Nazione: Israele
Anno: 1986
Durata: 97'


Il re Assuero estende il suo potere dall'India all'Etiopia su di un immenso impero di centoventisette province. Per celebrare la propria potenza, invita tutta la popolazione di Susa, capitale dell'impero, a un lussuoso banchetto. Al settimo ed ultimo giorno dei festeggiamenti, Assuero al colmo dell'orgoglio e dell'ebrezza, ordina che la regina Vashti appaia davanti ai suoi invitati per mostrare la propria grande belt`. La regina rifiuta di obbedire, provocando così la collera del re. I suoi ministri gli consigliano di ripudiarla e di scegliere un'altra regina.
Ester vive a Susa sotto la protezione di suo zio Mardocheo, che l'ha adottata alla morte dei suoi genitori. Ella non aspira che a restare vicina al suo benefattore e a proseguire un'esistenza semplice a serena. Ma il re ha ordinato che vengano raccolte tutte le giovani, vergini e belle donne della citt` sotto l'autorit` degli eunuchi, in modo che egli possa scegliere colei che prender` il posto di Vashti.
Ester è così condotta all'harem. Mardocheo le ordina di non rivelare la sua origine ebraica e di accettare la possibilit` offertale di diventare, forse, regina. La giovane viene sottoposta per un anno ad un trattamento di bellezza, al termine del quale si dovr` presentare davanti ad Assuero. Ester seduce il re, nel momento stesso in cui appare davanti ai suoi occhi; egli le conferisce il titolo di regina. Le nozze sono celebrate durante un banchetto. Aman, primo consigliere, furioso di vedere che l'ebreo Mardocheo si rifiuta di prostrarsi al suo passaggio, si reca dal re e gli dipinge gli Ebrei come i nemici più pericolosi della legge e dell'ordine.
Assuero d` pieni poteri ad Aman, che invia le lettere del decreto col quale ordina che tutti gli Ebrei siano uccisi in un solo giorno nelle centoventisette province del reame. Mardocheo chiede ad Ester di intercedere presso il re affinché lo sterminio del popolo ebreo sia evitato. La legge proibisce di recarsi a conferire con re Assuero senza essere stati chiamati. Pena: la morte. A rischio della propria vita Ester intraprende il suo cammino.
Toccato dalle parole della donna, il re acconsente a recarsi con Aman ad un banchetto organizzato dalla stessa Ester. Mentre il perfido consigliere sta gi` preparando il patibolo su cui dovr` essere giustiziato Mardocheo, il re si fa leggere gli Annali del reame, ricordandosi così del modo in cui lo stesso Mardocheo aveva sventato un complotto ai suoi danni. Assuero decide di rendergli gli onori che merita, e costringe Aman a prepararne i festeggiamenti. Nel corso del banchetto organizzato da Ester, la donna rivela ad Assuero di essere un'ebrea, e di temere per se stessa e per le sorti del suo popolo. Pieno d'ira il re fa uccidere Aman e ne revoca il decreto. Al popolo ebraico viene concesso il diritto di armarsi per vendicarsi dei loro nemici e saccheggiare i loro beni. Il giorno che doveva esser quello dello sterminio degli ebrei si trasforma in quello della loro vendetta. Ester chiede al re che anche l'indomani gli ebrei possano continuare a vendicarsi dei loro nemici. Il re accorda tale diritto. Mardocheo scrive la storia di questa vittoria e istituisce la festa del Pourim, giornata di gioia e di giubilo.

