39° TORINO FILM FESTIVAL
FUORI CONCORSO/SURPRISE

LINGUI

UNA MADRE, UNA FIGLIA
di Mahamat-Saleh Haroun
Nazione: Francia, Germania
Anno: 2021
Durata: 87


N’djamena, Ciad. Amina vive con la figlia quindicenne Maria. Il suo fragile mondo, fatto di piccoli lavori artigianali e frequen- tazioni della locale moschea, crolla quando Maria resta incin- ta e, rifiutandosi di rivelare il nome del padre, dichiara di non voler portare avanti la gravidanza. In un paese in cui l’aborto è condannato da legge e religione, Amina deve affrontare una battaglia impari. Il filo invisibile della solidarietà femmini- le, però, saprà venire in suo soccorso.

Biografia

regista

Mahamat-Saleh Haroun

(Abéché, Ciad, 1961), regista e sceneggiatore ciadiano residente in Francia dal 1982, ha studiato al Conservatoire libre du cinéma français ha lavorato come giornalista, prima di esordire alla regia nel 1991 e trovare il successo nel 1994 con il cortometraggio Maral Tanie. Cinque anni dopo realizza il suo primo lungo, Bye Bye Africa (1999), vincitore del premio per la miglior opera prima alla Mostra di Venezia. In seguito presenta Abouna (2002) alla Quinzaine des réalisateurs di Cannes e vince con Daratt - La stagione del perdono (2006) il Premio speciale della giuria alla Mostra di Venezia e con Un homme qui crie un padre (2010) il Premio della Giuria al Festival di Cannes. Anche Grigris (2013) partecipa in concorso a Cannes, dove il suo primo documentario, Hissène Habré, Une tragédie tchadienne, viene presentato fuori concorso. Con Une saison en France (2017), presentato al Festival di Toronto, ha girato il suo primo film in Francia. Nel 2010 ha ricevuto il Premio Robert Bresson alla Mostra di Venezia per il complesso della sua opera e nel 2013 la Medaglia Fellini conferita dall’Unesco.

FILMOGRAFIA

Tan Koul (cm, 1991), Maral Tanié (cm, 1994), Bord’ Africa (cm, doc, 1995), Goï-Goï (cm, 1995), Sotigui Kouyaté, un griot moderne (cm, doc, 1997), B 400 (cm, 1997), Bye Bye Africa (doc, 1999), Letter from New York City (cm, 2001), Abouna (2002), Kalala (doc, 2005), Daratt (Daratt - La stagione del perdono, 2006), Sexe, gombo et beurre salé (tv, 2008), Un homme qui crie (2010), Grigris (2013), Hissein Habré, une tragédie tchadienne (doc, 2016), Une Saison en France (2017), Lingui (2021).

Dichiarazione

regista

«Lingui è una parola del Ciad che significa legame, connessione. Più in generale, è ciò che tiene insieme le persone per permettere loro di vivere insieme. Implica solidarietà, aiuto reciproco, sostenersi a vicenda. Io esisto solo perché esistono gli altri: questo significa lingui, un filo unico, il legame sacro del tessuto sociale. Ne deriva una filosofia altruistica. Questa parola incarna la resilienza della società nei momenti di difficoltà. E quando il lingui si spezza, allora si preannuncia l’inizio di un conflitto».

Cast

& Credits

REGIA, SCENEGGIATURA: Mahamat-Saleh Haroun. FOTOGRAFIA: Mathieu Giombini. MONTAGGIO: Marie-Hélène Dozo. MUSICA: Wasic Diop. SUONO: Thomas Bouric. CAST: Achouackh Abakar Souleymane, Rihane Khalil Alio, Youssouf Djaoro, Briya Gomidgue, Hadjé Fatimé Ngoua. PRODUZIONE: Pili Films (Francia), GOÏ-GOÏ Productions (Ciad). COPRODUZIONE: Made In Germany (Germania), Beluga Tree (Belgio), Canal+ International, Proximus.

CONTATTI: AcademyTwo AcademyTwo info@academytwo.com

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