39° TORINO FILM FESTIVAL
FUORI CONCORSO/L'INCANTO DEL REALE
ITALIA, IL FUOCO E LA CENERE
di Olivier Bohler, Céline Gailleurd
Un viaggio documentato, lirico e visionario, alle origini del cinema muto italiano. Un’arte e un’industria folgorante, che fecero brillare le prime star internazionali e lanciarono i primi cineasti. Con il suo mondo di fasti e deliri romantici, tra il simbolismo di Verdi e il decadentismo dannunziano, questo cinema godette di fama internazionale, affascinando folle, intellettuali e artisti di tutta Europa, fino ad arrivare negli Stati Uniti e in Sudamerica. Raccontato da eccezionali immagini d’archivio – molte delle quali inedite – e dalla voce di Isabella Rossellini, il film fa riaffiorare un’epoca di splendori e la storia di un Paese, che presto cadrà nel baratro del fascismo.
Biografia
regista
Céline Gailleurd, Olivier Bohler
(Nizza, Francia, 1981; Marsiglia, Francia, 1972) dal 2010 dirigono insieme documentari legati alla storia del cinema: André S. Labarthe, Du chat au chapeau (2010), Jean-Luc Godard, Le Désordre exposition (2012) e Edgar Morin, Chronique d'un regard (2014). I loro film sono stati ospitati in festival (Buenos Aires, Yamagata, Pesaro) e luoghi dedicati all'arte contemporanea (Tate Modern, la National Gallery di Singapore). Sono anche autori di cortometraggi di finzione, tra cui Dramonasc (2018) e l’imminente Harmony, vincitore del SOFILM/Canal+ Prize. Olivier Bohler ha anche diretto il documentario Sous le nom de Melville, presentato a Toronto nel 2008. Céline Gailleurd è docente all'Università di Parigi 8. Entrambi sono produttori alla Nocturnes Productions.
FILMOGRAFIA
André S. Labarthe, Du chat au chapeau (doc, 2010), Jean-Luc Godard, Le Désordre exposition (doc, 2012), Edgar Morin, Chronique d'un regard (doc, 2014), Dramonasc (cm, 2018), Harmony (cm, 2020), Italia. Il fuoco, la cenere (doc, 2021).
Dichiarazione
regista
«Italia. Il fuoco, la cenere, è la storia di un’arte – il cinema – e al contempo quella di un intero Paese, diretto irreparabilmente verso il fascismo e il crollo di una cultura profondamente europea. Le bobine in nitrato, sopravvissute nelle cineteche d’Europa che abbiamo visitato, incarnano la memoria del cinema e la sua fragilità, la sua bellezza splendente e la sua inesorabile decomposizione. Per noi l’archivio è materia estetica, viva e pulsante. Abbiamo voluto lasciare la parola a coloro che hanno creato queste immagini o ne sono stati spettatori all’epoca: figure illustri (Pirandello, Dalì, Francesca Bertini, Fellini) o sconosciute. Il film è una riflessione sul gesto cinematografico e sull’origine stessa del nostro desiderio di immagini».
Cast
& Credits
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