Leila e Damien si amano profondamente e hanno un figlio, Amine. L’equilibrio della coppia viene però intaccato dal bipolarismo di Damien, pittore di successo che lavora instancabilmente alle sue opere, spesso scivolando in stati di frenesia ed esaltazione incontrollabili. Nonostante la sua psicosi, Damien cerca di dedicarsi ed impegnarsi nella sua relazione con Leila, pur sapendo che forse non sarà mai in grado di offrirle ciò che lei desidera.
Biografia
regista
Joachim Lafosse
(Uccle, Belgio, 1975) ha studiato dal 1997 al 2001 presso l’Institut des Arts de Diffusion di Louvain-la-Neuve. Il suo film di diploma, Tribu, è stato premiato come miglior cortometraggio belga al Festival international du film francophone di Namur nel 2001. Il suo primo lungometraggio Folie privée ha vinto il premio Fipresci al Festival internazionale di Bratislava. Il successivo Ça rend heureux è stato in concorso a Locarno, mentre nel 2006 Proprietà privata, con Isabelle Huppert, ha partecipato sempre in concorso alla Mostra di Venezia, dove ha vinto il premio Signis. Nel 2012 ha diretto À perdre la raison, presentato nel Certain regard di Cannes, vincitore di quattro premi Magritte e proposto per rappresentare il Belgio per l’Oscar al miglior film straniero. Nel 2015 ha diretto il film drammatico Les chevaliers blancs, mentre l’anno successivo ha presentato a Cannes, nella sezione Quinzaine de réalisateurs, Dopo l’amore, presentato anche al Torino Film Festival. Nel 2018 ha poi presentato alle Giornate degli autori di Venezia Continuer. Les intranquilles è stato presentato in concorso al Festival del Cinema.
FILMOGRAFIA
Tribu (cm, 2001), Folie privée (2004), Ça rend heureux (2006), Nue propriété (Proprietà privata, 2006), Élève libre (Élève libre - Lezioni private, 2008), Avant les mots (doc., 2010), À perdre la raison (2012), Les chevaliers blancs (2015), L’économie du couple (Dopo l’amore, 2016), Continuer (2018), Les intranquilles (2021).
Dichiarazione
regista
«Il film ha preso vita come ho sempre sognato che i miei film facessero. La storia non è canonica, ma anzi vive in concomitanza con gli attori, i quali permettono a sé stessi di essere osservati. Ed infatti è proprio grazie a loro che tutto ha funzionato. Le cose hanno iniziato a prendere davvero forma quando Leïla Bekhti e Damien Bonnard sono entrati a far parte della squadra, quando li ho visti prendere il comando sui propri personaggi, quando ho visto che volevano realmente fare qualcosa con essi. Per la prima volta non c’è stato bisogno di farmi valere; ho semplicemente dovuto osservare».
Cast
& Credits
CONTATTI: LUXBOX Marie Lamboeuf - marie@luxboxfilms.com