Nazione: USA
Anno: 1968
Durata: 36'


"Basato in parte sul Mandala tibetano dei Cinque Buddha Dhyani / un viaggio al centro della pura coscienza (Saggezza del DharmaDhatu) spazio e movimento generati più che illustrati l'energia del tempo e del colore crea una forma virtuale / nel tempo negativo, lo sviluppo è la decadenza all'inverso / dedicato a Stan Brakhage", Paul Sharits.
"Lo schermo, illuminato da N:O:T:H:I:N:G di Paul Sharits, sembra assumere una forma sferica, a volte, dovuta, penso, alla qualit` perlacea della luce creata dai suoi fotogrammi lampeggianti... una perla barocca, si potrebbe dire; meraviglioso! ...Uno dei più bei film che abbia visto", Stan Brakhage.
"Stamattina devo proprio scriverti e dirti come il tuo film N:O:T:H:I:N:G continui a crescere e a diventare qualcosa di grande, oltre ogni aspettativa, nella mia casa, nei miei occhi. L'ho proiettato due sere fa (c'era qui il filmmaker Michael Smith): e ha trasformato il mio schermo in una perla che era, anche, una sfera di cristallo; no!... questo è troppo retorico; cosa posso dire?: la magnificenza della cosa è la qualit` che emerge nel vederlo e rivederlo. Ho capito subito che era grande, ma non sapevo che fosse un simile castello", Stan Brakhage, lettera a Paul Sharits.

Dal Catalogo n. 6 della Filmmakers' Cooperative


Mentre in Ray Gun Virus ci sono alcuni momenti frenetici, il continuo lampeggiare di N:O:T:H:I:N:G potrebbe essere definito violento e aggressivo. Nel primo film ci sono fasi di cambiamento morbide e graduali dei valori cromatici, e, benché nel secondo appaiano quelle che si potrebbero definire lente rotazioni di colore simili ai mutamenti graduali presenti in Ray Gun Virus, esso è composto soprattutto di brevi esplosioni di colore. Queste esplosioni, ciascuna da uno a tre fotogrammi di due o tre colori con conseguenti gruppi di altre sfumature analoghe, vengono descritte dall'autore nei suoi appunti di lavorazione come segmenti di "fosfene ad occhi aperti". Questi sono simulazioni di campi di oscillazione e di altre sensazioni visive su cui si agisce quando si chiudono gli occhi prima di addormentarsi. Questa è una parte di ciò che Brakhage definisce "visione ad occhi chiusi". Ma mentre Brakhage cerca di creare questa e altre illusioni di "visioni ad occhi chiusi" riprendendo immagini che si avvicinano alla sua propria visione, Sharits, diversamente da Brakhage, opera con e sui solidi fotogrammi cromatici e acromatici, permettendo loro di agire direttamente sull'occhio e sul sistema nervoso dello spettatore. Brakhage chiede a chi guarda di condividere le sue visioni personali, invece Sharits permette ad ogni spettatore di crearsi le proprie illusioni.

Regina Cornwell, "Artforum", settembre 1971

Biografia

regista

Paul Sharits

Cast

& Credits

Filmmaker: Paul Sharits.
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