Nazione: USA
Anno: 1968
Durata: 127'


La combinazione di controllo e spontaneit` produce una sorta di violenza isterica, tenuta saldamente in pugno. La colonna sonora va da lunghe pause di silenzio a scoppi di risate isteriche. In una sequenza in cui Richard contende ad altri due businessmen i favori di Jeannie (una prostituta), tutti colgono l'occasione per spezzare la tensione con scoppi di risa. Spesso questi scoppi sono in qualche modo legati alla sessualit`. […]
L'intero concetto di "divertimento" del film, con il suo straordinario numero di scherzi e di canzoni e balli di routine, il suo costante scorrere di liquori e il suo diario segreto di dolorosa competizione, sviluppa una duplice qualit` legata al controllo e alla spontaneit`. I personaggi cercano libert` e spontaneit` con una disperazione che nasce dalle loro vite rigide e congelate, ma attraverso il sottile rivestimento dei freni della civilt` emergono continuamente una violenza e un terrore imprevedibili. […]
Nonostante la franchezza con cui Faces rivela la bruttezza e il dolore di questo mondo, simpatizziamo con i personaggi perché ci vengono presentati, nella tradizione di La règle du jeu, con simpatia e arguzia. Tuttavia Cassavetes insiste perché questa simpatia sia basata sul pieno riconoscimento della bruttezza e del dolore. Il suo uso di illuminazione "naturale", implacabili primi piani e angolazioni di ripresa non selettive, la sua attrazione per i volti distorti dall'emozione, il realismo del trucco, degli abiti e dell'ambientazione, tutti questi elementi presentano l'esperienza umana in un modo non alleviato dalla subdola bellezza che si può trovare nel film di Renoir.
Cassavetes è sempre interessato a eliminare la distinzione tra un attore e il suo ruolo, ma qui raggiunge un equilibrio scegliendo esperti professionisti. […] Tuttavia, nello stesso tempo, egli crea condizioni di lavoro in cui gli attori possono definire i ruoli grazie alla loro personale esperienza. […] Forse questo approccio alla creazione di ruolo, strettamente connesso con le tecniche dello psicodramma, d` alla rappresentazione una sorta di realismo così efficace che il pubblico può a volte averla trovata dolorosa da guardare. […]
In tutto il film l'illuminazione produce una realistica fluidit`, dovuta in parte anche al fatto che i tecnici non hanno cercato di creare valori di luce artificiali, ma hanno usato la poca attrezzatura di cui disponevano per sviluppare una luce naturale fino al punto richiesto. […] Al Ruban, direttore della fotografia, e George Sims, operatore, hanno sviluppato una variet` di tecniche visive che esprime con straordinaria efficacia l'equilibrato realismo del film. La macchina da presa è spesso collocata in una posizione relativamente stabile, dove il suo obiettivo può essere completamente chiuso da una schiena o una spalla che vi passano davanti mentre i personaggi si muovono liberamente, creando l'impressione che gli avvenimenti abbiano una vita propria, non controllata dalla sceneggiatura o dal regista, come in un cinegiornale o anche in un filmino casalingo. Il nostro senso di generica visione furtiva è rafforzato dal fatto che la macchina da presa spesso osserva le persone attraverso soglie di porte, mentre camminano in corridoi e mentre salgono e scendono scale. […] L'eccellente uso della profondit` di campo fornisce una sorta di contrappeso alla fluidit` del punto di vista e del movimento della macchina. Di tanto in tanto la macchina da presa arresta il suo movimento chiaramente non selettivo e si blocca su uno dei vari aspetti caratteristici di immagini in profondit`. Molte inquadrature comprendono una parte del corpo di un personaggio in primissimo piano, anche se l'azione centrale si svolge su un piano spaziale più arretrato. […]
Anche il montaggio riflette spontaneit` e controllo. Vengono utilizzati soprattutto rapidi tagli da volto a volto che danno l'impressione di catturare le reazioni spontanee agli avvenimenti che si stanno verificando.

Marsha KinderBeverle Houston, CloseUp. A Critical Perspective on Film, 1972

Biografia

regista

John Cassavetes

John Cassavetes (New York, Usa, 1929 - Los Angeles, California, Usa, 1989) ha lavorato come attore prima di dirigere nel 1959 Ombre, grazie al cui successo è stato chiamato a girare Blues di mezzanotte e poi Gli esclusi. Dal 1965 al 1968 ha realizzato Volti e a partire dagli anni Settanta ha diretto le opere più importanti – Mariti (1970), Minnie e Moskowitz (1972), Una moglie (1975) – lavorando con attori come Peter Falk, Ben Gazzara, Seymour Cassel e la moglie Gena Rowlands. Nel 1980 ha vinto il Leone d’oro a Venezia con Una notte d’estate - Gloria, mentre Love Streams - Scia d’amore ha ottenuto nel 1984 l’Orso d’oro a Berlino. Nel 2007 il Torino Film Festival gli ha dedicato una retrospettiva completa.

FILMOGRAFIA

Shadows (Ombre, 1959), Too Late Blues (Blues di mezzanotte, 1961), A Child Is Waiting (Gli esclusi, 1963), Faces (Volti, 1968), Husbands (Mariti, 1970), Minnie and Moskowitz (Minnie e Moskowitz, 1972), A Woman Under the Influence (Una moglie, 1975), The Killing of a Chinese Bookie (L’assassinio di un allibratore cinese, 1976-1978), Opening Night (La sera della prima, 1977), Gloria (Una notte d’estate - Gloria, 1980), Love Streams (Love Streams - Scia d’amore, 1984), Big Trouble (Il grande imbroglio, 1985).

Cast

& Credits

Regia e sceneggiatura: John Cassavetes.
Fotografia: Al Ruban.
Operatore: George Sims.
Montaggio: Maurice McEndree, Al Ruban.
Suono: Don Pike.
Musica: Jack Ackerman.
Scenografia: Phedon Papamichael.
Interpreti: John Marley (Richard Forst), Gena Rowlands (Jeannie Rapp), Lynn Carlin (Maria Forst), Seymour Cassel (Chet), Fred Draper (Fred), Val Avery (Jim McCarthy), Dorothy Gulliver (Florence), Joanne Moore Jordan (Louise), Darlene Conley (Billy Mae), Gene Darfler (Joe Jackson), Elizabeth Deering (Stella), Anne Shirley (Anne), Nita White (Nita), Erwin Sirianni (Harry Selfrine), Jim Bridges (Jim Mortensen), Don Krantz (Edward Kazmier), John Hale (Judd Lang), John Finnegan (J.P.) George Sims (barman).
Produzione: Maurice McEndree.
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