Nazione: USA
Anno: 1967
Durata: 42'


Ispirato dalle temerarie imprese dell'equilibrista Blondin, che nel 1859 attraversò le cascate del Niagara camminando su una fune e spingendo un carretto, il "Great Blondino", interpretato da Chuck Wiley, va incontro a una serie di esperienze picaresche. Continuamente inseguito da una figura misteriosa e minacciosa, il Poliziotto, e temporaneamente sviato dalla sua strada dalla Puttana, giunge finalmente sulla scena della sua esibizione aerea e inizia la pericolosa traversata. Usando la tecnica dell'alternanza di campi e controcampi, il cineasta costruisce una tensione drammatica che conduce inevitabilmente al passo falso e alla caduta dell'equilibrista. Great Blondino ritorna dalla sua tragica fine, dato che vediamo lui e il suo carretto profilarsi all'orizzonte sullo sfondo del cielo. Ciò che Robert Nelson ha fatto è contrastare gli evidenti elementi narrativi del film con le sequenze apparentemente casuali o illogiche di una struttura onirica. Il film è anche caratterizzato da un sorprendente e arguto senso di raffigurazione disgiuntiva, specialmente quelle immagini che riguardano inversioni di scala: Blondino "va di firetta" quando balla in scala ridotta in una padella di ferro, o quando è ripreso in una scena da Alice nel paese delle meraviglie mentre si arrampica su un'enorme sedia (costruita apposta per il film) per guardare le capriole di un rinoceronte in uno zoo. Nelson ha dedicato il film agli "equilibristi sul filo di tutto il mondo".

MOMA Circulating Film Library Catalog


È difficile definire la ricca tessitura visiva che è la caratteristica più notevole del film. Lunghe sezioni riguardano le visioni, i sogni, e i sogni nei sogni di Biondino. Il film si sviluppa lungo moduli di immagini brevi e ricorrenti. Anche le parti più lineari sono piene di inserti di riprese di attualit` pubblicitarie, scherzi visivi ed effetti speciali autocostruiti ("Eravamo fieri di noi ''ha scritto ingenuamente Nelson", ci chiedevamo come diavolo l'avevamo fatto". L'effetto è divertente, fluido ed ambiguo.
Sul piano formale Blondino è un dialogo lungo e mai risolto tra il mondo interiore e quello esteriore del protagonista, tra il film come materiale e il film come rappresentazione, tra arte e intrattenimento. Come un sogno, esso cerca continuamente di incorporare due letture contraddittorie nella stessa struttura composita. L'immagine registrata è spesso cancellata da lenti deformanti, prismi e sovrimpressioni, proprio come il racconto è spesso sommerso da torrenziali digressioni o suggerimenti che tutto il film è un sogno di Biondino. Gli inserti da parte di Nelson di materiale esterno sono di solito montati con accurate giunzioni per creare un'ironica coerenza spaziale. Nello stesso tempo, queste giunte costituiscono una prova dell'artificio e della materialit` del film. L'esibizione clou di Blondino e ulteriormente distanziata dalla sua presentazione come un evento gi` filmato […].
San Francisco è stata la culla sia della sensibilit` beat che di quella hippie, perciò non sorprende che la maggiore preoccupazione tematica dei filmmaker della Bay Area nel 1966 sia stata quella della " reazione non conformista a una societ` meccanica e impersonale". La raffigurazione volutamente cruda e anarchica da parte di Ron Rice di un beat innocente (Taylor Mead) in The Flower Thief (1960) è, in questo senso, il prototipo del film hipster e il principale precursore di Blondino. La definizione data da Sitney di Blondino come "la sintesi di Conner e Rice" è un altro modo di chiamare il film quell'unione di forma funk e di contenuto hipster anticipata dalle precedenti opere di Nelson, ovvero la quintessenza del cinema di San Francisco del periodo 1946-66.

Biografia

regista

Robert Nelson

William T. Wiley

Cast

& Credits

Filmmakers: Robert Nelson, William T. Wiley.
Montaggio: Robert Nelson.
Sonoro: Robert Nelson, con "Moving Van Walters and his Truck".
Interpreti: Chuck Wiley (Blondin), Lew Welch (il poliziotto), Sandra Juste (la puttana).
Menu