Nazione: USA
Anno: 1968
Durata: 101'


In un nuovo documentario sul Vietnam, In the Year of the Pig, si parla di una conversazione che si svolse tra un giornalista e storico, il defunto Bernard Fall, e Pham Van Dong, il premier del Vietnam del Nord. Quanti più aiuti gli Stati Uniti avessero dato al governo di Saigon, insisteva Pham, tanto più impopolare quel governo sarebbe diventato, e quindi avrebbe avuto bisogno di aiuti ancora maggiori, che lo avrebbero reso ancora più impopolare. Non era, chiese Fall, un circolo vizioso? No, rispose Pham: una spirale discendente. Questo è un film straziante, soprattutto ora che gli Stati Uniti vengono scossi dalla caduta di aspettative circa le speranze di una vittoria in Vietnam. Ma è anche un film di grandissimo valore, perché ci riporta indietro di più di dieci anni e ci fa vedere e sentire per conto nostro come i nostri leader ci hanno fatto credere che la spirale discendente fosse una marcia in avanti.
In the Year of the Pig non ha pretese di imparzialit`. Cerca di rappresentare il ruolo degli Stati Uniti in Vietnam come quello di un gigante impazzito. Il produttore e regista Emile de Antonio, i cui precedenti film comprendono un buon documentario sul senatore Joseph McCarthy, Point of Order!, e un mediocre documentario sull'assassinio del presidente Kennedy, Rush to Judgment, allestisce quanta più evidenza possa trovare, nonché una discreta quantit` di propaganda, per convincerci che stando in Vietnam non abbiamo nulla da guadagnare, e nessuna possibilit` di uscirne finché non capiamo che cosa ci stiamo a fare.
Il regista non è accurato nell'identificare chi sta parlando, o nel reidentificarli quando la loro voce è fuori campo. Egli fa un eccessivo ricorso a film di propaganda nordvietnamiti; a nord del 17° parallelo tutte le donne sono belle? Diluisce racconti interessanti, come quello di Harry Ashmore, inserendovi osservazioni ugualmente pregnanti, come quelle del professore di Yale Paul Mus. Permette che la musica altrimenti vigorosa di Steve Addiss si abbassi a facili parodie della "Marsigliese" e di "Battle Hymn of the Republic".
Vorrei che questi difetti non ci fossero, ma sono grato che il film ci sia, e non dimenticher` facilmente le sue contrapposizioni di uomini che ragionano, uomini che non ragionano e maniaci deliranti nella vita americana. "Non scambierei un americano morto con 50 cinesi morti", dice il generale Mark Clark. "Dobbiamo essere pronti a continuare i nostri bombardamenti fino a distruggere ogni opera dell'uomo nel Vietnam del Nord, se questo è quello che occorre per vincere la guerra", dice Curtis LeMay. "Sembravano determinati e timorosi allo stesso tempo", dice George S. Patton III dei soldati che ha visto a una cerimonia commemorativa in Vietnam, "e tuttavia sono un gruppo di killer dannatamente buono".
La nostra storia recente ci viene sbattuta in faccia, come una torta al napalm. Una certa dose di essa ci è familiare abbastanza da poterne fare a meno. Abbiamo visto in TV bombe che cadevano, gente che moriva, bambini che piangevano. Ma alla TV storia recente significa quello che è successo ieri. In the Year of the Pig ha la memoria più lunga. Per alcune notevoli scene va indietro fino agli anni 30, quando Saigon era una Parigi lontana e tranquilla dove i gentiluomini sorseggiavano il Pernod ai tavolini all'aperto, mentre i camerieri tenevano lontani dalla loro vista i conduttori di triciclotaxi che morivano di fame. Va indietro agli anni 40, quando Ho Chi Minh era uno spettro della giungla sovrastato da nuvole di Gauloises. E va indietro agli anni 50 e ai primi 60, ai primi arruffoni, semplicioni, imbroglioni, arrampicatori, impostori e autoimpostori americani che ci dicevano perché eravamo in Vietnam e come ne saremmo usciti con il nostro onore e la nostra credibilit` intatti.
Come può la storia recente sembrare così vecchia? (La caduta di Dien Bien Phu, Baci Dai a Cannes, la piega delle labbra di John Foster Dulles). Come può la retorica che una volta stavamo a sentire ci mettevamo a sedere e ascoltavamo, per quanto scettici spingerci oggi in cima al muro, il muro di prigione del terribile presente? (il Segretario della Difesa Wilson che nel 1954 ci assicura che stavamo inviando solo materiale e tecnici ma niente truppe, Dulles che spiega la sua teoria del dominio, il presidente Eisenhower che fa la riverenza a Ngo Dinh Diem, Gerald Ford che proclama il "miracolo economico" vietnamita, Dean Rusk che non scende a compromessi). È solo perché gli avvenimenti hanno screditato i nostri profeti? Oppure aborriamo il nostro passato con particolare passione perché non riusciamo a vedere l'alba del presente?

