Nazione: USA
Anno: 1960
Durata: 81'


Mi sono trovato in una situazione in cui un critico cinematografico può trovarsi solo una volta nella vita (spero). Fin dal primissimo momento ho elogiato e sostenuto Shadows, ne ho scritto, ho spinto tutti a vederlo, mi sono fatto dei nemici per causa sua (compreso il regista del film), ed ora eccomi qui, ridicolmente tradito da una versione "migliorata" di questo film, con lo stesso titolo ma con materiale diverso, montaggio diverso, storia, atteggiamento, carattere, stile, tutto diverso: un cattivo film commerciale, in cui tutto ciò che elogiavo è stato completamente eliminato. Perciò tutti dicono: Perché tanto entusiasmo? È cieco o che cosa? Allora ripeto e ripeto: è la prima versione quella di cui parlavo, e parlo ancora. (Ecco il segno distintivo per starne lontano: la seconda versione inizia con una seduta di rock and roll).
Non ho spazio per un'analisi e un confronto dettagliati delle due versioni. Basta dire che la differenza è radicale. Il primo Shadows si potrebbe considerare situato al polo opposto di Citizen Kane; il suo è un tentativo di cogliere (e conservare) la vita tanto forte quanto quello di Citizen Kane lo era nel distruggere la vita e creare arte. Quale dei due fini sia più importante, non so. Entrambi sono ugualmente difficili da raggiungere. In ogni caso, Shadows rompe con la messa in scena del cinema ufficiale, con il trucco dei volti, con le sceneggiature scritte, con le continuit` dell'intreccio. Anche la sua inesperienza nel montaggio, nel sonoro, nel lavoro di ripresa diventa parte del suo stile, la crudezza che solo la vita (e i dipinti di Alfred Leslie) possiede. Non dimostra niente, non vuole nemmeno dire niente, ma in realt` dice più di dieci o cento altri recenti film americani. Per la prima volta, in Shadows vengono catturati i toni e i ritmi di una nuova America (anche in Pull My Daisy, e forse meglio, che però è uscito un anno dopo Shadows). Shadows ha catturato più vita di quanto lo stesso Cassavetes non si renda conto.

Jonas Mekas, "The Village Voice", 27/1/60.



Il film, che è costato 40.000 dollari, si è sviluppato da alcune improvvisazioni alla Stanislavsky al Variety Arts Studio di New York, di cui allora Cassavetes era direttore. Egli dava agli attori una situazione, e loro parlavano, la assimilavano, si stimolavano a vicenda, la sviluppavano. Dato che gli studenti erano sia bianchi che neri, Cassavetes immaginò una storia di rapporti razziali, o meglio nonrapporti.
Questo metodo si risolve in un realismo lirico, fresco e spontaneo. Nessuno sceneggiatore hollywoodiano con un minimo di competenza avrebbe presentato una sceneggiatura come quella di Shadows, in cui niente viene enfatizzato e tutto è anticlimax (in effetti non c'era nessuna sceneggiatura). E nessun commediografo di Broadway avrebbe prodotto dialoghi così rudimentali; l'analogia più vicina è Long Days Journey Into Nightdi O'Neill. Gli attori si interrompono l'un l'altro, parlano contemporaneamente, si ripetono, pasticciano con le parole, non finiscono le frasi e in generale sono maldestri e disarticolati come lo sono tutti nella vita reale. Tutti tranne gli attori. La prima versione di Shadows è stata proiettata un anno fa al Cinema 16. Non mi ero preoccupato di vederla perché, secondo i resoconti, sembrava avere oscure pretese artistiche, come gli scarabocchi di classe di Maya Deren. Mi dicono che Cassavetes è stato convinto dai suoi amici che, se non rendeva più chiaro quello che succedeva se, in effetti, non succedeva qualcosa , il suo film non avrebbe mai avuto una distribuzione commerciale. Perciò ha raccolto ancora denaro e ha rifatto drasticamente il film. È stato accusato da qualche critico intellettuale alla moda di essere commerciale, ma sono lieto che l'abbia fatto. Anche se oggi oscurit` vuol dire purezza, ho un pregiudizio reazionario in favore della comunicabilit` e quindi sono favorevole a una quantit` ragionevole di soluzioni commerciali.

Dwight Macdonald, "Esquire", marzo 1962

Biografia

regista

John Cassavetes

John Cassavetes (New York, Usa, 1929 - Los Angeles, California, Usa, 1989) ha lavorato come attore prima di dirigere nel 1959 Ombre, grazie al cui successo è stato chiamato a girare Blues di mezzanotte e poi Gli esclusi. Dal 1965 al 1968 ha realizzato Volti e a partire dagli anni Settanta ha diretto le opere più importanti – Mariti (1970), Minnie e Moskowitz (1972), Una moglie (1975) – lavorando con attori come Peter Falk, Ben Gazzara, Seymour Cassel e la moglie Gena Rowlands. Nel 1980 ha vinto il Leone d’oro a Venezia con Una notte d’estate - Gloria, mentre Love Streams - Scia d’amore ha ottenuto nel 1984 l’Orso d’oro a Berlino. Nel 2007 il Torino Film Festival gli ha dedicato una retrospettiva completa.

FILMOGRAFIA

Shadows (Ombre, 1959), Too Late Blues (Blues di mezzanotte, 1961), A Child Is Waiting (Gli esclusi, 1963), Faces (Volti, 1968), Husbands (Mariti, 1970), Minnie and Moskowitz (Minnie e Moskowitz, 1972), A Woman Under the Influence (Una moglie, 1975), The Killing of a Chinese Bookie (L’assassinio di un allibratore cinese, 1976-1978), Opening Night (La sera della prima, 1977), Gloria (Una notte d’estate - Gloria, 1980), Love Streams (Love Streams - Scia d’amore, 1984), Big Trouble (Il grande imbroglio, 1985).

Cast

& Credits

Regia e sceneggiatura: John Cassavetes.
Fotografia: Erich Kollmar.
Assistente alla fotografia: Cliff Carnell.
Montaggio: Len Appelson, Maurice McEndree.
Suono: Jay Grecco.
Musica: Charles Mingus. Assolo al sax di Shafi Hadi.
Canzoni: Jack Ackerman, Hunt Stevens, Eleanor Winters.
Scenografia: Randy Liles, Bob Reeh.
Interpreti e personaggi: Lelia Goldoni (Lelia), Ben Carruthers (Ben), Hugh Hurd (Hugh), Anthony Ray (Tony), Rupert Crosse (Rupe), Tom Allen (Tom), Dennis Sallas (Dennis), David Pokitillow (David), David Jones (Davici), Pir Marini (Pir), Victoria Vargas (Victoria), Jack Ackerman (Jack), Jacqueline Walcott (Jacqueline), Cliff Carnell, Jay Crecco, Ronald Maccone, Bob Reeh, Joyce Miles, Nancy Deale, Gigi Brooks, Lynn Hamilton, Marilyn Clark, Joanne Sages, Jed McGarvey, Greta Thyssen, John Cassavetes.
Produzione: Maurice McEndree, Nico Papatakis.
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