Nazione: USA
Anno: 1962
Durata: 45'


Jack Smith ha appena finito un grande film, Flaming Creatures, talmente bello che io mi vergogno persino di vedere i normali film hollywoodiani ed europei. L'ho visto a una proiezione privata, e ci sono poche speranze che il film di Smith possa mai giungere sugli schermi cinematografici. Ma, vi dico, si tratta di una sontuosa esplosione di immaginazione, di immagini, di poesia, di arte cinematografica, paragonabile solo all'opera dei più grandi, come von Sternberg.
Flaming Creatures non verr` proiettato nei cinema perché le nostre istituzioni socialimorali ecc. sono malate. Per questo Lenny Bruce a gridato all'aeroporto di Idlewild. Questo film verr` chiamato pornografico, degenerato, omosessuale, volgare, disgustoso, ecc. ` tutto questo, ed è molto più di questo. lo vi dico che oggi il pubblico cinematografico americano viene privato del meglio del nuovo cinema, e questo non fa nessun bene all'anima della gente.

Jonas Mekas, "The Village Voice", 18/4/63


Flaming Creatures (come il successivo No President) è un altro esempio di sensibilit` erotica eccentrica (travestiti) sufficientemente forte, nonostante tutti gli inconvenienti tecnici del film, da creare un'atmosfera omogenea in cui appare l'oscura visione di una meditazione comune e i gesti di un autentico rito. Se i gesti appaiono gelatinosi, piuttosto frammentari anche quando sono brillanti, lo si deve soltanto a una mancanza di disciplina immaginativa, mancanza di quella cosa sfuggente che è la coscienza artistica. Il climax del film (la violenza cunnilinguale) è espresso con una calcolata crudezza e una fotografia molto grezza. Questo climax di parecchi travestiti in vari atteggiamenti comincia letteralmente a scuotere la stanza in cui si svolge: ci sono scossoni, angolazioni oblique e un lampadario oscilla pericolosamente come in un terremoto. Il film si conclude con l'orgia, ripresa dall'alto, una massa informe sul pavimento che subisce le ultime, esauste scosse. Indubbiamente Jack Smith ha realizzato una fantasia eloquente proprio per il suo carattere grottesco, lo scabroso risultato di un'emozione follemente ossessiva.

Parker Tyler, Underground Film, 1969


Flaming Creatures è grande, e privo di inibizioni: un film senza tensione né senso di costrizione, un film che sembra vivere di vita propria. Un subconscio esibito e realizzato, in relazione con la vita. Noi pensiamo a noi stessi come a esseri "civilizzati" e razionali; siamo ancora dei sognatori, creature di misteri e sentimenti nascosti. Molto spesso li sopprimiamo, ma quando qualcuno o qualcosa ce (i rievoca diventano il nostro oppio. Essi fanno parte di quelle astrazioni nascoste (e temute) 9 della composizione ignota dei nostri istinti. E questa parte che crea i nostri miti, le nostre sensazioni, le nostre speranze, le nostre debolezze, ma anche gran parte delle nostre forze. Noi siamo le uniche creature che possiedono tutto questo, e senza timore questo diventa la nostra poesia […].
In Flaming Creatures la qualit` del materiale filmico è parte integrante della dimensione espressiva. Le immagini sovraesposte, la luce diffusa, i toni grigi appartengono ai personaggi e alle loro caratteristiche come le dita alla mano. Se si usasse tutta la cosiddetta abilit` tecnica di Hollywood, tutta l'aura di mistero sparirebbe: il fondale dipinto diventerebbe un fondale dipinto e non il mondo di Jack Smith. Alcuni pensano che se il film non è perfetto sul piano tecnico il cineasta non si è impegnato abbastanza; altri si servono del gergo e delle capacit` tecniche per defilarsi e creare un'etica. Di recente un critico ha scritto che i film di Warhol stanno migliorando perché mostrano progressi sul piano tecnico, e questo, secondo lui, li rende più accettabili. Invece succede fin troppo spesso che questa storia di fare ricorso alla tecnica diventi una scusa per l'incapacit` del regista di esprimersi liberamente, o per la sua paura di farlo.

Stephen Dwoskin, Film Is.... 1975



Il film più noto di Smith, Flaming Creatures, fu girato nell'estate del 1962 con 100 dollari, e con una pellicola scaduta Dupont in bianco e nero, residuato militare. La maggior parte delle scene venne costruita sul tetto del vecchio Windsor Theatre in Grand Street a Manhattan (il più vecchio cinema esistente a New York, in seguito è stato demolito). Il cast di Smith era composto di attori del Theatre of the Ridiculous: Beverly Grant, Francis Francine, Joel Markman, Mario Montez. Smith disse: "I personaggi erano miei amici, e i miei amici i personaggi". Smith usò una Bolex non reflex. Le riprese durarono otto weekend e il montaggio una settimana. Uscì dapprima in proiezioni di film underground patrocinate od organizzate da Jonas Mekas, poi la sua fama si diffuse in un baleno ed entro un mese dalla sua prima al Gramercy Arts Theatre venne sequestrato dal Dipartimento di Polizia di New York e proibito dalla censura.
Ciò che sconvolse maggiormente il pubblico e le autorit` non era l'esibizione di genitali, ma la presentazione della carne e della sessualit` umane in quanto accettazione del corpo umano, come se non vi fosse nulla di brutto o sbagliato in loro. I giudici newyorkesi ritennero che un'accettazione primordiale del corpo umano non corrispondesse ai metri ed ai valori della comunit`, e proibirono Creatures (Jonas Mekas).

Carol Rowe, The Baudelairean Cinema, 1982

Biografia

regista

Jack Smith

Cast

& Credits

Filmmaker: Jack Smith.
Fotografia: Jack Smith e Jerry Joffen.
Musica: musiche popolari latinoamericane tratte da dischi a 78 giri.
Interpreti: Francis Francine (travestito), Jack Smith, Joel Markman (il vampiro Monroe), Jerry Sims (marinaio), Naomi Levine (Dark Lady), Mario Montez (danzatrice spagnola), Beverly Grant.
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