato corsi per avvicinare al cinema persone con difficoltà psichiche e motorie: un interesse per il tema dell'inclusività culminato nel progetto “Abilissimi protagonisti” e nella realizzazione del cortometraggio Se il mio film avesse le ruote - Storia del cinema in carrozza a rotelle. Oltre a essere regista, sceneggiatore e produttore, è anche agricoltore. Dopo aver realizzato alcuni corti, nel 2011 ha esordito nel lungo con Il boia - I principi dell'indeterminazione.
FILMOGRAFIA
Il boia - I principi dell'indeterminazione (2011), Tuber, la saga del pico bianco (doc, mm, 2011), San Donato Beach (doc, 2020).
Dichiarazione
regista
«Ci ho messo tre anni per finire questo film, la cui struttura è la struttura della mia vita e delle mie estati. Una caduta e una risalita mi hanno spinto a riprendere a scrivere e girare. E anche a tornare tra la gente, a girare il mondo. Ora sento di avere una nuova poetica fatta di caos, di musica e di tempo. È difficile amare il cinema. Ma la mia storia d'amore non è ancora finita».