"Per me il mito di 'Ester' è la storia della sopravvivenza di un popolo perseguitato che rifiuta il suicidio e preferisce lottare e vendicarsi utilizzando tutte le risorse della sua intelligenza per restare in vita. 'Ester' è del resto il solo racconto della Bibbia nel quale Dio non abbia un ruolo attivo. Sono stato attirato dalla belt` del testo biblico e ho deciso di utilizzarlo letteralmente, mantenendone i dialoghi. Ciò che mi interessava era anche collegare 'Ester' alla pittura e ad altre arti che sono per me una sorgente d'ispirazione. Per preparare il film ho studiato con attenzione le miniature persiane. Ciò che mi ha a lungo preoccupato era di sapere perché la storia di Ester mi attirava e quale era il suo significato oggi. Guardandola più da vicino mi sono reso conto che vi si trovava l'evocazione di un cerchio di repressione, di una sorta di situazione tragica e senza uscita. Ci sono sì dei vincitori e dei vinti, ma la Bibbia insiste sulle contraddizioni inerenti alla vittoria. La situazione del MedioOriente ha qualcosa di simile. È una sorta di circolo tragico che rimanda alla Bibbia. Le parti in causa non smettono di far riferimento ai testi antichi per giustificare la causa che essi difendono in questo conflitto. Ma in 'Ester' non c'è via d'uscita, è un racconto claustrofobico. La storia diventa progressivamente crudele, insanguinata, ineluttabile.
Quello di 'Ester' è un mito molto forte, ancorato saldamente nella memoria ebraica. Il Pourim, la festa che ne commemora la storia, ha continuato ad esistere attraverso i secoli. In molti paesi era proibito agli ebrei celebrarla. 'Ester' è un ricordo che sopravvive con forza in questo popolo che è stato così a lungo perseguitato e non ha mai smesso di sognare il giorno della vendetta. E alla fine della storia di Ester, nella Bibbia, questa cruenta vendetta prende proporzioni che vanno al di l` della sola necessit` di sopravvivenza. Ma questo scioglimento è totalmente scomparso nella memoria collettiva, nella quale non resta che la storia di un popolo perseguitato che è riuscito a vincere i suoi persecutori, e nient'altro.
Con Ester ho tentato una ricostruzione di ciò che per me rappresenta una certa idea dell'Oriente, con una struttura in piani sequenza molto articolata. La concezione architettonica di ogni inquadratura è basata sul fatto che ogni scena è filmata in un unico piano. Si può dire che, come nella Bibbia, anche al cinema la storia è divisa in capitoli. Ogni capitolo costituisce un piano nel quale si inscrivono la messa in scena, i movimenti degli attori nell'inquadratura, i dialoghi in presa diretta, i rumori della citt`, gli aerei che passano sopra il luogo delle riprese... Tutto ciò, tutte queste irregolarit` e queste regolarit` sono contenute in un solo piano. È un film la cui lettura può diventare l'oggetto di un certo lavoro da parte dello spettatore." (Amos Gitai)

Biografia

regista

Amos Gitai

Amos Gitai è nato l'11 ottobre 1950 ad Haifa. Dopo essersi laureato in architettura, ha continuato i propri studi all'Università di Berkeley in California.

FILMOGRAFIA

Arts and Crafts and Technology (cm, 1973), Details of Architecture (cm, 1973), Talking about Ecology (cm, 1973), After (documentario, 1974), Charisma (cm, 1976), Dimitri (cm, 1977), Political Myth (documentario, 1977), Wadi Rushmia (documentario, 1978), Architecture (documentario, 1978), Cultural Celebrities (documentario, 1979-80), House (documentario, 1980), Wadi (documentario, 1980), In Search of Identity (documentario, 1980), American Mythologies (documentario, 1981), Field Diary (documentario, 1983), Ananas (1983), Bangkok Bahrein (documentario, 1984), Esther (1986), Brand New Day (1987).

Cast

& Credits

Regia: Amos Gitai.
Sceneggiatura: Amos Gitai, Stephane Levine, dal racconto biblico "Ester".
Fotografia: Henri Alekan.
Musica: Canzoni popolari giudeo-yemenite, indiane e palestinesi.
Sonoro: Claude Bertrand.
Montaggio: Sheherazade Saadi.
Interpreti e personaggi: Mohammed Bakri (Mardocheo), Simona Benyamini (Ester), Juliano Merr (Aman), Zare Vartanian (Assuero), Schmuel Wolf (il narratore), David Cohen (Atak), Sarah Cohen e Rim Bani (le cantanti).
Produzione: AGAV FILMS in associazione con Channel 4 Television, O.R.F., IKON, UNITED STUDIOS.
Vendita all'estero: AGAV FILMS, 9 rue de La Fountaine au Roi, 75011 Parigi, Francia. Tel.: 48054666.

TFF

premi

CONCORSO 1986

Miglior lungometraggio (ex-aequo)

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