Una riflessione personale e filosofica sul legame fra immagini e armi. Al centro del discorso Baltimora, città banco di prova di molte nuove tecniche e tecnologie di sorveglianza. Passando dal XIX secolo, dove la fotografia si è sviluppata parallelamente al colonialismo e alle armi automatiche, alla sede della Axon, azienda che detiene una sorta di monopolio sulle body camera negli Stati Uniti, il film mette in relazione immagini e violenza e costruisce un caleidoscopio di storie raccontate da videocamere, armi, forze di polizia e organi di giustizia.
Biografia
regista

Theo Anthony
(Baltimore, USA) è un regista e fotografo che vive tra Baltimora e New York. Il suo primo lungometraggio, Rat Film (2016), è stato presentato al Torino Film Festival e poi accolto favorevolmente dalla critica, con una premiere televisiva sulla PBS Independent Lens agli inizi del 2018. Nel 2018 è stato beneficiario della borsa di studio Sundance Art of Non-Fiction e l’anno successivo di quella della Sundance and Simons Foundation Science Sandbox. Nel 2015, è stato nominato da «Filmmaker Magazine» tra i 25 nuovi volti del cinema indipendente.
FILMOGRAFIA
Chop My Money (doc, cm, 2014), Peace in the Absence of War (doc, cm, 2015), Rat Film (doc, 2016), Subject to Review (doc, cm, 2019), All Light, Everywhere (doc, 2021).
Dichiarazione
regista
«All Light, Everywhere è un film sulla visione e sul potere di imporre una certa prospettiva. Nasce dal naturale sviluppo dei miei primi due film, Rat Film e Subject to Review: nel primo provavo a ricostruire la storia di Baltimora attraverso le mappe e la cartografia, nel secondo, invece, cercavo di capire come il potere si manifesti attraverso strumenti di riproduzione istantanea. All Light, Everywhere unisce queste ricerche, concentrandosi sulla relazione tra videocamere, armi, sorveglianza e giustizia».
Cast
& Credits
CONTATTI: Autlook Filmsales - Stephanie Fuchs www.autlookfilms.com