Nazione: USA
Anno: 1950
Durata: 66'


Benché Smith si sia definito uno che ha la stessa funzione di chi sposta gli attrezzi scenici nel teatro giapponese tradizionale, i suoi continui interventi nel contesto alchemico di No. 12, insieme alla sua quasi assoluta resistenza al mutamento quando ogni altra cosa, compresa la protagonista, è in costante metamorfosi, lo innalzano al rango di uno stregone. Secondo il soggetto del film, egli le inietta una pozione magica mentre lei è seduta su una diabolica sedia da dentista. Lei sale al cielo e si divide in frammenti. L'"elaborata esibizione della terra celeste" ha luogo mentre lo stregone tenta una serie di operazioni per rimetterla insieme. Non vi riesce se non dopo che essi sono stati mangiati dalla testa gigantesca di un uomo (Max Muller) [filologo dell'Ottocento, curatore dei "Libri sacri dell'Oriente" N.d.C.], e ridiscendono sulla Terra in ascensore. Il loro arrivo coincide con un'oscura cerimonia dagli aspetti scatologici (il Grande Cucitore), nella quale un riassunto in crescendo del viaggio si unisce a un finale che è l'esatto rovesciamento delle immagini iniziali […].
Quello che rende No. 12 molto più complicato del suo soggetto e ne oscura i contorni, è la molteplicit` di dettagli che riempie le immagini e il rifiuto da parte del cineasta di indicare livelli di importanza di questi dettagli. Per esempio, prima di poter usare la sedia da dentista, bisogna adattarla. Un uccello può fare un uovo, da cui esce il martello con cui lo stregone può trasformare la sedia da dentista. Altre figure portano bottiglie, mortai e pestelli, e bulbi per clisteri, per preparare un liquido con cui oliare la sedia, e una serie quasi identica di operazioni viene ripetuta per preparare la pozione ce iniettare alla protagonista. Poiché lo spettatore non conosce la desiderata fine di un'operazione o di una serie di operazioni, egli deve dividere la sua attenzione in parti uguali tra queste procedure svariate e interminabili.
Inoltre, mentre si svolgono queste azioni lo schermo viene attraversato da innumerevoli cose e creature un cane, un gatto, lo scheletro di un cavallo, una casa che cammina, una mucca, una pecora, due creature a forma di cucchiaio, un uomo minuscolo, uccelli. A volte contribuiscono all'operazione in corso, ma molto spesso il loro ruolo è deliberatamente oscuro.
La tecnica di allontanare il nucleo drammatico di una storia dietro un sipario di dettagli a cui viene attribuita uguale evidenza è un espediente letterario che risale ai romanzi di Raymond Roussel, anteriori alla prima guerra mondiale, e che viene periodicamente riesumato, da ultimo nel teatro di Richard Foreman. In No. 12 Harry Smith ne ha fornito l'equivalente ipostatico nel cinema. La sua continua alternanza di effetti sonori associativi e dissociativi sottolinea questo allontanamento, infatti, per quanto sincronizzi il suono di un abbaiare quando il cane passa sullo schermo, o il suono di urla quando la donna viene smembrata, egli collegher` dei muggiti con un cavallo, inserir` all'improvviso degli applausi e far` precedere o seguire un avvenimento dal suono che gli sarebbe appropriato. Ma forse ancora più disorientante della pressione dei dettagli o della dialettica sonora è la combinazione casuale di alcune immagini ricorrenti […].
L'uso che Smith fa della casualit` coincide con la sua idea della funzione divinatoria dell'artista. Egli ha detto: " I miei film sono fatti da Dio; io ne sono stato solo il tramite". Le variazioni casuali del vocabolario di immagini di base del film forniscono però un altro paragone tra il suo film e la Grande Opera degli alchimisti. Per l'alchimista del Rinascimento la preparazione degli strumenti e di se stesso avevano la stessa importanza dell'atto stesso di trasformazione […]. Lo spettatore di No. 12 si trova di fronte a ripetute scene di preparazione (un uovo genera un martello, che cambia una macchina, che produrr` un liquido, ecc.) verso un telos che ci riconduce all'inizio. I personaggi del film terminano esattamente dov'erano all'inizio. Ogni cosa ritorna al suo posto di origine.

P. Adams Sitney, Visionary Film, 1974

Biografia

regista

Harry Smith

Cast

& Credits

Filmmaker: Harry Smith.

Noto anche come The Magic Feature, n. 12 delle opere di Harry Smith.
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