Joseph Morgenstern, "Newsweek", 10/11/69

Biografia

regista

Emile de Antonio

Cast

& Credits

Regia e sceneggiatura: Emile de Antonio.
Fotografia: John F. Newman, Jean Jacques Rochut.
Montaggio: Lynn Zee Klingman, Hannah Moreinis, Helen Levitt.
Musica: Steve Addis, con il concorso dei dischi Columbia.
Suono: Geoffrey Weinstock, Harolf Maury.
Personalit` citato o intervistate: Padre Daniel Berrigan (gesuita, poeta, negoziatore con Hanoi per la liberazione dei piloti catturati), Joseph Buttinger (ex-presidente del Comitato Esecutivo degli Amici Americani del Vietnam), Henry Cabot Lodge (exambasciatore americano in Vietnam, 1963), Philippe Devilers (francese, membro del Corpo di spedizione in Indocina, 1945), John Foster Dulles (Segretario di Stato sotto Eisenhower, 195360), Ngo Dinh Diem (ex-presidente della Repubblica del Vietnam del sud, 195563), Dwight D. Eisenhower, Gerald Ford (deputato del Michigan, leader della Minoranza), David Halberstam (excorrispondente a Saigon del "New York Times"), Hubert H. Humphrey, Lyndon B. Johnson, John F. Kennedy, Nguyen Kao Ky (Vicepresidente della Repubblica del Vietnam del sud), Jean Lacouture (giornalista, biografo di Ho Chi Minh), Curtis LeMay (generale in riposo, ex Capo di Stato Maggiore delle forze americane in Vietnam), Robert S. McNamara (Ministro della Guerra sotto i presidenti Kennedy e Johnson), Wayne Morse (Senatore Democratico dell'Oregon), Thruston B. Morton (Senatore Repubblicano del Kentucky), Paul Mus (exufficiale, negoziatore del Generale De Gaulle con Ho Chi Minh, professore di Buddismo all'Universit` di Yale), Dgo Dinh Nhu (fratello di Diem), Signora Dgon Dinh Nhu, Richard Nixon, Charlton Ogburn (Direttore degli Affari Vietnamiti al Dipartimento di Stato americano, 1946), George S. Patton III (colonnello dell'esercito americano in Vietnam), Dean Rusk, Harryson Salisbury (Redattore Capo aggiunto del "New York Times"), Arthur Schelsinger jr. (exmembro dell'Associazione Amici americani del Vietnam), Maggiore Sutton (Ufficiale di marina), Maxwell Taylor (exambasciatore degli Stati Uniti in Vietnam), Olivier Todd (giornalista), John Towler (exsergente delle Forze Americane in Vietnam, disertore nel 1968), U Thant (Segretario Generale delle Nazioni Unite), William C. Westmoreland (Generale, excomandante in capo delle Forze Americane in Vietnam), David Wurfel (professore di Scienze Politiche, Universit` del Missouri).
Produzione: The Monday Film Company.
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