Nazione: USA
Anno: 1963
Durata: 9'


In generale, il termine Lapis aveva per gli antichi alchimisti lo stesso significato che ha il mandala per i lamaisti, tantristi, taoisti e hindu: una sorta di "pietra filosofale", un aiuto alla meditazione […].
Whitney ha cominciato a lavorare a Lapis nel 1963 e lo ha completato nel 1966. Ma molto di questo tempo venne impiegato nella costruzione del computer analogico che ha programmato la struttura estremamente complessa del film, simile a un mandala. Così Whitney è stato aiutato dalla cibernetica nel suo riandare attraverso i secoli all'antica pratica del sincretismo, nella sua ricerca di una visione più totale […].
Dapprima il grande mandala è di un monotono beige su fondo bianco, poi diventa di un luminoso rossoarancione e si cristallizza in migliaia di intricati moduli, ognuno comprendente un motivo floreale verde all'interno di una configurazione a forma di diamante. Le forme si definiscono e svaniscono mentre il tutto ruota maestosamente, movimento accentuato dal sonoro ronzio del tambura. All'improvviso l'immagine si disintegra in una nuvola di particelle rosse, gialle e arancioni che si solidificano nella parola Lapis. Questa si disfa lentamente mentre si sentono i primi colpi di tabla e inizia un raga […].
Alla fine riappare l'originario mandala beige, e ruota rapidamente nelle varie configurazioni che abbiamo visto lungo tutto il film. Due globi traslucidi dentro un accecante centro bianco cominciano a tendersi diagonalmente attraverso l'inquadratura, generando un senso di enorme tensione e sforzo, rilucendo e pulsando, fino al buio finale. In questo modo Whitney suggerisce quella che chiama "l'ultima rottura o schianto, non in grado di raggiungere il Samadhi. Questo perché Lapis era vicino al limite di quello che potevo fare. La macchina mi limitava, le mie fantasie non potevano fluire. Ovviamente ci troviamo negli stadi più primitivi dell'arte cibernetica, ma le mie immagini interiori hanno ceduto nello stesso momento in cui la mia capacit` esteriore di controllare lo strumento è venuta meno".
Secondo Whitney c'è più che una somiglianza casuale tra la filosofia orientale e la scienza moderna, e ritiene che questa confluenza possa avere effetti profondi sulle convenzionali nozioni di arte. "Solo a chi ha ampliato la propria coscienza", egli dice, "si amplia la normale esperienza. Perciò è eccitante dove sta andando l'arte, da questo punto di vista. L'arte e la scienza stanno diventando molto più vicine al pensiero orientale".

Gene Youngblood, Expanded Cinema, 1970

Biografia

regista

James Whitney

Cast

& Credits

Filmmaker: James Whitney.
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