Durante le riprese del film Il dono, Giuliano Fratini incontra Marlen Khutsiev, il quale accetta di parlare di Tarkovskij. Ma prima che gli venga rivolta qualunque domanda, in segno di ringraziamento verso gli ospiti italiani, vuole parlare dell’Italia e in particolare di Fellini e della loro amicizia nata al Festival di Mosca del
1963. I suoi occhi s’illuminano tornando agli anni giovanili, quando il maestro
italiano a Mosca chiede di incontrare proprio lui, quel piccolo georgiano che
aveva problemi con la censura di regime. Questo piccolo film è un omaggio al
genio italiano di Fellini nel centenario della nascita e al maestro georgiano,
scomparso da pochi mesi.
Biografia
regista

Giuliano Fratini
(Tivoli, Italia, 1972) si è laureato al Dams di Roma Tre con una tesi sul film Infinitas di Marlen Chuciev. Con il suo primo romanzo, Tre giorni, nel 2012 ha vinto il Premio speciale della Giuria al Premio Franz Kafka Italia e si è poi avvicinato alla scrittura cinematografica lavorando alla sceneggiatura del film Peace to Us in Our Dreams (2013) di Šarunas Bartas. Nel 2019 ha esordito alla regia con il film Il dono.
FILMOGRAFIA
Il dono (2019),Un brindisi georgiano (doc, cm, 2020)
Dichiarazione
regista
«All’inizio delle celebrazioni del centenario della nascita di Fellini, mi sono ricordato di avere questo materiale di cui inizialmente non avevo capito l’importanza. Marlen, forse notando la mia emozione, come sanno fare i grandi maestri, prima che io facessi qualunque domanda, cominciò a parlare di Fellini. Nel film si nota la nostra sorpresa e l’assenza di un copione, tutto si svolge come una piacevole conversazione. Durante i mesi del lockdown, con molta fatica ho raccolto quante più testimonianze fotografiche possibile riguardo quel loro primo incontro al Festival del Cinema di Mosca del 1963. Quando gli archivi hanno riaperto, questi materiali sono così confluiti nel film. Il film è stato selezionato al Festival del Cinema di Mosca, evento straordinario per chiunque conosca tutte le umiliazioni che ha dovuto patire Marlen negli ultimi anni della sua vita a causa del nuovo corso del cinema russo».