Nazione: USA
Anno: 1958
Durata: 18'


Uno dei più misteriosi e influenti maestri del cinema sperimentale newyorkese è Ken Jacobs, vivace, battagliero, generoso e loquace, sempre teso a una sperimentazione che molte volte gli impedisce di terminare quanto aveva iniziato, spinto da una diversa e precedente ispirazione. I suoi primi film sono dominati dalla presenza di uno straordinario attore da poco tempo giunto a New York, che dal rapporto con Jacobs avrebbe tratto ispirazione e incoraggiamento a realizzare egli stesso i suoi film: Jack Smith. Little Stabs at Happiness e Blonde Cobra hanno date di produzione pressappoco eguali, 195861 il primo e 195962 il secondo, ma per comodit` critica comincerò a parlare di quest'ultimo. Firmato a tre, da Bob Fleischner principalmente per la fotografia, Ken Jacobs per il montaggio di scena e colonna sonora, e Jack Smith che ne è l'attore principale, il film è in realt` un monumento all'istrionismo, alla fantasia, alla poesia, alla solitudine, alle follie e alla bellezza del suo interprete, che lo domina con estrema autorit` e pienezza in una fantasmagorica girandola di travestimenti e ideali viaggi nei più classici domini dell'Avventura, passando con perfetta naturalezza dal privato mondo di sogni di una favorita invecchiata e decaduta ai torbidi splendori delle notti d'oriente, facendo straordinario tesoro dei poveri arredi che ha sottomano e lievitando con angelica sublimazione su un mondo di miseria e privazione che sarebbe altrimenti subito mortale.
La parte iniziale di Little Stabs at Happiness si collega molto strettamente a Blonde Cobra, e ripresenta Jack Smith e una terribile giovanotta occupati nel trattamento sommario di un bambolotto nudo di incerto sesso, negli occhi del quale vengono in un primo tempo spenti numerosi mozziconi di sigaretta accesa; il nostro mattatore si precipita poi in un subitaneo, incontenibile raptus a mangiare con voracit` le indistinte parti sessuali del pupazzo che può fortunatamente subire con indifferenza sia le torture che gli aggressivi piaceri di cui è fatto oggetto. Dopo questo inizio tra macabro e grandguignolesco, la scena e lo spirito cambiano completamente, siamo ora in miseri, poetici, intimistici esterni della vecchia downtown Manhattan, oscuri angoli di strada coi mattoni anneriti, che ricordano i portici di Praga, un fortissimo, autentico sentore di giudaismo quotidiano e eterno dal sapore inconfondibilmente yiddish, anche senza bisogno di cappelloni neri, redingotes a falda lunga e ciocche di capelli attorcigliati attorno alle orecchie. L'occhio del filmmaker diventa improvvisamente attento e commosso custode di semplici, abbaglianti visioni istantanee, siano esse macchie di colore, oggetti casuali ma significativi, dettagli di un paesaggio perfettamente conosciuto e penetrato sentimentalmente, senza tours de force intellettualistici, o strani accessori di abbigliamento e sia pur la voluta floreale di un vecchio lampione. Non ho mai visto nessuno descrivere con più preciso sentimento e forza evocativa il Lower EastSide, il quartiere della prima migrazione di massa di poveri ebrei dall'Europa Centrale. Questa percezione tenera e attenta per il quotidiano senza drammi o intenzionale messinscena, mi sembra la caratteristica più sincera e valida di Ken Jacobs, che la estende, delimitandone più rigorosamente il campo di indagine, in Window, del 1968.

Alfredo Leonardi, Occhio mio dio, 1971

Biografia

regista

Ken Jacobs

Ken Jacobs (New York, 1933) ha esordito alla regia nel 1955 e nel 1956 ha studiato pittura con Hans Hoffmann. Tra 1966 e il 1968 ha diretto il Millennium Film Workshop e nel 1969 ha fondato la facoltà di cinema della State University di New York a Binghamton. Nel 1996 il MoMA di New York gli ha dedicato una retrospettiva e nel 2004 ha vinto il premio per il cinema sperimentale dell’Associazione dei critici cinematografici di Los Angeles. Tra il 2007 e il 2009 il Torino Film Festival ha presentato diversi suoi lavori, tra cui Tom, Tom, the Piper’s Son, Return to the Scene of the Crime e The Scenic Route. In questa edizione presenta inoltre Cyclopean 3D: Life with a Beautiful Woman (Onde).

FILMOGRAFIA

Orchard Street (cm, 1955), Star Spangled to Death (1957-59), Tom, Tom, the Piper’s Son (1969), Spaghetti Aza (1976), Jerry Takes a Back Seat, Then Passes Out of the Picture (cm, 1987), The Subcinema (1990), A Tom Tom Chaser (cm, 2002), Capitalism: Slavery (cm, 2006), Razzle Dazzle - The Lost World (2007), The Scenic Route (cm, 2008), Return to the Scene of the Crime (2008), Anaglyph Tom (Tom With Puffy Cheeks) (2008), Blankets for Indians (mm, 2012), Cyclopean 3D: Life with a Beautiful Woman (mm, 2012).

Cast

& Credits

Filmmaker: Ken Jacobs.
Interprete: Jack Smith.
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