Vera Melis, una ragazzina di undici anni appassionata di astronomia, scompare misteriosamente sulla costa ligure, mentre sta spargendo al vento le ceneri del suo amato cane. Due anni dopo torna a casa senza ricordarsi nulla della sua vita passata. I genitori sono sconvolti ma l'esame del DNA conferma che si tratta proprio di Vera. Con il tempo i ricordi iniziano a riaffiorare e la ragazza si rende conto di aver vissuto la vita di Elías, un vigilante dell'osservatorio astronomico Alma, in Cile. Elías, clinicamente morto per infarto, si era risvegliato nello stesso momento in cui Vera era svanita nel nulla.
Biografia
regista

Beniamino Catena
(Ancona, 1968), dopo un'esperienza di filmmaker autodidatta dal 1982 al 1994, ha cominciato a fare l'aiuto regista su set pubblicitari e successivamente si è laureato in storia del cinema all'Università di Bologna. Da regista ha poi realizzato diversi cortometraggi presentati in festival nazionali ed internazionali (Bellaria, Torino, Locarno, Bastia, Valencia, Santiago del Cile, New York, Venezia), ottenendo riconoscimenti e acquisti televisivi. Ha pubblicato un'intervista con John Carpenter, diretto uno spot per Dario Argento, è stato direttore della fotografia per videoclip e documentari. Ha inoltre lavorato come regista televisivo per serie e videoclip (Marlene Kuntz, Kuntz+Skin, CSI, Mao, Mango, Paola Turci).
FILMOGRAFIA
Preludio (cm, 1993), Marcia funebre di una marionetta (1994), Necrospettiva (cm, 1994), L'ultimo uomo (cm, 1995), Se il tuo occhio dà scandalo, cavalo (cm, 1997), The Man from Mars Project (cm, 2000), Quando si chiudono gli occhi (cm, 2000), Pornodrome una storia dal vivo (doc, 2002), Squadra Antimafia (serie TV, 2009-2013), Fuoco amico – Task Force 45 (serie TV, 2016), Rosy Abate (serie TV, 2017), Vera de Verdad (2020).
Dichiarazione
regista
«La storia raccontata ha connotati meticci, perché il fantasy si fonde con la fantascienza abbracciando il dramma e il genere romantico. Tuttavia, lo stile è iperrealistico, lucido, talvolta documentario. Da questo contrasto nasce quell’idiosincrasia feconda che è il realismo magico, un linguaggio che potenzia il messaggio del nostro film. Perché Vera de Verdad racconta qualcosa al limite del reale esplorando ciò che non è visibile, ma ugualmente tangibile e forte. Come la paura, l’amore, il dolore, il senso dell’infinito».