Nazione: USA
Anno: 1969
Durata: 5'


In 69 Breer si occupa direttamente delle illusioni di profondit`. L'immagine centrale del film è una linea orizzontale che scorre attraverso il quadro, come se lo stesse solcando con un movimento circolare. Questa linea stabilisce anche il ritmo dei movimenti geometrici. Breer crea un dialogo tra la profondit` di forme sfuggenti e una serie di sagome semplici e colorate che agiscono l'una sull'altra.
69 è uno studio, straordinariamente orchestrato, di movimenti eleganti e colori lampeggianti che culmina in un impeto di suoni e immagini.

MOMA Circulating Film Library Catalog


Il contrappunto dei materiali è qui inserito nel contrappunto della creazione di illusioni di profondit` e dell'esibizione dei meccanismi che le generano. Il film si apre con la presentazione di quattro forme profilate che si alternano ritmicamente e che sembrano entrare e uscire dalla profondit` del quadro: una colonna esagonale (che emerge dall'angolo inferiore sinistro), una colonna rotonda (in alto a sinistra), una trave rettangolare (in basso a destra) ed una U rovesciata (in basso al centro). Una quinta forma, un cerchio con dei raggi, attraversa lo spazio dello schermo da destra a sinistra. Dapprima le fasi del movimento fluttuano in diverse combinazioni. Fotogrammi di pellicola nera (a volte anche 30) interrompono il movimento e impongono gradualmente il loro ciclo ritmico. A volte tutte e cinque le forme si alternano in fotogrammi singoli, creando un effetto balbettante che appiattisce ogni forma in aumenti separati del movimento in precedenza fluido. In questi momenti l'illusione che le forme scompaiano nello spazio tridimensionale fuori campo è sospesa, e si impongono i confini del fotogramma.
In contrapposizione alle forme più regolari vengono introdotti disegni geometrici piani e forme simili a cartoni animati. Il colore emerge prima con una sequenza dai toni blu, poi in sostituzione di una forma profilata o dello sfondo che la circonda (lasciando, per esempio, la colonna esagonale profilata in bianco). Cambiamenti di colore di singoli fotogrammi (blu, rosso, verde, giallo, arancione) frammentano nuovamente il movimento fluido in aumenti distinguibili, e il loro lampeggiare crea a volte leggere immagini persistenti delle forme geometriche.

Paul S. Arthur, in AA.VV., A History of the American AvantGarde Cinema, 1976

Biografia

regista

Robert Breer

Robert Breer (Detroit, 1926) ha vissuto a Parigi dal 1949 al 1959, dove ha avuto modo di studiare e conoscere i movimenti d'avanguardia degli anni '20. Frequentando la Denise Rene Gallery, specializzata in arte geometrica, ha la possibilità di visionare le pellicole astratte di autori quali Hans Richter, Viking Eggeling, Walter Ruttman e Fernand Leger. Tornato negli USA alla fine degli anni '50, comincia a lavorare per lo show televisivo David Brinkley's Journal. In quegli anni iniziano a circolare i film di Kenneth Anger, Stan Brakhage, Peter Kubelka e Marie Menken, che danno vita a un nuovo movimento di rottura. Nel 1961 realizza il suo primo documentario Homage To Tinguely, in omaggio allo scultore. Prosegue poi l'esplorazione di forme animate con A Man With his Dog Out for Air e Inner and Outer Space. Oggi insegna animazione alla Cooper Union di New York

FILMOGRAFIA

A Miracle (cm,1954), Recreation (cm, 1956), Jamestown Baloos (cm, 1957), A Man and His Dog Out for Air (cm, 1957), Blazes (cm, 1961), Pat's Birthday (cm, 1962), Breathing (cm, 1963), Fist Fight(cm, 1964), Homage to Jean Tinguely's Homage to New York (cm, 1968), 69 (cm, 1968), PBL #2 (cm, 1968), 70 (cm, 1970), Gulls & Buoys (cm, 1972), Fuji (cm, 1974), Rubber Cement (cm, 1976), 77 (cm, 1977), LMNO (cm, 1978), T.Z. (cm, 1979), Swiss Army Knife With Rats and Pigeons (cm, 1981), Trial Balloons (cm, 1982), Bang (cm, 1986), A Frog on the Swing (cm, 1989), Time Flies (cm, 1997), Hub City (cm, 1997), Confederation Park (cm, 1999), Atoz (cm, 2000), What Goes Up (cm, 2003).

Cast

& Credits

Filmmaker: Robert Breer.
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