Nazione: USA
Anno: 1966
Durata: 30'


La luce è parte integrante del film, e a dire questo ci si sente un po' ridicoli; dopotutto, senza la luce un film non esisterebbe. Tuttavia, è solo quando ho visto The Flicker di Tony Conrad (1966) che sono diventato pienamente conscio del fenomeno della luce, l'ipnosi del film. In termini formali The Flicker si avvicina alla pura presenza fisica del film, poiché raffigura l'isolamento della luce attraverso il film proiettato. Questo isolamento diventa esagerazione. E poiché l'alternanza di luce e oscurit` (ognuna resa più positiva dall'altra) è uno dei principi base del film, in questo caso essa diventa anche la forma del film. È anche una presenza fisica dato l'ininterrotto confronto con la luce alternata, che automaticamente produce nello spettatore una sensazione fisica. Descrivendo la tecnica usata per The Flicker Conrad ha detto: "La gamma di percezione della luce lampeggiante o stroboscopica è inferiore a una frequenza di circa 70 lampi al secondo (40 f/sec); al di sopra di questa la luce viene vista come continua. La normale proiezione sonora avviene con 24 f/sec. Al di sotto di circa 4 f/sec l'unico effetto reale è quello di una luce che si accende e si spegne. Ma nella gamma da 6 a 18 f/sec, più o meno, succedono strane cose. The Flicker si sposta gradualmente da 24 a 4 f/sec e poi indietro lungo la gamma dello sfarfallio".
È piuttosto difficile trovare una giusta definizione di The Flicker, poiché, considerato nella sua struttura di base, è troppo simile a un film scientifico. È un film privo di immagini perché non ci sono immagini fotografiche, anche se l'interazione di luce e oscurit` produce un'afterimage. Questa è luce su buio, o buio su luce. Il risultato di tutto questo è allucinatorio e provoca sensazioni ipnotiche, di modo che può accadere di tutto, dal colore (il film è in realt` in bianco e nero) all'illusione di immagini che rappresentano qualcosa, alla trance e anche al sonno, dipende dallo spettatore. In termini essenziali, il film illustra la visibilit` dei rapporti armonici. Conrad ha osservato: "C'è un modo di applicare alla luce la struttura armonica, ed è variare la sua [della luce] intensit` con il tempo". Il risultato fisico generale del film è circa 47 moduli diversi basati sulla frequenza standard di proiezione di 24 fotogrammi al secondo. I moduli del film (basati sul diverso rapporto di spazio [tempo] vuoto [bianco] e nero) sono strutturati in modo da aumentare la densit` e poi diminuirla di nuovo. In altre parole, abbiamo un ritmo stroboscopico che all'inizio è rado, poi diviene più denso e alla fine si dirada di nuovo. Conrad ha studiato matematica e si è occupato molto di musica e suono. Ha lavorato alla colonna sonora di Flaming Creatures e di Chumlum, e ha anche collaborato con il compositore LaMonte Young. Si è interessato ai rapporti armonici, e in particolare ai poliritmi (una forma lenta di armonia). Egli continua tutto questo in The Flicker, con i suoi rapporti armonici visivi. Conrad si è anche molto interessato a quella che chiama forma "statica", anche se con "statica" egli intende in realt` ripetitiva. Egli parla anche di "atmosfera statica" (opposta ad elementi concreti) e vi contrappone l'atmosfera in movimento. La creazione di questa atmosfera statica implicava l'eliminazione di qualsiasi immagine rappreséntativa e l'inserimento di queste nonimmagini in forma di luce in una sequenza ripetitiva modulata da pulsazioni. Il risultato è un film puro e intenso, che suscita nello spettatore stimoli allucinatori. Questo particolare coinvolgimento è inevitabilmente osservabile intorno alle frequenze di lampeggiamento da 8 a 16 cicli, nella gamma di quelli che sono noti come "ritmi alfa".
Grazie all'interesse di Conrad per la musica, la colonna sonora di The Flicker presenta, in combinazione con il film, un'ambientazione più forte e sempre più densa per la situazione visiva. Il sonoro è strutturato in modo simile a quello del ritmo delle immagini, e consiste di un suono simile a quello di un motore. Come dice Conrad: "La colonna sonora consiste soprattutto di musica elettronica fatta in casa, composta in modo indissolubile di toni (tonalit`) posti sul limite inferiore dell'udibilit` e di ritmi molto rapidi, ritmi la cui velocit` è paragonabile alla frequenza dei toni". Il suono d` allo sfarfallio stroboscopico uno strano spazio, e tutta la situazione diventa una rivelazione di tempo luminoso. L importante notare l'uso del suono insieme al film, dato che pochi filmmaker indipendenti riescono ad ottenere un'integrazione così vitale tra l'elemento visivo e quello uditivo.

Stephen Dwoskin, Film Is..., 1975

Biografia

regista

Tony Conrad

Cast

& Credits

Filmmaker: Tony Conrad.
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