Nazione: USA
Anno: 1966
Durata: 5'


In 66 Breer esplora il problema del colore in termini di percezione intermittente, servendosi di forme che ricordano quelle di Matisse. La strategia centrale del film è di creare un gioco di immagini persistenti, presentando una serie di forme colorate su fondo bianco interrotte da una forma più piccola su fondo colorato. Queste forme lampeggiano avanti e indietro, vanno e vengono sullo sfondo colorato, formando immagini persistenti, creando una profondit` e appiattendola, presentando un colore e interrompendolo.

MOMA Circulating Film Library Catalog

Dopo Fist Fight Breer ha realizzato tre film di animazione notevolmente strutturati, che si rifanno alle forme e ai temi dei suoi primi lavori, ma con più efficacia e sicurezza che in precedenza. Questi tre film strettamente connessi, 66 (1966), 69 (1969) e 70 (1970), collocano Breer per la prima volta fra i maggiori coloristi dell'avanguardia. […]
In 66 Breer fa in modo che il fotogramma singolo sembri avanzare più velocemente, inserendolo in una composizione geometrica statica che viene mostrata a lungo. Quando l'occhio è posto di fronte a un gruppo di immagini diverse a fotogramma singolo si adatta per distinguerle. Quando l'adattamento ha avuto luogo, 1/24 di secondo sembra diventare più lungo. Ma quando l'occhio si rilassa su un'immagine continua, l'improvviso inserimento di un singolo fotogramma di qualcosa di diverso appare molto più rapido.
In 66 Breer si occupa del problema del colore in termini di rapidit` percettiva. Ha costruito una serie di cartoni colorati ritagliando e incollando forme di zippetone, un foglio di materia plastica molto riflettente. Nel film i colori dello zippetone creano sfumature più uniformi e più vibranti delle superfici dipinte o colorate a pastello. La strategia centrale di Breer in questo film è di lasciare sullo schermo per vari secondi una forma colorata su fondo bianco, poi di interromperla con un'altra forma, di solito più piccola, di un colore diverso posta in quella che sarebbe la zona di fondo dell'immagine iniziale. La differenza di colore e la posizione eccentrica dell'immagine a fotogramma singolo tendono a provocare un leggero riverbero visivo quando riappare la prima immagine.
66 consiste in gran parte di una serie di immagini del genere e delle loro interruzioni. Verso la met` del film le interruzioni diventano progressivamente più frequenti; ci sono serie di interruzioni, scambi lampeggianti di due immagini e anche leggere impressioni di movimento in un film altrimenti completamente statico. Non ci sono illusioni di profondit` o allusioni a uno spazio fuori campo. A met` del film, al culmine della velocit`, due e a volte anche più forme sembrano muoversi in diverse direzioni in alternanze lampeggianti. A questo punto il movimento sembra esistere per evidenziare, per contrasto e con il suggerimento del suo potenziale, l'immobilit` su cui 66 è basato.

P. Adams Sitney, Visionary Film, 1974

Biografia

regista

Robert Breer

Robert Breer (Detroit, 1926) ha vissuto a Parigi dal 1949 al 1959, dove ha avuto modo di studiare e conoscere i movimenti d'avanguardia degli anni '20. Frequentando la Denise Rene Gallery, specializzata in arte geometrica, ha la possibilità di visionare le pellicole astratte di autori quali Hans Richter, Viking Eggeling, Walter Ruttman e Fernand Leger. Tornato negli USA alla fine degli anni '50, comincia a lavorare per lo show televisivo David Brinkley's Journal. In quegli anni iniziano a circolare i film di Kenneth Anger, Stan Brakhage, Peter Kubelka e Marie Menken, che danno vita a un nuovo movimento di rottura. Nel 1961 realizza il suo primo documentario Homage To Tinguely, in omaggio allo scultore. Prosegue poi l'esplorazione di forme animate con A Man With his Dog Out for Air e Inner and Outer Space. Oggi insegna animazione alla Cooper Union di New York

FILMOGRAFIA

A Miracle (cm,1954), Recreation (cm, 1956), Jamestown Baloos (cm, 1957), A Man and His Dog Out for Air (cm, 1957), Blazes (cm, 1961), Pat's Birthday (cm, 1962), Breathing (cm, 1963), Fist Fight(cm, 1964), Homage to Jean Tinguely's Homage to New York (cm, 1968), 69 (cm, 1968), PBL #2 (cm, 1968), 70 (cm, 1970), Gulls & Buoys (cm, 1972), Fuji (cm, 1974), Rubber Cement (cm, 1976), 77 (cm, 1977), LMNO (cm, 1978), T.Z. (cm, 1979), Swiss Army Knife With Rats and Pigeons (cm, 1981), Trial Balloons (cm, 1982), Bang (cm, 1986), A Frog on the Swing (cm, 1989), Time Flies (cm, 1997), Hub City (cm, 1997), Confederation Park (cm, 1999), Atoz (cm, 2000), What Goes Up (cm, 2003).

Cast

& Credits

Filmmaker: Robert Breer.
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