Dopo la morte della nonna, Tsidi lascia la sua casa a Gugulethu e senz’altro posto dove andare, con al seguito la figlia Winnie, contatta controvoglia sua madre Mavis, una domestica che ha sempre lavorato per una ricca signora bianca e non si è mai occupata di lei. Impegnata ad accudire la padrona ammalata, Mavis accoglie freddamente figlia e nipote e impedisce loro di muoversi liberamente nella nuova casa. Poco tempo dopo, Tsidi comincia a percepire presenze inquietanti e soprannaturali e sospetta che la padrona non sia così indifesa come sembra. Spaventata e impaurita, Tsidi deve anche affrontare Stuart, l’unico figlio maschio di Mavis, adottato dalla signora e deciso a gestirne l’eredità. Presa in mezzo fra il difficile rapporto con la madre e il deterioramento del legame con Winnie, Tsidi si rivolgerà allo spirito della nonna per scoprire la verità dietro l’eredità della padrona di casa…
Biografia
regista
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Jenna Cato Bass
(Sudafrica) scrittrice, regista ed ex maga sudafricana. I suoi film, premiati in tutto il mondo, includono il cortometraggio The Tunnel (2010) e i lungometraggi Love the One You Love (2014) e High Fantasy (2017), proiettati tra gli altri festival al Sundance, alla Berlinale e a Toronto. Con la regista Wanuri Kahiu ha scritto il film Rafiki (2018), presentato al Certain Regard di Cannes 2018. Il suo terzo lungometraggio come regista e scrittrice, Flatland (2019), è stato il film d’apertura della sezione Panorama della Berlinale. Nel 2019 ha diretto inoltre il corto Sizohlala, con Jia Zhangke come produttore esecutivo. Good Madam è il suo quarto lungometraggio. Insegna regia e sceneggiatura alla Cape Peninsula University of Technology ed è membro fondatore del collettivo Free Film School.
FILMOGRAFIA
Africa First: Volume One (ep. The Tunnel, cm, 2010), Love the One You Love (2014), High Fantasy (2017), Flatland (2019), Sizohlala (cm, 2019), Neighbors (coregia Rima Das, Beatriz Seigner, 2019), Mlungu Wam - Good Madam (2021)
Dichiarazione
regista
«Negli ultimi anni ho guardato molti horror e sono rimasta colpita dal fatto che pochi titoli affrontano i mali quotidiani della nostra società. Le manifestazioni di un autentico orrore sono poche e quando si verificano vanno a colpire quelle persone che già provano le paure raccontate e anzi le vivono in maniera così costante da diventarne in qualche modo immuni. Mi riferisco agli orrori della povertà e delle malattie, alla mancanza di una casa o di una terra, al razzismo, all’impotenza e all’oppressione. L’horror può essere estremamente potente sia come critica sociale sia come spettacolo capace di stimolare riflessioni. Da qualunque parte la si prenda, la nostra realtà politica è una storia dell’orrore. E niente la riassume meglio, o in maniera più personale, del razzismo in Sudafrica, nel quale da sempre sono implicata»
Cast
& Credits
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